DE VOBIS FABULA NARRATUR
L’Italia sta affondando ma dalla nave gli alti ufficiali sono già tutti fuggiti. I partiti se la sono data a zampe levate come i topi e dalla zattera costruita con la pelle dei loro connazionali urlano che ci sono cose più urgenti da fare piuttosto che mettersi in salvo.
Loro che sono quasi a riva lo affermano convintamente, mentre il popolo con l’acqua alla gola dovrebbe quanto meno attendere di essere sommerso fino alla cima dei capelli restando senza cime di salvataggio. E quali sarebbero questi affari importanti da disbrigare al cospetto della gravissima crisi economica e politica che ha investito Stato e cittadini? La riforma del sistema elettorale e la modifica degli assetti costituzionali della Repubblica. Ma andate alla deriva razza di idioti! Per compensare l’incazzatura che credo non sia solo mia, e mi si perdoni questo sfogo non in linea con lo stile sobrio dell’Italia in loden e in bolletta (rovina perfetta), citerò uno dei padri nobili della cultura italiana, Benedetto Croce. Quest’ultimo sosteneva che la sintesi delle antitesi dei partiti non è il governo ma la Storia. Benissimo, ma come definire allora la sintesi delle antitesi delle fazioni che si fanno la guerra per miseri interessi di bottega ed unanimemente votano a favore della liquidazione di tutta la baracca nazionale attraverso il Governo Monti? Si chiama becero servilismo che non fa la Storia ma il racconto di una epocale miseria. Fin quando gli italiani tollereranno questo scempio e questa noncuranza che sta spingendo la Penisola nella sentina dell’Europa e nelle acque di scolo del mondo? E’ vero, siamo a mollo e non solo per gli attacchi esterni, ma mollare la dignità e la speranza per assecondare la folle rotta dell’Europa, a sua volta priva di timone e di carte di navigazione, vuol dire uscire definitivamente dai radar della fase storica presente. Pertanto lorsignori, dopo aver tagliato la corda, non pensino anche di poterla tirare troppo a lungo perché l’aria di ammutinamento è ormai pesante eppur sparsa. In Grecia il gemello di Monti, figlio come lui degli stessi lupi della finanza americana, ha accettato gli aiuti dei licantropi di FMI, BCE e Commissione, scatenando la rabbia nelle piazze che, come scrive sapientemente Davide Giacalone (ultimamente però un po’ giù di tono) su Libero, non accettano tagli e riduzioni del benessere per risollevare le borse, le economie e le imprese degli altri, cioè in primo luogo di Francia e Germania. Manca il pane e Papademos compra sommergibili e missili da crucchi e galletti. Proprio come in Italia dove Monti sdottoreggia ma non sa di Montaigne (chissà, forse suo lontano cugino d’oltralpe) il quale diceva: “c’è un’ignoranza da analfabeti e un’ignoranza da dottori”, ignoranza tutta confermata nel rifinanziamento delle missioni militari all’estero che ci riducono il companatico e ci strappano autonomia nazionale. Così non va bene, se il suo è davvero il gabinetto della sobrietà e dell’emergenza nulla deve restare fuori da dette caratteristiche restrittive, soprattutto certe imprese militari già fallite che non ci portano vantaggio strategico e ci succhiano preziose e ormai scarse risorse . Monti vuò fa l’americano con la borsetta degli italiani. Ci ha preso tutti per mansueti Camel! Ma la Grecia dice agli altri anelli deboli della catena continentale: de vobis fabula narratur e ve ne accorgerete presto! Ce ne accorgeremo presto, ma non s’illudano i sovversivi della domenica perchè il disordine non è per niente rivoluzione…