LA SANTISSIMA TRINITA’

Si tratta di una di quelle notizie da prendere col beneficio dell’inventario, perché le smentite sono arrivate repentine e comunque troppo alla svelta per non dare un po’ da pensare. Tuttavia Monte(prez)zemolo ha ribadito che il problema non esiste (chissà perché quando Montezemolo diventa laconico mi torna in mente il dietrofront sul cuneo fiscale condito da mille giustificazioni…) rispetto ad una domanda rivoltagli dalla stampa, sull’ipotesi di scorporo del settore auto in seno a Fiat. Certo, si tratta di un problema relativo alla struttura societaria ma, di questi tempi, abbiamo imparato a cogliere la natura infida di questi personaggi proprio delle loro parole che non corrispondono mai alle loro azioni (vedi il caso IFIL di qualche giorno fa, con le condanne comminate dalla Consob all’allegra combriccola Montezemolian-Marchionniana, che ha palesato la pasta di cui sono fatti questi omuncoli). Aspettiamo a sbilanciarci ma restiamo vigili perché sulla FIAT (e sul tanto decantato rilancio delle sue prospettive industriali) continuiamo a nutrire dubbi e perplessità che divengono vieppiù consistenti di fronte alle incessanti richieste di aiuti di Stato.

Dal lato delle relazioni industrial-sindacali in questo “povero paese” vorremmo riportare un’altra notizia che riguarda la CGIL ed il suo Segretario Epifani. A parte il fatto che quest’ultimo non si è mostrato così scontento per il regalo fatto da Prodi & C. all’industria automobilistica di Torino (chiosando sulla vicenda con falsa adirazione: “è l’ultimo per la Fiat”, proprio come fanno quei genitori permissivi con i figli straviziati dai troppi “ultimi” cadeaux) nemmeno, pare, si sia preoccupato più di tanto per la vicenda del cuneo fiscale il quale, per la parte che riguardava i lavoratori, è stato spalmato su tutti i contribuenti (anche quelli che non pagano le tasse; ma loro non erano i paladini del contribuente debole?). Epifani è un uomo ardito e profittando del clima favorevole – con la sinistra “di lotta e di governo” che ha perso tutta la sua dignità (almeno le briciole di dignità che ancora le restavano grazie a qualche individuo isolato) calandosi le braghe al cospetto delle “sacre tavole” prodiane – rilancia sulla “democrazia” nei luoghi di lavoro e nella CGIL stessa. Ecco il tredicesimo punto da aggiungere alla legge divina: “Non avrai altro Sindacato all’infuori di me e se fornicherai con i Cobas sarai dannato per sempre”. Capito? Questi signori sono gli stessi che ogni giorno ci danno lezioni di democrazia. S’inventano viaggi in Africa tra i più bisognosi per lavarsi una coscienza lurida (mentre si fanno pubblicità come benefattori “esotici” per le prossime tornate elettorali), fanno guerre umanitarie per ingraziarsi il padrone americano, si dilettano con le capriole semantiche per giustificare la loro sozzura (chi si ricorda l’ineffabile D’Alema che parlava di “difesa integrata”, in Yugoslavia, pur di non chiamare un’aggressione col suo nome?) e vengono a spiegarci quotidianamente come si dovrebbe vivere in un civile consesso.

Dio-Prodi, il Figlio (prodigo, ma non si sa ancora per quanto) D’Alema e lo Spirito Santo Epifani, ecco la trinità al completo. Quest’ultimo ha sputato tutto il suo veleno sui sindacati autonomi con argomenti raccapriccianti, sostenendo spudoratamente che ruolo precipuo del sindacato è fare accordi non antagonismo. Ma quelli che conclude lui e la “Confraternita Confederale” con la controparte confindustriale non sono accordi quanto piuttosto svendite sulla pelle dei lavoratori.

Purtroppo siamo arrivati a questo punto, Prodi ha dettato l’immutabile legge ed ha indicato la terra promessa dell’Ulivo ai suoi seguaci come  un Dominus Deus Sabaoth (i renitenti saranno fulminati sul posto!), D’Alema, il condottiero, si è fatto avanti per annunciare che di questa sinistra radicale (radicale? E de’ che?) nessuno ne ha più bisogno (citando a sostegno delle sue tesi tutti i santi del defunto PCI mentre la plebe belante plaudiva,  come al solito, lo sfoggio di saggezza del suo leader) e, per finire, il cerchio magico-religioso si chiude con l’ossequiante Epifani (l’epifania è, appunto, nel suo significato religioso-cristiano, un’adorazione) che porta in dono al governo una fatwa per cacciare i radicali anche dal sindacato. Ma mentre Giordano, segretario di RC (Rinnegamento Comunista?) è immerso in una valle di lacrime e vuole dimostrare che lui è sempre servo fedele (cosicchè la responsabilità di tutto il casino è di Giuda-Turigliatto che l’avrebbe venduto) i Cobas reagiscono per le rime poichè si sentono ancora ed orgogliosamente sindacato di lotta e di difesa dei lavoratori.

Viviamo, ormai, in un mondo alla rovescia, con gli uomini che camminano sulle braccia o che, peggio ancora, strisciano come vermi. Di fatti, il dibattito è monopolizzato dal tradimento altrui (la pagliuzza si vede sempre più della trave), quello di due senatori che con la loro crisi di coscienza starebbero spianando la strada al Demonio-Berlusconi (per noi si tratta di una scelta generosa che speriamo resti coerente fino alla fine) mentre i veri traditori, quelli che hanno ridotto l’Italia una discarica a cielo aperto che emette esalazioni ferali, passano per gente con la testa sulle spalle. Che bei tempi quando le teste sulle spalle erano fatte per rotolare…