PIANO ROVATI: VOGLIAMO SAPERE TUTTO! (di G. La Grassa)

L’Unione fa quadrato attorno al suo leader e dichiara che non è più il caso di parlare del “piano Rovati”, perché adesso c’è l’emergenza delle scandalose e criminali intercettazioni della Telecom. Ecco a che cosa servono tre anni di indagini su queste intercettazioni, i cui risultati (arresti ecc.) vengono tirati in ballo al momento opportuno per salvare un premier e una parte politica. E naturalmente sono utili a ricattare Tronchetti e altri onde tenerli buoni e “rispettosi delle istituzioni” – come ha dichiarato l’ex presidente ora dimessosi – in modo che nello scontro non salti fuori nulla di illegale o quanto meno di “politicamente scorretto” proveniente da Palazzo Chigi.

A me sembra invece questo lo scandalo enorme: che tutto venga messo a tacere, che il piano Rovati sia fatto cadere in oblio. Il problema non è, come dicono i cretini dell’opposizione o l’ineffabile presidente confindustriale, il ritorno al dirigismo statale. Ribadisco che solo agli sciocchi può interessare discutere sul problema della proprietà “pubblica” (che piace alla sinistra) o “privata” (che piace alla destra); il problema reale è quali centri di potere stanno agendo e perché; quali strategie hanno in testa, come vogliono conciare l’intero paese a vantaggio di un’infima minoranza (non per la gloria del “capitalismo”, ma solo per quella del peggiore dei capitalismi).

Il piano (che è anche lo scandalo) Rovati è il piano e lo scandalo di Prodi. Quest’ultimo, però, è solo un servitore, un maggiordomo, un uomo di piccole virtù, di modesta intelligenza, di grande prosopopea e arroganza, un tempo mascherata da “umiltà di prete di campagna”, oggi sempre più scoperta e aggressiva. E’ sempre stato (anche come Presidente dell’IRI o della Commissione europea) l’uomo “giusto” al momento e al posto “giusto”; ma giusto per “certi” giochi di potere (sia economico-finanziario che politico). La vera questione di fondo è che dietro Prodi si intravede “la famosa Goldman Sachs” (per citare un recente passo di Geronimo) e la SanIntesa con altri centri finanziari del genere. La “statale” Cassa Depositi e Prestiti serviva da avanguardia e copertura; lo Stato – e la politica – “interveniva” affinché quei dementi della sinistra “radicale” fossero felici di farsi turlupinare dai predetti potentati finanziari (naturalmente so che molti di loro non sono dementi, ma corrotti; hanno bisogno della scusa “pubblica” per raccontare balle al loro elettorato, questo sì composto da dementi).

Il progetto Rovati – che speriamo non finisca nel rogo delle intercettazioni illecite su cui adesso, dopo anni di pubblicazione a mezzo stampa con sputtanamento di chi si voleva sputtanare per motivi di lotta politica, sono tutti d’accordo – sembra seguisse le indicazioni di due personaggi già della Goldman Sachs, Costamagna e Tononi, di cui il secondo è viceministro di Padoa-Schioppa e su cui pende una interrogazione parlamentare di Cirino Pomicino e altri per sapere se è ancora dipendente della finanziaria americana (la quale ha già un suo ex vicepresidente al vertice della Banca d’Italia; un vicepresidente che fu anche consulente del Banco di Bilbao nella sua OPA verso la BNL in opposizione a quella dell’Unipol, con le ben note vicende “antifaziste”, ecc.).

Parliamo brevemente anche di Costamagna. E’ stato recentemente testimone di nozze di Rovati. Sulla stampa leggo (ma certo vedremo fra pochi giorni se si tratta di notizie affidabili) che il 28 settembre potrebbe essere nominato amministratore delegato della “Mittel”, di cui potrebbe avere anche il 20% delle azioni, la stessa percentuale del finanziere polacco Zalewski, stretto collaboratore di Bazoli (“capo” della Intesa e oggi della SanIntesa). La suddetta Mittel è pezzo importante del capitale della Intesa (e quindi della SanIntesa) ma è anche presente nel capitale della RCS (proprietaria del Corriere della sera, di cui tentò la scalata il “furbetto del quartierino” Ricucci), nel cui patto di sindacato c’è pure Tronchetti, oltre a Montezemolo, Della Valle, Intesa, Capitalia, Unicredit e altri. Vi piacciono questi edificanti intrecci? Nei prossimi giorni, se mi salta il ticchio, posso magari citarne qualche altro a mo’ di esempio.

In Italia (e non solo) siamo ancora agli anni ’50 del cinema. Allora, ricordo, si diceva: “vado a vedere un film con Gary Cooper, Clark Gable, Rita Hayworth, Ava Gardner, ecc.”. Dagli anni ’60 siamo maturati e abbiamo capito che il personaggio principale è il regista, quindi si è cominciato a dire: “vado a vedere un film di Ford, di Wilder, di Fellini o Visconti, ecc.”. In politica si continua a vedere l’attore, non il regista. Solo quando esiste quella colossale mistificazione, ad uso dei “coglioni” elettori di sinistra, che è il berlusconiano “conflitto di interessi”, si vede il regista, ma solo in quanto attore. Non appena c’è l’attore Prodi, non si vede più il regista SanIntesa (Bazoli) o la Goldman Sachs, ecc.; o, detto meglio, non lo si vuol vedere e far vedere. E, per meglio riuscirci, non si parli nemmeno più dell’attore e del suo scandaloso progetto; ecco la moralità della sinistra, il suo amore per il popolo, il suo preteso farne gli interessi generali. Una menzogna continua, una copertura degli scandali, una melma che monta sempre più e tutto fa marcire.

Per quanto cerchi di reprimerlo, provo un senso di grande disgusto nei confronti di quelli di sinistra, e in particolare di certi loro settori; la destra non ha mai usato dati strumenti di analisi, ma una parte dei furfanti di sinistra ha conosciuto il marxismo; e quest’ultimo insegna chi sono i registi, assai più rilevanti degli attori. E invece nulla; quando si apre uno squarcio, come con il piano Rovati e la sequela di notizie che ne sono seguite, questi mascalzoni – anche con l’utilizzo di una magistratura che definire parziale è eufemistico – buttano cortine fumogene per salvare i loro posticini di parlamentari, di governativi, di sottogovernativi, di esseri subumani, venduti al “peggior offerente”, quali sono: tutti in massa senza eccezioni.

Non le persone oneste, ma semplicemente quelle di intelligenza umana media, desiderano invece che si indaghi sulle intercettazioni illegali della Telecom, che se c’è da “pestare” su Tronchetti, lo si faccia senza riguardo; ma che venga in primo piano il progetto (e lo scandalo) Prodi (Rovati è solo un tirapiedi), con tutto il verminaio registico che è alle sue spalle. Basta tollerare connivenze da parte di questi autentici mentitori e fottutissimi di sinistra, più corrotti e colpevoli di quelli (un po’ ritardati) di destra; “chi non li combatte in compagnia, è un prete, un porco, o una spia”, adattando una vecchia filastrocca un po’ goliardica.

 

24 sett.