LA BATTAGLIA DELLE RANE

Come vi avevamo preannunciato, Montezemolo fingeva di sbraitare contro il governo Prodi. Alla fine la trimurti Governo-Confindustria-Sindacati ha trovato l’accordo sul TFR prendendo come base per lo “scippo” del trattamento di fine rapporto le imprese al di sopra dei 50 dipendenti, cum magnum gaudio del Sindacato, il quale potrà gestire il TFR tramite il fondo INPS.

Ma anche la grande impresa ha raccolto un buon bottino. Per quanto Montezemolo facesse l’agit-propp (al solo fine di assecondare la base della sua organizzazione, ormai esagitata dal precipitare degli eventi) aveva già definito con il governo l’indirizzo da dare al TFR e al cuneo fiscale. Ora che la realtà non è più mistificabile credo che “Monteprezzemolo” non farà tante altre uscite pubbliche.

Il cuneo fiscale prenderà un’altra via rispetto a quella sperata dagli imprenditori, non più la riduzione dei contributi versati dal datore di lavoro e dai dipendenti, ma la riduzione del costo del lavoro sulla massa imponibile,  sulla quale va poi calcolata l’Irap. Tradotto in soldoni: si tratterà di una mera riduzione fiscale (che non porterà all’abbassamento dei prezzi dei prodotti finali)  che finirà per aumentare il reddito d’impresa. Qui c’è il macchiavello Prodian-Montezemoliano come spiega bene Geronimo sul Giornale di oggi. Di fatti, la dimensione d’impresa diviene il fattore decisivo per accedere ai maggiori vantaggi del provvedimento. Le imprese più piccole, con una massa imponibile al di sotto dei 180 mila euro, già usufruiscono dell’abbattimento della base imponibile sulla quale si calcola l’IRAP, con una deduzione fissa di 8 mila euro e 2 mila euro per ogni dipendente. Con il famigerato cuneo fiscale la deduzione sarà invece di 5 mila euro per ciascun dipendente, ai quali si vanno ad aggiungere gli oneri sociali per una media di 7 mila euro annui. Alla fine, il vantaggio generato dal cuneo fiscale per queste imprese è un misero 1% in meno sul costo del lavoro. Alle grandi imprese, alle quali non si applicano le deduzioni succitate, il cuneo fiscale garantirà tra un 2%-3% di risparmio sullo stesso.

Montezemolo non poteva non accordarsi, le sue chiacchiere sulla finanziaria classista si esauriscono in questo “bottino di guerra”. Il suo problema adesso è di giustificare questa condotta “doppia” con i rappresentanti delle piccole e medie imprese, le quali avevano già chiesto al Presidente di Confindustria di firmare, con riserva, l’accordo sul TFR.

Montezemolo, anche in questo caso, ha fatto orecchie da mercante. Ma non è finita qui. Le imprese che potranno avvantaggiarsi del cuneo fiscale sono quelle che hanno il maggior numero di lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato (è questo il principio di selettività sbandierato da Visco e soci). I lavoratori, già beffati dai contratti atipici e dalla foresta legislativa che ha smembrato il mercato del lavoro in quest’ultimi anni (grazie alla pletora di riforme realizzate tanto dalla destra che dalla sinistra), non otterranno nulla, come nulla otterranno le medie e piccole imprese che sono state campioni nell’utilizzo di questi contratti. Confindustria e Sindacati si sono accordati  per bene – vantaggi alla grande impresa che si traducono in vantaggi per il sindacato che è più forte nella grande impresa, è questo il loro “sillogismo scientifico” – dividendosi il pane in parti eguali, quello stesso pane che mancherà sempre di più agli italiani.

Naturalmente, questa maggioranza di governo fa quel che vuole perché dall’altra parte abbondano gli incapaci (quanto corrotti) non adusi a mettere insieme due pensieri due (leggi polo di centro-destra). Infine, ringraziamo ancora una volta tutta la “gente” di sinistra che ha annegato la propria coscienza (e la scarsa capacità critica) nel sangue del Berlusconi sconfitto alle ultime elezioni. Bravi! Siete riusciti a cacciarlo per farci assistere a questa messa in scena “batrochiocomachica” della sinistra alleata con il grande capitale. Berlusconi ci faceva schifo ma questi stanno riuscendo a farci vomitare!