SEMPRE PIU’ A SINISTRA; UN ERRORE CHE SI RIPETE SEMPRE
Pubblichiamo sul nostro sito (www.ripensaremarx.it) un’interessante riflessione di Gianfranco La Grassa dal titolo Sempre più a “sinistra”; un errore che si ripete sempre. Come si potrà ben capire l’oggetto di questa riflessione è la foia (per lo più una reazione scoordinata) con la quale si tenta riformare un soggetto storico e politico, qual è la sinistra, semplicemente ritornando alla purezza (o alla radicalità) perduta/tradita a causa di infidi dirigenti che fanno combutta con il nemico. Ammettiamo che pure questo sia vero (del resto i nostri articoli del blog testimoniano che, “fuori analisi”, anche noi sentiamo il più profondo disprezzo per questi omuncoli) tuttavia, come ben dirà GLG, non si può dimenticare che esistono dei processi storici oggettivi che determinano le condizioni più favorevoli affinché i “pesci reazionari” possano felicemente riprodursi. Nel ’17 il movimento oggettivo della Storia permise ad un rivoluzionario intelligente come Lenin di sbarazzarsi dei traditori e dei rinnegati (e con loro anche dell’opposizione armata delle classi dominanti contro i bolscevichi) e di avviare la costruzione del socialismo in URSS, così come il “pantano storico” del ’14 aveva favorito il revisionismo del rinnegato Kautsky. Ma quest’ultimo, e gli altri dirigenti socialdemocratici, potevano essere ritenuti la causa prima di quella involuzione o piuttosto i facili profeti di una motivazione oggettiva che si era già affermata? (con gli operai che s’apprestavano a scendere in guerra al fianco delle borghesie imperialiste per difendere la patria). Ed è per questo che diciamo: la Storia prepara le condizioni oggettive della sua affermazione selezionando gli uomini "migliori" (sia in negativo che in positivo). Oggi si continua a commettere lo stesso errore, invece di incanalare le energie nell’analisi dei processi storici, economici, sociali che sono alla base della metamorfosi del capitalismo oggi si continua a credere che il problema siano i soliti “traditori della classe”: i Giordano, i Diliberto, i Bertinotti ecc. Per mettere fine al tradimento si sceglie di tornare al “vero comunismo”, di ridare radicalità all’iniziativa politica semplicemente aggirando i problemi e sopperendo al vuoto teorico con l’impazienza rivoluzionaria (per dirla alla Engels). Il filosofo torinese Costanzo Preve direbbe che siamo ancora una volta vittime di un “cattivo infinito” e della “furia del dileguare”. Il cattivo infinito si spinge avanti senza determinarsi mai, la furia del dileguare porta al vuoto sociale astratto che produce solo moralismo rivoluzionario (la radicalità che si esprime nelle mere parole d’ordine) pronto ad ammorbidirsi non appena lo slancio moralistico è costretto a fare i conti con la prosaica realtà, con la quotidianità dello scontro sociale (che non c’è). E’ quello che è accaduto a tutte le sinistre radicali nate sulla base della critica ai cedimenti delle sinistre moderate. Ci si voleva sbarazzare dei traditori ma è bastato qualche alloro e qualche carica istituzionale per diventare a propria volta dei traditori. Un ennesimo circolo magico che alla fine si compendia nelle solite banalità sulla democrazia (la migliore forma della dittatura borghese) e sulla necessità di stare nelle istituzioni (democratiche) per cambiare le cose gradualmente. Gradualmente si arriva solo a Bertinotti Presidente della Camera…
Chi vuole essere il prossimo?
Vi lasciamo alla lettura dell’articolo di GLG