INFARTO AL SISTEMA di G.P.
Purtroppo ieri non ho seguito la puntata di Ballarò ma ho appreso dall’articolo di Geronimo, pubblicato sul Giornale di oggi, che il banditore dei poteri forti, l’inverecondo Paolo Mieli, si è lasciato andare a dichiarazioni che hanno confermato la natura “golpistica” di Mani pulite, rafforzando quello che noi sosteniamo da tempo. Secondo quanto riportato da Geronimo: “Il direttore del Corrierone dopo alcune valutazioni coraggiose («senza professionisti della politica e con i populisti la democrazia muore») si è lasciato andare e ha detto che delle due l’una o i partiti si danno una mossa o bisogna creare un infarto dell’attuale classe dirigente come avvenne nel 1992 [sottolineatura mia]. Noi già lo sapevamo ma mai avremmo immaginato una così chiara pubblica confessione di Paolo Mieli sul ruolo suo e del Corrierone nella vicenda di tangentopoli allorquando il diffuso costume di non dichiarare i contributi elettorali venne trasformato in corruzione, concussione e reati di ogni tipo per distruggere i partiti di governo e portare alla guida del Paese quei comunisti che crollavano in tutta Europa”. Soprattutto, sembra approssimarsi l’opzione per cui, qualora le cose non dovessero andare come auspicato da certi poteri economico-finanziari, sarebbe utile rimettere in discussione gli attuali equilibri politici a colpi di “mannaia giudiziaria”(molto meno credibile, almeno nelle forme già manifestatesi con la stagione di tangentopoli) o, comunque, causando un nuovo infarto al sistema politico. Del resto, le velate “minacce” apparse sul Corriere, a più riprese, non lascerebbero adito a dubbi. Sempre secondo Geronimo "il Corriere dei finanzieri e dei banchieri è alle spalle della piazza e delle sue minoranze attive. Non lo diciamo noi ma gli stessi protagonisti. Mentre un principe del pensiero liberale come Angelo Panebianco ha sollecitato nelle scorse settimane una «delegittimazione preventiva» dell’attuale classe politica italiana (guarda caso dopo qualche giorno sono arrivati i comizi di Beppe Grillo) Paolo Mieli ci va giù pesante e dice che forse è utile «provocare un altro infarto come quello di 15 anni fa". E perché c’è la necessità di provocare un colpo apoplettico all’attuale assetto politico? Forse, avanziamo noi, perché il centro-sinistra, con le sue contraddizioni e con le sue lotte intestine non è in grado di portare a compimento i desiderata della GF e ID (Grande Finanza e Industria Decotta). Tanto meno potrebbe farlo Berlusconi che viene visto ancora come un “invasore” da parte di questi centri di potere. Peraltro, sarebbe impossibile nella situazione attuale approdare ad un Grande Centro senza rimuovere le sedimentazioni politiche che rendono “dissimili”, agli occhi della pubblica opinione, i due schieramenti di centro-destra e centro-sinistra. Ma se il quadro complessivo fosse palingeneticamente stravolto anche alcuni “tradimenti” sarebbero più facilmente tollerati dal “popolo”. Insomma, nell’eventualità di un terremoto politico, la sovrapposizione e la saldatura tra le placche centriste s’inserirebbe in nuove coordinate che, sanzionando il definitivo superamento di questo bipolarismo, garantirebbero l’approdo al fantomatico “Centro di Gravità Permanente” con definitiva esclusione degli elementi partitici non completamente riducibili ai progetti della GF e ID.