I BUGIARDI AL POTERE (2)

Che i conti fatti da questi bravi tecnici governativi fossero ingarbugliati sino all’inverosimile lo si era ormai capito da tempo, il bandolo della matassa veniva nascosto sotto provvedimenti buttati lì a casaccio per calcoli che non potevano e non dovevano tornare. Si è urlato al dissesto economico dello Stato solo per poter agire secondo interessi ben precisi, la tecnica era quella di sparare cifre a cazzo per vedere un po’ "l’effetto che fa". Alla fine due conti li facciamo noi. 20 mld di introiti fiscali in più pagati dagli italiani e l’Istat che ieri ha annunciato un rapporto deficit-pil sotto il 3%. Allora?

Qualcuno si è già bruciato in questa vicenda e il governo Prodi ha i mesi contanti. Le bugie possono avere anche le gambe lunghe ma è bene, innanzitutto, saperle raccontare senza cadere in contraddizioni palesi alle quali poi si deve sopperire con la faccia di bronzo di chi nega pure l’evidenza.

Il governo è riuscito perfino a fare incazzare i sindaci di centro sinistra, arrivisti “transeunti” che dalle realtà locali preparano il grande balzo verso le istituzioni che contano. Pensate a Veltroni o a Cofferati, credete che questa sia gente che si accontenta della “ciotolina” comunale?

I Ds e la Margherita in primis, stanno già pensando a come liberarsi di Prodi, il professorone ne ha combinate abbastanza anche per loro, ma soprattutto ha viaggiato su binari “ultrapolitici” che hanno scontentato il ceto politico professionale abituato a concludere personalmente certi affari. Questi uomini si sentono minacciati  nella gestione del potere (l’unica cosa che sanno fare per quanto, come le galline, beccano sostanzialmente briciole), che, poi, è la ragione per cui uno diventa un figlio di puttana e si fa eleggere in parlamento.

E ancora, anni ed anni ad urlare sul conflitto d’interessi di Berlusconi per scoprire che i lestofanti sono distribuiti equamente a destra e a sinistra. “Prodi”tori che approfittano del loro ruolo per costruire una rete di relazioni "trasversali" e “deformare”, con i loro culetti stridenti che non si scollano dalle seggiole, gli scranni delle istituzioni. Ci dica Prodi, come mai durante il periodo in cui era alla Commissione Europea la sua Nomisma (società fondata da lui stesso nel 1981) ha ottenuto 64 contratti con Bruxelles per 8,4 mln di euro? Rovati “il solipsistico”, il misantropo della finanza, era amministratore della Ieffe S.p.a, a sua volta socia di Nomisma. Questo “infame” silente che fa le cose di soppiatto è amico di lunga data del professore ed è per questo che ha accettato di sobbarcarsi responsabilità che non erano solo sue. Oggi la Nomisma è presieduta dal ministro De Castro, altro consulente di Prodi quando era alla Commissione Europea. Per non parlare poi della società immobiliare “l’Aquitania” gestita dalla signora Franzoni in Prodi (collegata con una marea di altri finanzieri poco raccomandabili), che ha pure aderito al condono fiscale varato dal governo Berlusconi. Come lo chiamiamo questo se non conflitto d’interessi? Siamo seri per favore. Queste cose si sapevano già prima che la “grande” coalizione di centro-sinistra scegliesse Prodi quale proprio leader. Ma a che pensavano questi farabutti, a vincere le elezioni per spartirsi meglio il bottino? E noi qui a discutere se i partiti della cosiddetta estrema sinistra si sarebbero posti il problema di raddrizzare l’ago della bilancia sociale verso le classi disagiate. I politici comunisti hanno imparato subito la lezione, nel porcile si va per sguazzare. La ripulita gliela daremo noi, forse, se avremo la forza di mandarli tutti a casa.