LETTERA APERTA AL SENATORE TURIGLIATTO

(sull’opportunità di dare una logica alla coerenza)

*aggiornamento in fondo all’articolo

 

Caro Senatore,

noi del blog e del sito Ripensaremarx abbiamo sin da subito dato il nostro sostegno e la nostra solidarietà alla sua persona, sia per il linciaggio mediatico al quale era stato immediatamente sottoposto dopo la scelta di votare, secondo coscienza, contro la politica estera del governo Prodi (ma la stampa asservita non era solo quella del Cavaliere Nero?) sia per la canea di accuse infamanti che l’hanno colpita, come massi immuni all’attrito, al solo fine di farla recedere, sotto il pubblico ludibrio, dalla sua saggia presa di posizione. Vorremmo ricordarle che in testa al branco assalitore c’erano quelli che si autodefiniscono ancora comunisti e si chiamano ipocritamente tra loro compagni (ed ai quali ieri Lei ha rinnovato, attraverso Prodi, la fiducia). Senza volere fare i maestrini vorremmo fare presente a questa gente quello che era il senso etimologico della parola Compagni (dividersi il pane, non gli scranni!), significato che loro hanno buttato alle ortiche per bere dalla cornucopia del potere (meno pane e più prebende!). Per questo, oggi, ci sentiamo autorizzati a sputargli in faccia,  con veemenza, tutta la nostra rabbia e a dire loro che possono tenersela tutta per sé questa denominazione per quanto, come diceva Giorgio Gaber, l’hanno ampiamente squalificata, e non da ora. Quindi noi non siamo più compagni di nessuno, né, tanto meno, ci sentiamo comunisti perché non vogliamo minimamente essere associati a questo manipolo di loschi figuri.

Però c’è qualcosa (qualcosa che non riusciamo proprio a digerire) che non ci convince nelle sue parole post-parto di coscienza. Siamo costretti a dirglielo ex abrupto e senza troppi fronzoli perché è giusto che così come alla coerenza da lei manifestata nella "prima ora" sia corrisposta la solidarietà di noi tutti (disgustati dalla farsa governativa), è altrettanto giusto che all’ambiguità del suo discorso (e della sua lettera che ho proprio sotto gli occhi) corrisponda tutta la nostra profonda diffidenza. Le ragioni che L’hanno condotta ad esprimere un voto contrario in Senato ci sono tutte, sono quelle che abbiamo apprezzato e che, per noi, hanno assunto un valore crescente mano a mano che la sua solitudine nell’ "ora difficile" consentiva all’indice puntato delle mani “sinistre” d’individuare con certezza il Giuda (con il suo partito che, rovesciando ogni logica, presentava sé stesso con la faccia della responsabilità e lei come un misero traditore). Non è assolutamente possibile per chi si definisce comunista e che, per di più, si inserisce in una delle tradizioni rivoluzionarie del comunismo storicamente vittorioso nel ’17 (quella nata dal fondatore dell’Armata Rossa, il potente esercito che ha resistito con onore e con il proprio sangue all’imperialismo delle potenze occidentali), appoggiare una guerra imperialista contro popoli che resistono con altrettanto orgoglio e con dignità ad un invasore protervo appoggiato dalle principali potenze occidentali (Italia compresa). Vede, qui siamo solo alla politica estera, allo spargimento di sangue di popoli fieri e innocenti, al vero terrorismo internazionale (quello Usa avvallato dal nostro governo) che ha fatto sussultare la sua coscienza che non voleva rendersi corresponsabile della disseminazione di morte e distruzione. Ma Lei sa,  ugualmente bene, che questa è sola una parte (certo fondamentale) del problema complessivo. Come le dicevo, ho qui presso di me la sua lettera di ringraziamento per la nostra solidarietà, ma più vado avanti nella lettura delle motivazioni che L’hanno spinta a riconcedere la fiducia a Prodi e più cresce in me il pentimento, per cui devo ributtarmi  nella scrittura di interminabili cahiers de doleance aggiungendo il suo nome alle proscrizioni.

Vorremmo ricordarle qual è il significato del lemma Fiducia estrapolandolo dal De Mauro-Paravia: “sentimento di sicurezza, tranquillità, speranza e sim., che deriva dal confidare in qcn. o in qcs., nelle possibilità proprie o altrui”. Lei capirà, a questo punto, che tutta la sua coerenza, quella dimostrata nel primo discorso a Palazzo Madama, finisce nella pattumiera di fronte a questa (contro)scelta "fiduciaria". Dice nella sua lettera: “Per me la fiducia al governo ha un valore tecnico”. Un valore tecnico? Che fa, arzigogola con i concetti come fanno i suoi denigratori? Già questa freddezza mi fa rabbrividire, è vero che la politica è strategia (questo lo so benissimo!) ma è anche una questione di pancia, è passione, è odio viscerale per gli sfruttatori e per chi li copre ideologicamente. Lei, invece, pur di non dire come stanno realmente le cose allena il suo stomaco da dinosauro a digerire l’indigeribile.

Ma poi continua imperterrito nei suoi argomenti (scuse!, solo scuse!) trasformando la coerenza di quel voto al Senato nell’esatto contrario semantico, in un vero e proprio aborto di significanza che ubriaca la ragione. Questa sbornia La porta a dire che potrebbe mutare qualcosa e nell’attesa finirà per abituarsi a ciò che oggi dice di disprezzare. Sempre dal De Mauro-Paravia, Incoerenza: mancanza di connessione logica, di coerenza: i. nel parlare, nell’agire.

La prova di tale incoerenza ce la fornisce Lei, ancora una volta, con le sue parole: “Respingo tutti i dodici punti del discorso di Prodi”. Guardi, se non se n’è accorto, Prodi ha chiesto la fiducia proprio sui quei punti e non semplicemente sul rifinanziamento della missione in Afghanistan; per altro, uno di quei punti prevede che, in caso di dissenso e di posizioni discordanti in seno al governo (maggioranza), l’ultima parola spetterà a lui, il “Grande Dittatore”. E allora? A che gioco stiamo giocando Senatore Turigliatto? Adesso vorrei darle io un po’ di buone ragioni con le quali avrebbe potuto, sempre secondo coscienza, logica e coerenza, rifiutare la fiducia a questo governo di codini incravattati. Il governo Prodi è il governo della Goldman Sachs, i suoi uomini sono stati posizionati nei punti principali delle istituzioni del nostro paese (Draghi, Padoa-Schioppa, Costamagna ecc.). Il governo Prodi è il governo della peggiore finanza italiana (Bazoli-Salza) a sua volta legata alla finanza americana che controlla tutta la nostra economia. Il governo Prodi fa da stampella ed agisce pedissequamente a sostegno dell’industria decotta di questo paese (vedi i regalini fatti a Montezemolo e alla Confidustria). Questo governo fa la voce grossa con i “bottegai” e s’inchina reverenzialmente ai grandi capitalisti che stanno riducendo questo paese ad un ammasso di macerie sulle quali costruire basi americane. Il governo Prodi, quello al quale Lei ha dato nuovamente mandato, non fa nulla, assolutamente nulla, per i lavoratori più deboli. Infine, c’è anche la questione che ha generato il suo sommovimento coscienzale, quella del conatus irrefrenabile contro la quale non bastava semplicemente turarsi il naso (come è avvenuto in passato), la politica estera e le missioni di Guerra. Come vede tutto torna, tutto è strettamente legato, il Governo Prodi agisce in un’unica direzione capitalistica (al soldo del paese predominante) e lo fa in tutte le sfere sociali, ci sono connessioni strettissime che tengono insieme la politica estera, la politica interna, la strategia economica, quella ideologica ecc. (tutti temi che costituiscono la “benzina” dell’azione di governo) e lei ancora spera? (perchè la fiducia è speranza) Questo significa essere non semplicemente miopi ma, addirittura, completamente ciechi. Adesso, io non credo alle sviste di un comunista come Lei, noi siamo cresciuti tra le braccia di Marx e tra quelle di Lenin, abbiamo un metodo (quello marxiano) ed una pratica (quella leniniana) con la quale ci caliamo sulla realtà e cerchiamo di leggerne la direzione (e di trasformarla, se ci riesce), oltre quell’apparenza fattuale (i fatti loro!) che lei oggi usa come illusione. Noi facciamo analisi concreta della situazione concreta. Lei preferisce continuare ad essere accomodante con il “mostro” che ci sta divorando, dice con pudicizia di non sentirsi responsabile della crisi di governo come se essere contro il governo fosse un ingiuria e un atto scriteriato, una cosa della quale vergognarsi (dovrebbero vergognarsi i suoi compagni di partito!). Ma poco prima Lei aveva detto, sempre nella sua lettera, “ i dodici punti di Prodi sono un’accelerazione liberista contro le forze anticapitalistiche” (non sono queste le parole precise ma il senso è proprio questo!). Eppure, ieri, Lei ha rinnovato la sua fiducia a questi manigoldi, guerrafondai, servi, liberisti, antioperai. E questo non sarebbe politicismo? Lei sarebbe avulso dalle scelte politicistiche? Non mi pare proprio caro Senatore. La voglio invitare ancora una volta alla Logica (la correttezza del ragionamento secondo i suoi stessi presupposti intrinseci), quella che lei sembra aver smarrito sulla via della concessione della fiducia agli infidi sinistri, per cui chiedo umilmente: di grazia, che cos’è il politicismo allora?

Capisco la debolezza umana ma vorrei che Lei non ci raccontasse delle storie, delle altre storie, ne abbiamo sentite già troppe.

Con questo e con enorme dolore siamo costretti a ritirarle la nostra solidarietà.

 

* Franco Turigliatto non è più un senatore del Partito della Rifondazione comunista. Il senatore dissenziente, ritenuto tra i responsabili della crisi del governo Prodi, è stato allontanato per decisione del Collegio nazionale di garanzia del Prc con 14 voti a favore e 6 contrari, su 25 componenti il collegio. La maggioranza richesta era di almeno 13 voti favorevoli. [Rai News]

Una maggioranza quasi bulgara che testimonia della democrazia in Rinnegamento Comunista (RC) e Turigliatto gli ha pure salvato il culo, grazie al suo gesto "responsabile" gli scranni strideranno ancora al peso di sederi comunisti, ahinoi! I rifondaroli imparano dalla Confindustria: Tradire! Tradire! Tradire!