L’Iran e la bomba

Gli Stati Uniti vogliono risolvere al più presto la pratica Iran, dopo aver accerchiato  lo "Stato canaglia" cercano una soluzione sbrigativa per allinearlo, visto che le truppe statunitensi sono impegnate in molti scenari di guerra. Le voci si rincorrono e il presidente Bush propaganda seriamente l’uso dell’ atomica, per ora solo il veto di Cina e Russia in Consiglio di Sicurezza ha impedito l’approvazione di una mozione di censura contro Teheran. Ecco un interessante quanto preoccupante articolo in proposito.

09.04.2006
 New Yorker: «Bush vuole usare l’atomica contro l’Iran»

di Roberto Rezzo

 Il presidente iraniano Ahmadinejad è come Hitler e per toglierlo di mezzo non c’è niente di meglio che unattacco nucleare. Queste le conclusioni cui è giuntoil presidente George W. Bush durante ripetuti colloquicon i suoi collaboratori dietro le discrete mura dellaCasa Bianca. Il contenuto è trapelato grazie a uno scoop del New Yorker a firma di Seymour Hersh, il leggendario giornalista investigativo che nel 1969,durante la guerra in Vietnam, aprì gli occhidell’opinione pubblica americana sul massacro dicivili compiuto dalle truppe Usa nel villaggio di My Lai.«Quest’amministrazione è convinta che l’unico modo dirisolvere il problema sia di cambiare la struttura di potere in Iran, e questo vuol dire una cosa soltanto:guerra», sono le dichiarazioni che Hersh ha raccolto da un alto funzionario dei servizi segreti conconoscenza diretta dei fatti. Il piano d’attacco contro Teheran sarebbe già in avanzato stato di preparazione e viene definito «enorme, complicatissimo e allo stadio operativo». Le rivelazioni sono confermate punto per punto da un anonimo consulente governativo con buoni agganci fra i vertici civili al Pentagono. «Bush è assolutamente convinto che se non sarà fermato in tempo l’Iran metterà insieme l’atomica. Il presidente ritiene di dover fare quello che nessun democratico o repubblicano eletto dopo di lui avrà mai il coraggio di fare: salvare l’Iran. E per questo vuole che la sua amministrazione sia ricordata; è la sua eredità ai posteri».
Nell’articolo del New Yorker si citano anche fonti dirette del dipartimento alla Difesa che hanno preso visione delle modalità con cui dovrebbe essere lanciato l’attacco: «Una massiccia campagna di bombardamenti per umiliare le autorità religiose iraniane e spingere la popolazione alla rivolta contro il governo». Tradotto con il linguaggio del diritto internazionale, Bush vuole un olocausto nucleare per scatenare una guerra civile. A titolo preventivo naturalmente, perché non esistono prove del fatto che Teheran stia lavorando alla produzione di armamenti non convenzionali. All’Agenzia atomica internazionale, ‘agenzia delle Nazioni Unite che da Vienna controlla tutto quello che riguarda la proliferazione nucleare, fanno notare che gli Stati Uniti non hanno mai
presentato una documentazione convincente a sostegno delle accuse contro Teheran. Il tentativo di Washington di far passare in consiglio di Sicurezza -con l’aiuto di Francia e Gran Bretagna – una mozione  di censura nei confronti di Teheran con esplicita
 minaccia di sanzioni punitive è stata affossata dall’opposizione di Russia e Cina dietro minaccia di veto. Il risultato è stato un documento generico e non vincolante che ha avuto l’unico effetto di inasprire le tensioni fra Stati Uniti e Iran.

 Le rivelazioni di Hersh mettono in chiaro una volta per tutte che il gioco della Casa Bianca non è affatto quello di raggiungere una soluzione diplomatica. Bush
 non cerca il compromesso, ma lo scontro. Anzi, l’annientamento. La scelta di un attacco nucleare contro Teheran sarebbe fra l’altro obbligata: gli Stati Uniti, con un contingente compreso fra i 130 e i 150mila uomini in Iraq, non possono permettersi spostamenti significativi di truppe su altri teatri di guerra. Non resta che l’atomica per salvare gli
 iraniani dal proprio destino.