Strage a Parigi, chi ci guadagna e’ il potere costituito di A. Terrenzio
Il massacro operato da due terroristi islamici a colpi di Kalashnikov sulla redazione ed il direttore del giornale satirico Clarlie Hebdo, colpevole di aver pubblicato alcune vignette che ironizzavano sul Profeta, gettano la Francia e l’Europa in uno stato di schock per l’efferatezza e la crudelta’ del gesto.
All’indomani della strage, il cui è bilancio di 13 morti e 11 feriti tra giornalisti e semplici malcapitati, lo sdegno e la rabbia si levano all’unisono sui maggiori quotidiani europei ed italiani: l’Europa non puo’ assistere inerme e passiva a tali atti di brutalita’ e violenza che, mettono in discussione la sua civilta’, i suoi valori, la sua sicurezza ed il diritto elementare della liberta’ di espressione. Tale coro era prevedibile se non addirittura atteso, da coloro che nutrono verso i popoli arabi e l’Islam in generale, un sentimento di rifiuto quando non di aperto disprezzo. Dalle pagine del Giornale.it, quotidiano che seguiamo maggiormente, sono diverse le voci e le opinioni, ma quasi tutte convergenti, nel ritenere l’ attentato una dichiarazione di guerra al nostro stile di vita ed ai nostri principi, cosi’ il pur bravo, molto meno in questa circostanza, Gianpaolo Rossi, che sul suo blog, scrive: “E’ Guerra!”.
Cerchiamo ora di analizzare gli eventi, in un’ottica meno emotiva e piu’ razionale, vedendo quali possono essere i risvolti di tali atti terroristici,al netto degli allarmismi che emergono sia a destra che a sinistra.
C’è un “bivio dell’imbecillita’” all’orizzonte, un crocevia di due ideologie opposte e complementari nella loro demenzialità interpretativa del fenomeno del terrorismo islamico: da una parte, la sinistra dei diritti umani e della democrazia, che in nome di un malinteso buonismo vede nel “multiculturalismo”, nell’abbattimento di ogni frontiera e muro l’alba di una civilta’ migliore; dall’altra una destra liberale, con il mito di Oriana Fallaci, che soffre di islamofobia e interpreta il Mondo Arabo come un’unica entita’, priva di distinzioni; che ignora bellamente la differenza tra Sunniti e Sciiti, tra Islam moderato ed estremismo Salafita, tra gruppi come Isis ed Al Nusra’ e Stati socialisti/nazionali, come lo era la Libia di Gheddafi e lo e’ oggi la Siria di Assad, di fatto argini al terrorismo.
Due ideologie che nella loro diversita’, mostrano tutta la loro inefficacia e superficalita’, nell’inquadrare un fenomeno che rischia di assumere dei risvolti dirimenti per tutta l’Europa, in un momento storico carico di tensioni geopolitiche. Come ricordato dal responsabile del nostro blog, che ha scritto sul medesimo tema, e’ infatti l’Europa l’epicentro di tali attentati e turbolenze e come sempre sono le reazioni dei media mainstream, a poter offrire degli importanti spunti, per decifrare tali fenomeni.
L’attacco vede Parigi come capitale del Paese, che dal punto di vista politico e geopolitico, sembra offrire i maggiori spiragli di cambiamento per il posizionamento strategico del continente. Se e’ indubbio che la Francia sia il paese europeo dove i segnali di fallimento del c.d. Multiculturalismo sembrano emergere con più chiarezza (si pensi al fenomeno delle rivolte dei Banlieue pargine, oppure agli attentati di Tolosa, fino a quelli recentissimi di Nantes, Digione e di Joue-le-tours) e’ nel paese transalpino che emerge, il partito sovranista ed euroscettico di maggior importanza : Il FN di Marine Le Pen.
La maggioranza dei quotidiani liberal-progressisti nostrani, dalla Stampa a Repubblica, passando per il Fatto Quotidiano, non mancano di indicare in tale movimento il principale responsabile delle derive xenofobe e anti/islamiche.
Istintivamente, il primo pensiero, è andato alla “vendemmia” di voti per il FN, il quale punta molto sulle campagne identitarie per affermarsi, in opposizione ai flussi immigratori e ai cortocircuiti culturali da questi determinati, tuttavia, ad un’analisi piu’ penetrante, non si puo’ non considerare che gli estremismi, di qualsiasi nome o colore, abbiano finito sempre per favorire l’interesse dello Status quo, con relativa marginalizzazione delle ali estreme. Infatti il FN, e’ uno dei pochi partiti europei a rappresentare una minaccia concreta per l’establishment dell’Eu, per il suo programma di uscita dall’Euro, di arresto dell’immigrazione clandestina e di ritorno alla sovranita’ popolare. Visti in tale prospettiva, gli attentati di Parigi sembrano portare più lontano. Marine Le Pen dovra’ stare molto attenta a non cadere nella trappola mediatica ed ideologica che i Signori di Bruxelles le stanno tendendo per frenare la sua avanzata all’Eliseo ed isolare il suo partito da qui al 2017. Uno schema collaudato è all’opera: isolare le ali estreme col pretesto della xenofobia e del terrorismo, spaventare l’opinione pubblica e legittimare lo status quo euro-atlantista.
Inoltre, la strage del Charlie Hebdo, arriva in un momento in cui proprio la Le Pen e il suo esperto di relazioni internazionali Chauprade, avevano aperto alla questione palestinese, lanciando segnali al Mondo arabo. All’indomani dei fatti di sangue di Parigi si è fatto un balzo indietro con il capo del FN, che vuole addirittura proporre un referendum per la pena di morte, sperando di far presa su quella parte di elettorato francese che richiede sicurezza e fermezza nello Istituzioni.
Ma cadere nella retorica dello scontro tra civilta’ puo’ risultare un pericolo ed un errore di prospettiva per il partito nazionalista francese; infatti, cedendo alla retorica anti/islamica, il FN andrebbe ad avvalorare quell’accusa di deriva sionista e neocon che, voci e personalita’ vicini al partito, si pensi al sociologo Alain Soral e al comico antisionista Dieudonne’, avanzano polemicamente.
Per evitare cio’ e continuare sulla strada della liberazione nazionale dal giogo eurocratico e dalla sudditanza atlantica, il FN dovra’ tenere in vita le energie piu’ autentiche e rivoluzionarie di matrice sovranista, mettendo un freno ai pruriti islamofobi.
Dovra’, sicuramente, garantire le sue posizioni contrarie ad ogni tipo di intolleranza verso la propria cultura nazionale, fronteggiare il fenomeno immigratorio, non avere nessuna indulgenza sui terroristi, ma allo stesso modo, denunciare i veri mandanti delle stragi: Gli Usa e i suoi alleati nel mondo arabo. I responsabili morali e materiali dei disastri umanitari, dalla Libia alla Siria, vanno quindi ricercati in quella Washington che arma i cani da guerra dell’oltranzismo islamico. Ripristino dell’autorità nazionale contro gli Euroburacrati, arresto dell’immigrazione clandestina, foriera di disastri sociali e della distruzione dei diritti civili, apertura ad Est ed uscita dalla Nato, sono i punti cardinali ed irrinunciabili di un serio programma sovranista che si opponga al disegno di un’Europa americanizzata e succube dei mostri finanziari d’oltreatlantico. Tali sono i punti che il FN dovra’ mantenere per diventare il faro di altri movimenti sovranisti e di liberazione nazionale in tutto il Continente. Diversamente ci aspetta la disfatta.