Oggi è domenica, permettiamoci qualche sciocchezzuola. Racconterò due storielline, che sembrano un po’ anticomuniste, in realtà canzonano i “comunisti” tronfi e che non hanno capito neanche le cause più superficiali del fallimento di un sedicente comunismo nei paesi dove si pretendeva fosse avvenuta la “grande rivoluzione proletaria”. Sono storielle vetuste, degli anni che furono, ma spero che qualcuno (più giovane) non le sappia e qualcun altro se le sia dimenticate. 

 

Prima storiella istruttiva.

 

Durante una delle varie “feste” comuniste (o del lavoro), cui era intervenuto il grande segretario del partito, Breznev, una vecchietta gli si avvicinò e osò rivolgergli la parola: “Scusa compagno, so che ti disturbo, ma sei l’unico che può risolvere la controversia tra me e questo vecchietto qui vicino. Lui sostiene che il marxismo è una scienza, io invece sono convinta che sia una ideologia. Chi ha ragione?”. Breznev, senza alcuna esitazione, rispose: “E’ senz’altro una ideologia. Come hai fatto, compagna, a darti da sola, senza l’aiuto del partito, la risposta giusta?”. E la vecchietta “Ho pensato che se fosse stato una scienza, prima l’avrebbero sperimentato con cura sugli animali”.

 

Seconda storiella istruttiva

     

E’ il giorno della premiazione degli “eroi del lavoro” in un villaggio dell’URSS. Il capovillaggio inizia ad elencare, di fronte alla popolazione riunita nella piazza, vincitori e premi:

“Al compagno Skoliakov una zappa d’argento per avere dissodato da solo 100 ha di terreno sassoso in tre giorni”. Dalla piazza si alzano grida, invero non proprio all’unisono: “Bene, bravo, bis”.

“Al compagno Smerdiakov una forbice d’argento per aver potato 10.000 alberi da frutto in due giorni, e tutto solo”. Ancora grida un po’ isolate: “Bene, bravo, bis”.

“Al compagno Fankàtzovič i ‘milletrecentoquarantotto’ volumi delle Opere complete di Marx ed Engels, stampati su carta riso, per aver insegnato il marxismo-leninismo a tutti gli abitanti del villaggio”. Un urlo generale e devastante: “Gli sta bene, è quello che si merita”.

 

Domandina facile: quale marxismo-leninismo aveva insegnato il compagno Fankàtzovič? Nient’altro che l’economia marxista, l’equivalente “scientifico” di quella “trottola” che il filosofo del racconto di Kafka (vi ricordate che l’ho riportato nel blog qualche mese fa?) rubava ai bambini che con essa giocavano, convinto di scoprire nel suo movimento l’intero senso dell’Universo.