IL GIOCO DEGLI SPECCHI
I mercati finanziari, le strutture sovranazionali che governano l’economia agendo come paravento per gli interessi dominanti della finanza Usa, i dominanti dei paesi autoctoni che si pongono sotto tale ombrello protettivo per l’incapacità di elaborare proprie strategie d’attacco. Questo e tanto altro sta alla base dell’imputridimento della situzione politico-economica italiana dove il gioco degli specchi e della riottosità di maniera tra destra e sinistra cela la vera natura della partita strategica che si sta giocando. Da un lato i superiori interessi americani che tracciano la via da seguire sui grandi temi geopolitici e geostrategici oltrechè economici, dall’altra il "piccolo establishment" del restrellamento delle risorse interne, che si appoggia alternativamente ad uno dei due schieramenti politici per ottenere la risorse necessarie ai propri giochi di potere.In questo clima di unità antipopolare c’è lo spazio per un Ciampi super partes custode delle procedure costituzionali con un passato da smantellatore delle proprietà pubbliche, e c’è spazio anche per un D’Alema che ha già ampiamente dimostrato il suo asservimento e la torbidezza del suo modo di agire. Chi meglio del compagno spezzaferro, ex lanciatore di molotov, può ricoprire quell’incarico di garanzia….per i dominanti. Non per tutti, ovviamente, il Corriere della sera gli ha già pregato di lasciar cadere la sua candidatura per lesa maestà del "piccolo establishment" nell’operazione di sostegno a Gnutti-Consorte-Ricucci. D’Alema ci aveva provato, non è andata bene ma ha dimostrato di condividere la logica con la quale ci si deve muovere in questo mondo e questo fa di lui un umile riproduttore del sistema. Povere plebi identitarie e festanti che pensavano di aver dato l’assalto al cielo! Ma D’Alema si era già mosso in passato lasciando presagire il suo carattere: Marco travaglio riporta di una condanna per finanziamento illecito al partito in Puglia (poca roba, un errore di gioventù insomma). D’Alema avrebbe fatto meglio in seguito con la Banca salentina 121 e con centinaia di piccoli risparmiatori truffati dai suoi protetti. Poi, finalmente, le manovre che contano, la privatizzazione Telecom con la svendita di un gioiello nazionale a imprenditori senza liquidità. Ma, soprattutto, D’Alema ha dimostrato come si può conciliare la pace con la guerra nelle vicende dell’attacco americano alla Serbia. Dopo essersi vantato di aver messo a disposizione le basi militari sul territorio italiano e aver inviato un contingente di tutto rispetto, ha ideato l’operazione "cerotto per tutti", la famosa operazione Arcobaleno che ha messo a tacere le plebi pacifiste ed ha ingrassato la pancia di qualcuno un pò meno moralista. Tuttavia il problema non è la statura morale di questa persone, nè la loro fedina penale. La questione principale, che non ammette più tentennamenti, riguarda la stessa identità della sinistra. Chi non vuole capire che i due schieramenti in campo sono totalmente speculari e servono i medesimi interessi di potere, non potrà più godere nemmeno del privilegio della buona fede. La situazione è così compromessa che solo seppellendo "l’ammorbato" si potrà evitare l’epidemia. Speriamo solo che gli appelli dei leaders sinistri vadano a cadere nel vuoto, presto saremo chiamati ad altri rospi da mandare giù per il bene nazionale e per l’esportazione della democrazia. Chi anche questa volta cederà per un fantomatico senso di responsabilità dovrà farlo con la consapevolezza di rinunciare anche all’ultimo briciolo di dignità.