QUESTA VOLTA IL LA GRASSA FURIOSO HA COMPLETAMENTE RAGIONE

di Costanzo Preve (Torino, marzo 2007).

 

Ho letto tutti i furiosi e adrenalinici testi di La Grassa (d’ora in poi GLG) pubblicati sul blog fra febbraio e marzo 2007, in occasione della tragicomica minicrisi all’italiana sul finanziamento dei reparti militari di guerra (ribattezzati orwellianamente peace enforcing) al servizio della strategia USA di accerchiamento geopolitica di Iran, Russia e Cina.

A volte non condivido il tono sopra le righe di GLG. Ma questa volta devo dire che lo condivido completamente. Fatti gravi consentono infatti anche l’uso di stilemi un po’ eccessivi. Bravo GLG!

Personalmente, ho rotto con le baracchette ideologiche fiancheggiatrici di questi pezzenti (Punto Rosso, rivista Marxismo Oggi, eccetera) fin dalla metà degli anni novanta. Ho accettato consapevolmente la solitudine, la mancanza di recensioni, il silenziamento, il gossip malevolo perché pubblicavo dove potevo, eccetera. Ora anche GLG, con qualche anno di ritardo rispetto alla mia azione pionieristica, ha finalmente capito che – come diceva il buon vecchio Antonio Gramsci – ogni tanto si rende necessaria la consumazione di uno “spirito di scissione”. Rivendico invece integralmente la mia collaborazione mai interrotta con il Campo Anti-Imperialista, che nonostante il pittoresco settarismo gruppuscolare di (alcuni dei suoi, non tutti) dirigenti, almeno si è sempre schierato dalla parte giusta, e continua a farlo. In proposito, è necessario spesso sorvolare sul settarismo gruppuscolare, se le posizioni strategiche di appoggio ai popoli (Irak, Afghanistan, Palestina, Libano) ed agli Stati (Siria, Iran, eccetera) è giusta. E chiudo su questo punto, peraltro i facile comprensione.

Ho invece mantenuto la mia solidarietà a Turigliatto (che peraltro non è stata neppure registrata nell’elenco pubblicato dal Manifesto – forse che del mio riverito nome ci si vergogna? Ohibò!), in quanto questa solidarietà non è mai stata precipuamente politica, ma integralmente “morale”. So che questo termine non piace all’anti-umanista althusseriano GLG, ma non ci posso fare niente. Quando una canea di straccioni con le pezze al culo riciclati in parlamentari (ed io li conosco, oh se li conosco!) giunge alle minacce di linciaggio morale ed anche fisico (su questo il vecchio cossuttismo trinariciuto e violento è impagabile – vedi la Palermi che si butta come una virago sul povero Rossi!), usando nel caso del pacifico Turigliatto il nobile termine di “violento” (in questo mondo borgesiano alla rovescia l’obiettore di coscienza Turigliatto sarebbe stato “violento” perché avrebbe minacciato la comunità non violenta dei votanti per i mercenari della peace enforcing!), allora la questione è morale prima che politica, e diventa la solidarietà verso un normale essere umano contro la spregevole medaglia urlante e minacciante!

Dunque mantengo la mia solidarietà “morale”. Ma per il resto GLG ha ragione, e sono contento di ribadirlo. Detto questo, faccio solo alcuni rilievi destinati ad essere ripresi.

Quando GLG se la prende con il marxismo universitario assistito (ben poco assistito, per la verità), esenta come sempre il solo marxismo che gli piace, il marxismo universitario althusseriano. Con tutto il rispetto per quest’ultimo, non c’è soltanto questo. Un po’ meno di settarismo althusserianocentrico non farebbe male, e lo percepirei anche come segno (fino ad ora mai arrivato) di rispetto anche verso la mia personale ricerca.

GLG ha ragione nell’ individuare nell’egemonia del picismo (oggi dialetticamente evoluto nel serpente metamorfico PCI-PDS-DS-PD) una delle ragioni dell’attuale miseria politica italiana. I partiti comunisti del Portogallo, Spagna, Francia, Grecia, eccetera, hanno fatto meno danni proprio per la loro natura esplicitamente operaistico-testimoniale. Trattandosi di “massi inamovibili”, bastava scansarli. Il picismo, invece, per ragioni ancora in parte da sviscerare, ha impestato l’intera cultura politica italiana, ed ha potuto farlo proprio per il suo carattere “similsovetico” (al di là del teatrino ideologico identitario, per cui tutti gli ingenui potevano pensare che fosse il partito comunista meno filosovietico d’Europa).

Non sono soddisfatto della dizione di GLG sul socialismo reale come accumulazione “particolare” (statalistica!) del capitale. Mi sembra un esito bordighista. Preferisco la dizione di transizione intermodale impossibile per la natura subalterna della sua base di massa e di classe operaio-contadina, destinata ad essere travolta con la formazione di nuovi ceti medi.

Ci torneremo sopra. Per il momento – trascurando la sua ben nota, ed ormai incurabile – cecità filosofica, viva il GLG furioso, viva l’adrenalina, ed abbasso i trasformisti straccioni!!