NOVANTESIMO ANNIVERSARIO DELLA RIVOLUZIONE DI OTTOBRE
1917 – 2007 NOVANTESIMO ANNIVERSARIO DELLA RIVOLUZIONE DI OTTOBRE
Atti del Convegno organizzato dal “Comitato 7 novembre” (a cura di Cristina Carpinelli)
(sedizioni, novembre 2008, pp. 145, euro 12,50).
INDICE DEL LIBRO:
– Prefazione
di Rolando Giai-Levra
– Apertura lavori
di Sergio Ricaldone
– Messaggio di Domenico Losurdo
– Prima Relazione
L’Ottobre bolscevico
di Alexander Hóbel
– Interventi
La Rivoluzione d’Ottobre e le tre fasi della ‘Grande Paura’ della borghesia
di Sergio Cararo
Il Partito Comunista della Federazione Russa
di Mauro Gemma
– Messaggio di Raffaele De Grada
Alcune brevi note sulla Rivoluzione russa dell’Ottobre 1917
di Cristina Carpinelli
7 Novembre, questione ancora attuale
di Marco Rizzo
– Seconda Relazione
Sviluppo e crisi del socialismo reale
di Andrea Catone
– Interventi
I Soviet e i Consigli di fabbrica
di Rolando Giai-Levra.
Diamo insieme una prospettiva di respiro al nostro impegno politico
di Sergio Manes
Alcune riflessioni sul 90° Anniversario della Rivoluzione russa dell’Ottobre 1917
di Alessandro Leoni
Gramsci e la Rivoluzione d’Ottobre
di Vittorio Gioiello
Lenin-Lukàcs
di Tiziano Tussi
– Sommario
1917/2007 – Novantesimo anniversario della Rivoluzione d’Ottobre
di Rolando Giai-Levra
– Appendici
Il marxismo sulla situazione rivoluzionaria e il presente
di Hans-Peter Brenner
Nessuna opposizione entro le maglie del capitalismo, ma sì opposizione al capitalismo
di Hans Heinz Holz
CASA EDITRICE
>sedizioni
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Prefazione
di Rolando Giai-Levra – Direttore della Rivista on line “Gramsci oggi”
La lunga e sistematica offensiva contro il comunismo, portata avanti dall’imperialismo e dalla borghesia mondiale in simbiosi con le forze riformiste, socialdemocratiche e massimaliste interne alle organizzazioni politiche, sindacali e culturali del proletariato, è sfociata nel fallimento delle esperienze del socialismo, che si era realizzato in alcuni paesi, con lo smantellamento dell’URSS e il crollo di molti Partiti Comunisti di massa. Lungi dall’essere
conclusa, tale offensiva ha portato, di conseguenza, alla vittoria del capitalismo e dell’egemonia dell’ideologia borghese sulla classe operaia, distruggendo su scala mondiale le conquiste e i diritti sociali acquisiti in decenni di lotte e sacrifici dalle masse lavoratrici e popolari.
Sono riemersi in tutta la loro concreta e cruda materialità l’antagonismo e le contraddizioni di classe tra la proprietà dei mezzi di produzione e il carattere sociale della produzione, tra capitale e lavoro, tra salari e profitti. I ricchi diventano sempre più ricchi, si prolunga la giornata lavorativa, cresce la disoccupazione, si intensifica lo sfruttamento della forza-lavoro, ricompare in modo esteso lo sfruttamento minorile, si chiudono gli spazi ai compromessi sociali tra le classi, si restringe la democrazia nei luoghi di lavoro e nella società, si aprono margini politici a svolte autoritarie e reazionarie. Gli stati e i governi della borghesia nel mondo operano esclusivamente per garantire alla classe capitalista, con la politica e con le guerre, il furto legalizzato del lavoro altrui nonché la rapina delle risorse e delle fonti energetiche nel mondo. Nel fermento di queste contraddizioni e dell’attuale scontro di classe affiorano diversi elementi su cui è necessario porre la massima attenzione da parte dei comunisti, attraverso l’analisi e lo studio della storia passata e presente della lotta di classe nel nostro Paese e nel mondo.
In questo contesto di classe, il Comitato di Redazione della nostra Rivista on line (www.gramscíoggí.org) ha deciso di pubblicare gli atti del convegno – da noi organizzato – che si è svolto a Milano nel mese di novembre 2007, con lo scopo di dare un contributo al dibattito interno al movimento comunista nazionale ed internazionale, e alla sinistra più in generale, celebrando, appunto, il 900 anniversario della Rivoluzione d’Ottobre e l’attualità dei suoi princìpi. Un argomento costantemente attaccato dalla borghesia e volutamente messo in archivio dai riformisti, ma anche da diversi sedicenti comunisti e che, al contrario, la rivista “Gramsci oggi” ha voluto porre al centro dell’attenzione delle diverse forze comuniste organizzate e non organizzate del Paese, anche con la pubblicazione di questo volume.
Abbiamo dovuto superare molti ostacoli, oltre ad alcuni boicottaggi finalizzati a far fallire questa nostra iniziativa, che ha avuto, invece, un buon successo, certamente superiore alle nostre stesse aspettative. Soprattutto, abbiamo cercato di mettere in evidenza che la sconfitta di alcune esperienze storiche del socialismo non significa affatto il “fallimento” del comunismo, anzi gli stessi sviluppi della lotta di classe nel mondo e l’applicazione delle nuove tecnologie e dell’automazione nell’industria dimostrano l’attualità, oggi ancor più di ieri, delle teorie scientifiche del socialismo. Abbiamo messo bene in evidenza che, nonostante i limiti oggettivi e soggettivi che si sono presentati nella storia delle lotte della classe lavoratrice mondiale e che sono ancora presenti, le stesse esperienze del proletariato e dei comunisti si manifestano, storicamente, in forme sempre più evolute e avanzate rispetto a quelle precedentemente fatte. La classe operaia ha dimostrato, poco alla volta e passo dopo passo, di prendere coscienza dei propri errori per non ripeterli in futuro.
I limiti oggettivi e soggettivi che si sono presentati nella storica esperienza della “Comune di Parigi” realizzata dal movimento operaio francese, furono ampiamente superati dall’esperienza della Rivoluzione d’Ottobre. Quest’ultima, come la prima ma in modo molto più evoluto sul piano teorico, politico e organizzativo, ha dimostrato per la prima volta nella storia, che il proletariato ha la capacità di rivendicare e conquistare per l’intera umanità – diritti e dignità – mettendo in campo la propria forza materiale e spirituale nella lotta per l’abolizione dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo e nella prospettiva di eliminare definitivamente le cause della disuguaglianza che risiedono nella natura stessa del sistema capitalistico.
In tal senso, le dittature, le repressioni, le guerre prima e dopo lo scioglimento dell’URSS non sono state sufficienti per cancellare ciò che il 7 novembre del 1917 ha significato nella storia ed inciso nella mente e nel cuore del proletariato mondiale nel suo perpetuo conflitto di classe contro il capitalismo e l’imperialismo.
A 90 anni di distanza i princìpi, che hanno determinato la Rivoluzione d’Ottobre, dimostrano tutta la loro vitale attualità attraverso le lotte concrete dei lavoratori, degli studenti e delle masse popolari per la conquista (o riconquista) dei loro diritti e della loro emancipazione sociale. L’attuale profonda crisi in cui si dibatte il capitalismo mondiale mette in evidenza due elementi fondamentali: da una parte dimostra, ancora una volta come in passato, che il suo sistema non è in grado di rispondere positivamente ai bisogni di miliardi di uomini, mentre dall’altra dimostra che il vento rivoluzionario generato dagli avvenimenti dell’Ottobre non si è
affatto esaurito, e che, al contrario, vive e si rivitalizza costantemente nelle odierne lotte di massa delle classi subalterne nel mondo intero.
Come il lettore potrà notare, il nostro convegno ha cercato di mettere a fuoco alcuni elementi centrali della Rivoluzione d’Ottobre la cui esperienza ha dimostrato che:
– con Lenin la teoria scientifica di Marx ed Engels si era incarnata nella lotta rivoluzionaria del proletariato russo che ha saputo, in questo modo, fornire un patrimonio culturale e politico acquisibile anche dalle classi operaie, lavoratrici e oppresse di tutti i paesi del mondo nella lotta contro il capitalismo;
– la classe lavoratrice ha le capacità di gestire e controllare direttamente l’organizzazione del lavoro e della produzione attraverso la costruzione di propri organismi, quali i Soviet, la cui esistenza ha rappresentato una forte spinta anche alla formazione dei Consigli di Fabbrica durante il “biennio rosso” e alla fine degli anni ’60, e di forme avanzate di democrazia popolare in altri paesi;
– i comunisti hanno saputo trasformare la guerra imperialista in rivoluzione di classe per il superamento del capitalismo e avviarsi alla costruzione di una società capace di socializzare i mezzi di produzione, le terre e di lottare per una vera pace tra i popoli;
– la classe lavoratrice non può fare a meno della lotta teorica e di un proprio partito comunista per fuoriuscire e superare il capitalismo;
– la conquista del potere da parte della classe operaia e dei comunisti rappresenta un nuovo punto di partenza e non di arrivo che richiama l’attenzione dei comunisti sul fatto che la lotta per difendere e mantenere il potere socialista conquistato è molto più difficile e lunga di quella per la sua conquista. Le contraddizioni di classe esistono ancora lungo l’intero periodo socialista, perché esistono ancora le classi, anche se i rapporti di potere sono rovesciati rispetto al precedente periodo del sistema capitalista. E, in tali contraddizioni, se non risolte, non tarda a ripenetrare e insediarsi nuovamente e in modo efficace l’azione ideologica della borghesia come ha dimostrato la stessa esperienza finale dell’URSS e di altri paesi del blocco sovietico. La divisione internazionale del lavoro e l’esistenza delle classi rappresentano il terreno su cui si può sempre rigenerare la contraddizione antagonista tra capitale e lavoro.
Soprattutto – come ha sostenuto Gramsci – l’esperienza sovietica ha mostrato che la classe operaia russa, pur essendo una piccola minoranza della popolazione, ha dimostrato che: “…essa era ed è la sola classe sociale storicamente preparata ad assumere e a mantenere il potere, la sola classe capace, attraverso il suo partito politico, il Partito comunista, di costruire uno Stato. La classe operaia russa era ed è storicamente forte e matura, non in quanto i suoi componenti corrispondono numericamente alla maggioranza della popolazione, ma in quanto, attraverso il suo partito politico, essa si dimostra capace di costruire uno Stato, in quanto cioè la classe operaia riesce a convincere la maggioranza della popolazione, costituita dagli informi strati delle classi medie, delle classi intellettuali, delle classi contadinesche, che i suoi interessi immediati e futuri coincidono con gli interessi della maggioranza stessa; su questo convincimento, divenuto coscienza diffusa della società, si fonda appunto lo Stato, si fonda il consenso nazionale, alle iniziative e alle azioni del potere operaio, si fonda la disciplina e lo spirito di gerarchia”. ( L’Ordine Nuovo – 14 agosto 1920). Queste preziosissime indicazioni che ci ha dato Gramsci stanno ad indicare proprio che quelle stesse capacità risiedono pure nella classe lavoratrice di tutto il mondo.
È evidente, quindi, che la lotta della borghesia è tutta tesa ad impedire alla classe operaia e ai comunisti di conquistare la propria autonomia attraverso la costruzione di un proprio partito politico o a demolire i partiti comunisti esistenti, perché il suo obiettivo strategico resta, in definitiva, quello di impedire alla classe operaia di giungere al potere. Ecco perché per la borghesia la stessa esistenza della classe operaia è una minaccia costante, poiché essa rappresenta la condizione oggettiva e la fonte materiale da cui si sono formati e da cui si rigenerano i Partiti Comunisti.
L’esperienza socialista in URSS ha rappresentato il primo passo di un grande processo rivoluzionario di massa fondamentale, i cui contenuti teorici e politici devono essere ripresi con forza per l’analisi della realtà contemporanea e per approfondire le nostre conoscenze sui processi evolutivi avvenuti dopo la rivoluzione e su quelli involutivi che hanno portato al crollo dell’URSS, nonché sui limiti oggettivi e soggettivi internazionali e locali che si sono manifestati lungo l’intero percorso durato più di 70 anni. I problemi della transizione dal capitalismo al socialismo, che hanno segnato gran parte del secolo scorso, sono ancora oggi una delle questioni centrali che resta aperta per tutte quelle forze che intendono proseguire il proprio
percorso nella direzione tracciata dalla Rivoluzione del 1917. Rivoluzione che – come sappiamo – ha avuto dei grandi risvolti mondiali. Oltre 70 anni di storia dell’URSS hanno messo in evidenza la complessità del tentativo, mai conosciuto dall’umanità fino ad oggi, del passaggio dal capitalismo al socialismo in un complesso processo che ha portato a delle grandi realizzazioni ma anche a delle degenerazioni, a grandi vittorie ma nello stesso tempo a degli arretramenti fino allo sfacelo del PCUS e dell’URSS, provocando grande disorientamento nel movimento comunista internazionale.
Il contributo che vogliamo dare con questo nostro volume è determinato dalla volontà di dire che è ora, appunto, di investire tutte le forze culturali, politiche e ideologiche, singole e collettive di classe, per ricominciare a ricostruire insieme, in questo nuovo Secolo, un nuovo processo rivoluzionario internazionale in direzione del socialismo e del comunismo.