LA PROVA DELLA CRISI? INSERITE SU GOOGLE LE PAROLE "DECEMBER SALES DOWN"* (FONTE GEAB N.21, TRAD. di G.P.)
Un anno fa, LEAP/E2020 annunciava che il 2007 avrebbe segnato l’entrata degli Stati Uniti in ciò che il nostro gruppo aveva chiamato, "la grande depressione US". All’epoca, lo spirito generale era di grande euforia. La parola "subprime" era sconosciuta al grande pubblico e gli esperti ritenevano che la crisi immobiliare americana non avrebbe avuto conseguenze per il resto dell’economia americana (rifiutandosi semplicemente di immaginare che essa potesse avere un impatto globale). Nel corso dell’anno 2007, i fatti hanno tuttavia largamente dimostrato che una crisi sistemica globale stava facendo vacillare tutti i fondamentali sui quali riposa l’economia mondiale dal 1945. E, così come descritto nel GEAB N°17 del settembre 2007, le sette sequenze della fase d’impatto della crisi sistemica globale raggiungeranno simultaneamente il loro picco nel corso dell’anno 2008. Uno degli aspetti, ed allo stesso tempo uno dei catalizzatori, di questa crisi sistemica globale, è l’entrata in una crisi socioeconomica senza precedenti degli Stati Uniti nel 2007 (1), per quanto riguarda le famiglie (2) – duramente colpite dall’esplosione della bolla immobiliare e la loro insolvibilità crescente – e gli operatori finanziari a causa dell’evaporazione pura e semplice di molte centinaia di miliardi USD di attivi. A queste due categorie di attori americani, il 2008 aggiungerà le imprese che saranno prese nella tenaglia tra "credit crunch" e crollo del consumo delle famiglie come anche di tutte le istituzioni pubbliche i cui redditi fiscali precipiteranno. In particolare da qui all’estate 2008, la crisi finanziaria iniziata dai prestiti immobiliari americani "subprime" si trasformerà in una crisi di più grande ampiezza con l’implosione del mercato del Credit Default Swaps (CDS). Ciò segnerà un nuovo punto di flessione della fase d’impatto della crisi sistemica globale.
Asia, Europa e paesi emergenti 2008 – Impatto diretto ma contrastato della grande depressione US: Recessione, stagflazione e reazioni da parte delle istituzioni occidentali
Parallelamente questo sprofondamento degli Stati Uniti nella grande depressione darà una frustata all’economia mondiale: l’eurozona entrerà in un periodo di stagflazione quando il resto dell’Ue (Regno Unito in testa), da parte sua, sarà aspirato in un processo di recessione.
Questo improvviso amore scandinavo per la moneta unica non deriva da una conversione recente ai meriti dell’integrazione europea, bensì da una presa di coscienza sulle turbolenze monetarie, finanziarie ed economiche che rischiano di essere fatali alle economie di piccolo taglio, non protette dall’integrazione completa in sistemi economici più grandi. A Est dell’Ue si assiste anche a tentativi di revisione al ribasso dei termini necessari all’entrata in Eurolandia. Tuttavia i differenziali della situazione economica sono ancora troppo importanti per permettere a questi paesi di essere al riparo quando la tempesta colpirà causticamente nel 2008 (del resto anche
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Note:
(1) O più esattamente “con un precedente” al quale ormai la maggior parte degli esperti e dei mass media specializzati fa spesso riferimento, cioè la crisi del 1929 e la grande depressione che seguì nel corso degli anni
(2) Se alcuni dubitano ancora della recessione negli Stati Uniti, li invitiamo ad un esercizio molto semplice: ricercare l’espressione "december sales down" su Google e constatare l’elenco impressionante di imprese di tutti i settori (vendita al dettaglio, macchine, elettronica, beni mobili…) che hanno visto le loro vendite cadere nel dicembre 2007, periodo di solito fastoso a causa delle feste di fine d’anno.
(3) Fonte: Financial Times, 22/11/2007
(4) Fonte: Commissione europea, DG affari economici e finanziari
*Titolo Originale: Phase de plein impact global de la Très Grande Dépression US