Genova, 21-06-06

 

Gentili Colombo, Petrosillo e Pagliarone,

vi ringrazio per l’interessamento al mio scritto. Per evitare di disperdersi in mille rivoli cercherò qui di fare solo qualche precisazione ed osservazione, non di rispondere a tutto quanto voi dite.

La mia tesi e’ molto semplice: per chi rifiuti l’esperienza  del “comunismo storico del 900”, e condivida i dubbi di La Grassa e Preve sul comunismo di Marx, “comunismo” e’ oggi una parola vuota, che conviene abbandonare perché inutile sul piano teorico e dannosa sul piano pratico. Chi non condivida questa conclusione ha un modo molto semplice di confutarla: fornire un significato chiaro e condivisibile alla parola “comunismo”. Il minimo che ci si possa aspettare da chi si definisce comunista mi sembra appunto di dire, in modo chiaro e sensato, cosa intenda per “comunismo”. E’ interessante il fatto che nessuno dei miei critici riesca a farlo. Discutiamo alcuni dei significati che mi avete fornito:

 

  1. Pagliarone: “Il comunismo è il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente”. Si tratta di una frase vuota. E’ anche facile capirlo. Esistono infiniti modi di abolire lo stato di cose presente che non hanno nulla a che fare con quello che si può intendere per comunismo. Una guerra termonucleare che distrugga la specie umana riducendo la terra ad un deserto radioattivo abitato solo da qualche specie di licheni e qualche specie di coleotteri, sarebbe indubbiamente un “movimento reale” che abolirebbe “lo stato di cose presente”. Dunque il comunismo è una guerra termonucleare? E’ facile pensare ad altri esempi di questo tipo, che mostrano il carattere vuoto, privo di ogni contenuto, di questa citazione immeritatamente famosa.
  2. Colombo: “Il comunismo è un’attività”. Questa frase mostra lo stesso vuoto della precedente. Qualsiasi cosa facciano gli esseri umani è un’attività (umana). Ma non tutte le attività sono comunismo. Il comunismo dovrebbe essere una particolare fra le infinite attività possibili degli esseri umani. Quale? Non si sa.
  3. Colombo: “il comunismo primitivo”. Ma non si vede in che modo il riferimento al comunismo primitivo possa dare oggi un contenuto al comunismo.
  4. Petrosillo “L’intenzionalità comunista ricomprende la ricerca della giustizia sociale, dell’uguaglianza (…), della libertà, le uniche vere ragioni per cui il comunismo diviene desiderabile”. D’accordo: giustizia, uguaglianza  e libertà sono i  contenuti per i quali la parola comunismo ha un senso: ma cosa aggiunge la parola “comunismo” ad essi? Una volta che si è detto “giustizia, uguaglianza  e libertà”, cosa si dice di più pronunciando la parola “comunismo”? Secondo me, nulla.

 

La mia opinione è che “Comunismo” volesse indicare l’organizzazione sociale ed economica che avrebbe permesso di raggiungere giustizia, uguaglianza  e libertà. Ma se questo è vero, chi si dichiara comunista deve dirmi qual è questa organizzazione sociale ed economica  e perché essa, invece di altre, dovrebbe assicurare giustizia, uguaglianza  e libertà. Se non è capace di farlo, “comunismo” resta una parola vuota.

Cordiali Saluti

Marino badiale