JAMME JAMME JA’, FUNICULI’ FUNICULA’
(di G. La Grassa)
Dal documento promulgato dal “Regio Governo” (riunitosi a Caserta) il giorno 12 gennaio dell’Anno di Grazia 2006: “solo attraverso una robusta e duratura crescita della ricchezza prodotta dal paese è possibile infatti: completare l’azione di risanamento, proseguire nella coesione della società italiana e, infine, colmare i divari di sviluppo e della qualità della vita”. E ancora: “ricerca di una maggiore equità sociale ed intergenerazionale con la piena valorizzazione della famiglia, dei giovani e delle donne”.
Una ventina d’anni fa o giù di lì, quando l’attuale premier era presidente dell’IRI, tale organismo commissionò uno studio di consulenza – riguardante lo stato presente e le prospettive di sviluppo delle FFSS – alla società Nomisma, sempre fondata dal suddetto presidente e oggi premier (a proposito, chi è che parlava di conflitto di interessi?). La società di consulenza in questione sfornò migliaia di pagine che vennero a costare alcuni milioni a pagina. In tale studio erano contenute frasi (ovviamente diverse perché vertenti su un oggetto diverso) dello stesso tenore di quelle sopra riportate; solitamente definite “scoperte dell’acqua calda”, cioè inutilità che di più inutili di così non se ne possono immaginare. Lo “studio” (si fa per dire) di Nomisma destò grande ilarità e commenti maligni (o maliziosi) anche in certi ambienti accademici; e forse un po’ di invidia per la “fortuna” di aver potuto “sgraffignare” un buon gruzzolo di soldi pubblici senza impegnare il cervello e vendendo “fregnacce”.
Si trattava tutto sommato di un peccato quasi veniale, solo un po’ squallido. Qui invece abbiamo a che fare con il Governo del sesto o settimo paese industrializzato del mondo. Qui i soldi che corrono – per mantenere ministri e sottosegretari (con le loro coorti di inutili e inetti consulenti), parlamentari con i portaborse, piccoli “satrapi” locali, corrotte clientele politico-intellettuali sia nazionali che regionali e comunali, industrie (private) decotte assistite pubblicamente, ecc. – sono milioni e milioni di euro (a decine e centinaia). Non c’è più tanto da ridere; si può solo rimpiangere i “bei tempi andati”, quando ogni tanto il popolo assaltava i palazzi del potere, sbudellava un bel po’ di “lorsignori”, e per qualche tempo si respirava aria fresca e si dormiva tra lenzuola linde e odorose di bucato (cioè di pulito). Durava quel che durava, ma era come quando, durante le afose estati di un clima continentale, arrivano violenti temporali; per due-tre giorni si vive meglio e con una nuova carica di energia dopo l’oppressione del caldo umido. Sputaci sopra!
In questo paese pieno di ottusi buonisti, di mammoni, piagnoni e trafficoni, ancora non si vede formarsi all’orizzonte la tromba d’aria che farebbe un bel repulisti. Però continuiamo a sperare; così almeno, secondo il famoso detto, “moriremo cantando”. Intanto, osserviamo questi sciatti e scialbi mammiferi aggirarsi nei meandri del “potere”; e accumuliamo nei loro confronti l’antipatia irriducibile che magari, chissà, un giorno potrebbe tornare utile. Mi piacerebbe anche odiarli – perché è un sentimento più elevato, più nobile – ma come si possono odiare dei “puzzoni e fetentoni” simili? Per non schiattare, è meglio “astrarsi” e assumere un atteggiamento da entomologhi. Proviamoci!
E’ bene chiarire un punto importante (che va oltre questo breve “sputazzo”). Sono fortemente critico della sinistra per due motivi: uno contingente, l’altro generale. Il primo è rappresentato dal fatto che essa è adesso al Governo; e sta compiendo un’occupazione di tutti i posti di potere (politico-istituzionale) che ha del pericoloso. La sinistra ha gridato per anni al lupo (Berlusconi), per il ben noto motivo che chi così strilla lo fa perché è lui il lupo. La sinistra ha alle spalle i veri registi, quelli che si muovono dietro le quinte: un complesso di interessi in specie finanziari che cercano, in lotta fra loro, di dar vita ad un potere pervasivo, cui dovremmo tutti diventare succubi e marionette. Si tratta di interessi finanziari italiani (in evidenza al momento quelli che si raggrumano intorno all’operazione Intesa San Paolo con i loro tentativi di controllare le Generali); i quali, a loro volta, sono dipendenti dai ben più potenti interessi egemonici americani. Anche questi ultimi hanno al momento una punta di lancia (comunque in più chiara esposizione): la Goldman Sachs, una “piovra” di fronte alla quale la nostra (cioè la mafia) fa sorridere.
Il secondo motivo, più generale, per cui la sinistra va attaccata senza remissione è che, storicamente, è sempre stata la fucina del tradimento e del rinnegamento di ogni principio e valore in nome del puro potere “al servizio di”; sempre e comunque delle classi dominanti di ogni data epoca. La sinistra esplica il suo servizio con modalità particolarmente utili a queste classi perché inganna e devia le potenzialità delle forze che dovrebbero ergersi contro di loro. La sinistra italiana odierna non fa eccezione; costituita da “riformisti” e “radicali” (con classico gioco delle parti), essa è eminentemente reazionaria e prona ai voleri degli ambienti (sub)dominanti più corrotti e succubi dei (pre)dominanti centrali (USA). Non è conservatrice, anzi sfoggia la massima volontà modernizzatrice, in fatto di costumi e di antiquate tradizioni della società italiana; è reazionaria in quanto al servizio dei gruppi di potere economico più arretrati e parassitari (che denomino GFeID: grande finanza e industria decotta), quelli quindi più voraci e succhiatori del sangue e del lavoro della maggioranza della nostra popolazione; gruppi che trattengono una congrua percentuale dell’“ingurgitato” per sé, svolgendo però le loro funzioni ai fini della prevalenza dei dominanti centrali.
La destra attuale non ha tuttavia alcuna funzione alternativa in senso positivo; essa è semplicemente ottusa e rozza nella sua pretesa di servire gli stessi dominanti centrali. A tal proposito punzecchia i (sub)dominanti italiani, vorrebbe ingraziarseli, tenta di raccogliere il malcontento provocato dagli errori o dalla eccessiva smania divoratrice di questi ultimi, ma non ha alcuna capacità unitaria, nemmeno al fine di preservare un minimo di coordinamento tra le sue varie cosche in lotta, cercando la mediazione fra di esse (così come fanno quelle di sinistra). E’ quindi sempre obbligata a vivere degli errori altrui e del suddetto malcontento che i (sub)dominanti, ormai scatenati alla guisa di sanguisughe, provocano (almeno nella stretta contingenza dell’ultimo periodo).
Per questi motivi, esposti in estrema sintesi, la destra va certo tenuta “sotto osservazione”; e di essa non è certo il caso di sottovalutare il becero razzismo, la grettezza clericale, una non sottile e non più sotterranea rivalutazione del veterofascismo, ecc. Tuttavia, proprio questa arretratezza eminentemente culturale – politicamente assai poco efficace – la rende meno pericolosa sulla media distanza (la destra ha insomma “meno fiato”). Anche il suo forsennato filoamericanismo e filosionismo non può ben attecchire nella nostra società, in specie nei ceti che esercitano l’egemonia culturale; e la metterà completamente a terra fra due anni, se si precisasse l’attuale cambiamento “d’umore” statunitense con una vittoria democratica alle presidenziali. In definitiva, non vedo motivo di mutare l’atteggiamento di prevalente critica della sinistra (oggi per di più governativa) che tengo da tempo. Non dimentico la destra, ma sono convinto della maggiore pericolosità della sinistra al servizio dei peggiori gruppi di (sub)dominanti capitalistici italiani, schiacciati sulle posizioni dei (pre)dominanti gruppi imperialistici americani; e, se i democratici vincessero le presidenziali, e se dunque gli USA perseguissero una differente strategia imperiale (egemonica), la pericolosità della sinistra ne verrebbe enfatizzata. E’ perciò meglio giocare d’anticipo.
Come ultima ciliegina, non dimentichiamo mai che la sinistra è un misto di untuosi ex democristiani (quelli proprio preteschi, ben interpretati dall’untuosità parrocchiale di Prodi) e di spocchiosi rinnegati del fu “comunismo” (che non era nemmeno comunismo, ma onnivoro statalismo). Si tratta della più nefanda “specie” umana, senza dignità, senza morale, senza sentimenti, senza nulla di nulla; degli autentici robot costruiti per favorire il potere dei dominanti più pericolosi: quelli parassiti e subordinati ad altri dominanti più forti di loro. Sono però robot in cui è stato inserito un software “buonista”; recitano le più melense trame da romanzo “rosa”. Ascoltate bene il loro rappresentante più “puro”: Veltroni. Non dice nulla di fuori posto, nulla che non sia “vero”, della verità dell’ovvio, del generico, del sempre identico, dell’assenza di ogni novità. Nulla deve sortire un effetto di sorpresa, tutto deve corrispondere alla medietà della sedicente “Coscienza Comune”. Rabbrividite! E diventate cattivi. E’ l’unico modo per guastare il programma di queste macchine infernali fabbricate per addormentare, appiattire le menti individuali, renderle un deserto dove non possa allignare più alcuna opposizione, alcun sussulto di sdegno per le porcherie che questi “grovigli elettronici” (agenti nella sfera economica, politica, culturale) ci ammanniscono giorno dopo giorno. Ripristiniamo la nostra umanità; senza u maiuscola, per carità!, poiché l’enfasi (dell’ipocrisia) va lasciata ai “buonisti” di sinistra.
14 gennaio