Commento di G. la Grassa ad un articolo apparso su SinistraCritica. Vi proponiamo prima l’intervento di GLG e subito dopo l’articolo in questione.

"L’analisi dei rapporti di forza nel paese che ci consegnano un governo di ‘minoranza’ sociale e ostaggio delle destre".
Basta isolare questa frase dell’intervento di Cannavò o chiunque sia della "sinistra critica", per ripetere ancora una volta: ci sono o ci fanno? Si ricordano qualche rudimento del marxismo? E’ una teoria da veramente rifondare radicalmente, ma mantenendo la sua analisi strutturale, la sua capacità di andare sotto la "superficie", cioè dietro il palcoscenico, dove recitano i guitti, per individuare la regia. Questi incoscienti o ignoranti (o peggio) hanno mai sentito parlare dell’editoriale dell’8 marzo 2006 di Mieli sul Corriere – concordato con l’unanime consenso del patto di sindacato della RCS (tutti i maggiori finanzieri e grandi industriali "decotti") – con cui si è indicato di votare per il centrosinistra? E credono che ciò sia stato fatto perché si è "ostaggio della destra"? Deficienti o Giuda al 100%! E’ la destra (con Casini che manda in avanscoperta Follini; con Maroni che si incontra con i Ds per discutere di federalismo; con Fini che boicotta ogni ipotesi di elezioni anticipate) ad essere condizionata dalla sinistra. E’ la sinistra (ivi compresa ormai quella "critica") ad essere il cancro del paese – naturalmente perché strumento decisivo e insostituibile della grande finanza e industria decotta – mentre la destra è la riposta malata dell’organismo Italia. La risposta sana, al momento inesistente, sarebbe l’operazione chirurgica o la chemioterapia per questo cancro.
Alla gogna la sinistra! A cuccia la destra! Ma è la prima la causa e la seconda l’effetto; ovviamente nella sfera politica, poiché la causa delle cause è la solita GFeID, quella che ha dato l’indicazione di voto sopra accennata.

Dal sito www.sinistracritica.org

 

SIAMO TUTT@ TURIGLIATTO ! – 01 Marzo 2007

 

CONTRO L’ESPULSIONE DI FRANCO, DISOBBEDIENZA ATTIVA

 

La scelta del Prc di espellere Franco Turigliatto ci appare gravissima. E’ una ferita nella storia di Rifondazione e infatti è la prima volta che accade. Per la vicinanza e la solidarietà che proviamo nei confronti di Franco e per la condivisione della sua linea politica la percepiamo e viviamo come un allontanamento collettivo della nostra area a cui ovviamente ci opporremo. "Oggi siamo tutti Franco Turigliatto"

 

 

Ci sembra inoltre una scelta dettata dalla collocazione governativa e frutto dell’appoggio incondizionato al governo Prodi che non prevede alcuna forma di dissenso. E’ inoltre anche una scelta collegata alla nuova linea dell’unità a sinistra che prevede la formazione di una Sinistra di governo che, per definizione, va deprivata di qualsiasi elemento dissenziente.

 

Noi esprimiamo la nostra più assoluta solidarietà a Franco, umana e morale ma soprattutto politica. Questo significa disporsi a seguirne le indicazioni dettate dalla sua dichiarazione al Senato con una fiducia al governo che equivale all’appoggio esterno e che è già determinata, a cominciare dall’Afghanistan, a contrastare le misure antipopolari e di guerra del governo Prodi. E quindi a costruire opposizione sociale. Ci impegneremo più di prima, dunque, nei movimenti sociali e nel conflitto proponendo di recuperare lo spirito dei Social Forum cioè l’unità di reti e movimenti in piattaforma comuni. Ci piacerebbe molto poter contribuire a costruire dei Forum dell’opposizione sociale. Al partito diciamo dunque che DISOBBEDIREMO ATTIVAMENTE E IN MASSA alla decisione presa non seguendo la linea dell’appoggio incondizionato al governo ma praticando un’altra linea, quella dell’opposizione sociale. Questa Disobbedienza passa anche per la costruzione convinta e determinata dell’Associazione Sinistra Critica. Nell’immediato e per quanto ci riguarda comunque

a) Non voteremo alla Camera la fiducia al governo sia perché, come dice Marco Revelli, i 12 punti sono 12 chiodi su una porta sbarrata ai movimenti e al conflitto, sia per solidarietà a Franco;

b) Personalmente non parteciperò alle riunioni di Direzione (di cui sono membro) e al Gruppo parlamentare: per dirla con il nuovo linguaggio, me ne allontanerò;

c) Proporremo di continuare la battaglia nelle conferenze di organizzazione locali e in quella nazionale per esigere il ritiro della decisione presa dal Collegio di Garanzia;

d) dopo quella scadenza ci riuniremo e collettivamente valuteremo le conseguenze e le decisioni da prendere.

 

Nell’immediato, però, indipendentemente dalla nostra posizione, pensiamo che Rifondazione debba prendere atto del fallimento della sua linea politica e andare a un Congresso straordinario. Del Congresso di Venezia sono smentiti infatti tre pilastri: l’analisi dei rapporti di forza nel paese che ci consegnano un governo di "minoranza" sociale e ostaggio delle destre; la permeabilità del governo ai movimenti che non esiste. Rifondazione è permeabile ma il governo no e questo costituisce l’origine della crisi del partito; la scelta della Sinistra europea che ci sembra ritirata dalla nuova proposta di Bertinotti di unire la sinistra politica e confermata dalle odierne aperture di Diliberto. Insomma, una battuta di arresto che il partito tutto dovrebbe discutere.