IL LANCIO DELLE OPERAZIONI MILITARI IN IRAN COMPROMETTEREBBE TUTTE LE SPERANZE DI STABILIZZAZIONE DELLA REGIONE (fonte Ria Novosti, trad. GP)
L’inizio delle operazioni militari in Iran avrebbe conseguenze negative per tutta la regione, ha dichiarato lunedì a RIA Novosti il presidente del Comitato per gli affari internazionali del Consiglio della Federazione (camera alta del Parlamento russo), Mikhaïl Marguelov. "Una guerra contro l’Iran può avere conseguenze difficilmente prevedibili, allaccerebbe l’anello Afganistan-Iran-Iraq, non mancherebbe di avere effetto sui territori palestinesi, Israeliani e Siriani, polverizzando la speranza di una stabilità su tutta la regione", ha detto il senatore russo, che commenta la dichiarazione del ministro francese degli affari esteri sull’Iran. Intervenendo domenica scorsa alla rete televisiva LCI, il capo della diplomazia francese Bernard Kouchner ha ritenuto che la crisi attorno al dossier nucleare iraniano significasse per il mondo doversi "prepararsi al peggio", cioè alla possibilità di una "guerra" con l’Iran. Nello stesso tempo, il senatore ha riconosciuto che il programma nucleare iraniano preoccupa molto seriamente tutta la Comunità internazionale. "In ogni caso, questa preoccupazione non deve fungere da pretesto per il lancio di operazioni militari come quelle alle quali il capo della diplomazia francese ha fatto riferimento", ha chiosato Mikhaïl Marguelov. Dicendo ciò, il presidente del Comitato per gli affari internazionali della camera alta del Parlamento russo ha voluto ricordare che ogni azione militare deve essere firmata dal Consiglio di sicurezza dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Quanto alla Russia, ha sottolineato, non vede ragioni oggettive di votare per il lancio di operazioni militari in prossimità immediata dalle sue frontiere. "L’Iran deve rendere ovviamente il suo programma nucleare assolutamente trasparente, rinunciare a tecnologie a doppia destinazione e permettere tutte le ispezioni necessarie sul suo territorio. "È necessario ottenere tutto ciò con nient’altro che l’indurimento delle pressioni diplomatiche ed economiche su Teheran ", ha avanzato Mikhaïl Marguelov." D’altra parte, il senatore ha citato i dati dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica (AIEA), secondo i quali non ci sono prove che attestino la natura militare del programma nucleare iraniano. "Non abbiamo ragioni per non credere alla AIEA, ed in mancanza di tali prove, qualsiasi operazione militare nei confronti dell’Iran sarebbe per lo meno un atto irragionevole", ha aggiunto. Mikhaïl Marguelov ha qualificato come "misura controproducente" quella delle operazioni militari contro più paesi. "Tutti noi siamo testimoni della triste esperienza americana in Afganistan ed in Iraq, si comprende che la questione mediorientale richiede un approccio molto delicato, perchè la politica orientale non può essere realizzata né con le asce né con le bombe", ha proseguito il parlamentare. Secondo Mikhaïl Marguelov, si può ricorrere ad operazioni militari soltanto in presenza di un pericolo effettivo di attacco nucleare da parte dell’Iran "e non sulla base di ipotesi qualsiasi".