CHE SUCCEDE IN ITALIA?

Ieri tre fumate nere nel parlamento riunito in seduta comune.  Oggi probabilmente arriverà il verdetto e, a meno di colpi di scena, Napolitano dovrebbe essere eletto con i voti del solo centro-sinistra.

Gli unici scontenti, per ora, saranno i dalemiani che dovranno incassare l’ennesima sconfitta. I ds come partito, invece, avranno ampia cittadinanza nel costituendo governo (oltre, ovviamente, ad un proprio uomo sullo scranno del colle). Nel centro-destra l’unità sembra reggere a malapena, l’UDC dimostra di mantenere il suo spirito centrista e rafforza i suoi naturali legami con la parte della vecchia DC che continua ad albergare nello schieramento opposto (Margherita e altri cespugli) siamo però ancora lontani dalla prospettiva di creazione del "Grande Centro". Probabilmente Casini spingerà per il voto a Napolitano, anche se qualcuno minaccia che al voto favorevole per "il comunista" seguirà una resa dei conti nella Casa delle libertà, con eventuale ripensamento del suo sostrato di sostegno politico (la lega sarà la più revanscista in tal senso). In più, qulache scherzetto potrebbe essere tirato dai dalemiani più accaniti che, nel gioco incrociato delle schede bianche, potrebbero far mancare i voti al candidato papabile, cioè Napolitano.

Tutto questo avverrà nell’ambito di giochi di potere di corto e cortissimo respiro, poichè, a parte la ricollocazione di uomini più favorevoli al centro-sinistra nelle aziende statali di maggior rilievo, le politiche di privatizzazione e liberalizzazione dovrebbero proseguire con la stessa audacia di questi anni (ovvero con l’accelerazione delle svendite ai principali gruppi di potere che hanno garantito l’elezione di Prodi). Nelle M.& A. che si profilano all’orizzonte lo Stato garantirà buona parte delle risorse sotto diverse forme (dirette e indirette), come è già successo per Autostrade s.p.a. dove il rialzo continuo delle tariffe nonostante gli scarsi investimenti, previsti tassativamente dal contratto di concessione, non hanno spinto L’ANAS ad agire per la revoca della medesima.

Sicuramente non ci saranno molte voci discordi, chi spera ancora in Rifondazione perderà presto le prorie illusioni, del resto il partito ha già fatto intedere che questa volta sarà un alleato fedele. L’ODG respinto dal gruppo dirigente di RC che prevedeva il ritiro delle truppe italiane impegnate nei vari scenari di guerra, la dice lunga sulla scelte politiche dei rifondaroli.