TUTTO (O QUASI) COME DECISO di GLG, 22 giugno ‘13

gianfranco

 

1. E’ sul quasi che possono esserci alcune sorprese. Diciamo che non è vera l’affermazione, oggi corrente, secondo cui Monti è “finito miseramente”. Era deciso – quando fu deciso (da Napolitano-Berlusconi) che divenisse premier senza indire alcuna consultazione elettorale; e la decisione fu presa circa un anno prima della sua realizzazione – che dovesse finire com’è finito. La nomina a senatore a vita è stata in realtà un premio anticipato; forse ne avrà di successivi, o magari ha già cominciato ad averli, ma non è esattamente ciò che importa. Monti era l’uomo prescelto per spaventare gli italiani, per far loro temere il baratro “greco”. Doveva “riempire” un anno di vero terrore che disorientasse e infine addomesticasse il popolo. Il disorientamento c’è stato sicuramente, ma è aumentata la sfiducia popolare nei confronti della politica (quella di questi sciagurati che da vent’anni fingono di farla a suon di antiberlusconismo, con reazione “eguale e contraria” dei berlusconiani). Solo l’elettorato della presunta “sinistra”, uno dei più effettivi risultati del degrado intellettuale e socio-politico del paese, rimane ancora a votare i suoi coccolati banditi (è ora di chiamarli con il loro nome reale).

Si è deciso che non si potevano evitare le elezioni. Anche in tal caso, credo si siano svolti giochi “combinati” Napolitano-Berlusconi per ottenere grosso modo quel che è stato ottenuto: una situazione che ha consentito la rielezione a presidente dell’uomo, di cui gli Usa (di Obama) si fidano per il “Protettorato” del paese, e successivamente la formazione di un governo di “larghe intese”. Se prima, con Monti, il “nano” ha finto la più ampia sfiducia e ha mosso una marea di critiche (in specie sul piano fiscale) senza però mai compiere la più piccola mossa per farlo cadere, verso il governo Letta – deciso da lui in accordo con il “rieletto” – ha manifestato al contrario la più ampia benevolenza. Questo governo non ha cambiato pressoché nulla rispetto a Monti (salvo che in chiacchiere a vuoto), ha deciso nuove tasse (l’ultima sulla benzina), ha emesso un “decreto del fare” intricato e inconcludente, che contiene in realtà misure di peggioramento della nostra situazione. La magistratura non sembra aver accettato la tregua che – ormai ne sono pressoché convinto – era stata promessa (implicitamente) al “coniglio” da chi possiamo immaginare, ma in modo tutto sommato truffaldino. Non si può non consegnarlo al ludibrio delle “genti di sinistra” pena il disincanto e l’abbandono della pseudopolitica anche da parte di costoro.

Visto che si è disorientata la popolazione, non facendole capire nulla delle losche manovre dei vertici italiani (secondo i voleri di quelli statunitensi) – ma non si è egualmente riusciti ad ottenere una almeno discreta partecipazione elettorale alle malefatte di questa ignobile “classe” non dirigente – adesso sembra deciso che bisogna continuare con lo spavento. Giornalisti complici degli imbroglioni s-governanti diffondono la notizia di un rapporto segreto di Mediobanca che prevede in sei mesi la bancarotta italiana, il default appunto alla greca. Per evitarlo occorre una manovra aggiuntiva di 43 miliardi di euro; imponendo tasse speciali ai “ricchi”. Non esiste alcuna possibilità di succhiare così tanto sangue agli italiani se non vengono considerati “ricchi” quelli che guadagnano dai 1500 (massimo 2000) euro al mese in su. E non mi si venga a parlare di imposte patrimoniali perché anche quelle, se colpissero soltanto i veri ricchi, non sarebbero minimamente sufficienti. E speriamo non s’intenda scremare i risparmi e magari colpire ancora una volta “a tradimento” i conti correnti, ecc. Ergo, soltanto dei mascalzoni possono definire ricchi coloro che semplicemente hanno di che vivere senza rientrare nei parametri della povertà.

 

2. E’ comunque evidente che l’andamento delle manovre condotte dal 2011 (dal duo già nominato) è stato fin qui quello grosso modo deciso. Tuttavia, il popolo è stato disorientato, non ha capito nulla; e tuttavia continua ad essere sempre più insoddisfatto del ceto politico, a disertare in gran parte il voto, a mugugnare. Gli unici rimasti ancora fedeli sono coloro che si ammucchiano nel maleodorante immondezzaio di “sinistra”. Si potrebbero in realtà accettare i 43 miliardi di nuovi prelievi se servissero alla presa del potere da parte di nuove forze in grado di eliminare tale putrido assembramento di “sinistra”, più i politicanti di “centro” e di “destra” (con calci nel sedere al “nano” complice finché non se ne va fuori dall’Italia). In tal caso, i conti potrebbero tornare. Se però deve restarci sulla testa un “ri-eletto”, al governo uno dell’“Aspen Institute”, un complice nanetto, più qualche altro succube degli Usa in sede di Istituzioni europee (tipo BCE), allora ciò è inaccettabile.

Finora è quasi andato tutto a fagiolo per quanto riguarda le operazioni del duo Obama-Napolitano (ricordo che si usano i nomi per indicare dati centri dominanti), coadiuvati dal Berlusca. Il quasi si trova dalle parti dell’elettorato situato a “destra”. Questo è purtroppo un elemento di debolezza per l’aprirsi di orizzonti diversi. Simili “destri” sono per lo più rozzi e ignoranti, hanno creduto al “coniglietto” che raccontava loro dell’esistenza dei “comunisti”; in realtà, i peggiori rinnegati, venduti (e pure balordi) di tutta la storia dell’umanità. E tali “destri” credono ancora alle ricette liberali e agli americani come il “grande popolo” della democrazia e della liberazione dei popoli sedicenti asserviti (mentre invece questi si battono con coraggio contro gli aggressori yankees).

Tuttavia, è dall’odio di questa parte di popolo nei confronti della “sinistra” che si deve partire per scatenarla contro i “presunti comunisti”, che sono in realtà i più infami servitori degli americani adorati dai “destri”. Ad un inganno sarebbe perciò necessario sostituirne un altro. Non è una piacevole prospettiva, ma non ne vedo altre con una popolazione come la nostra, dopo settanta anni di profondo corrompimento di ogni capacità di comprendere la “realtà”. Si è partiti con i Savoia e Badoglio; si è passati attraverso l’inganno dei diccì asserviti agli Usa e il “sedersi” dei piciisti, ancora più “realisti del re” nell’accettare i patti di Yalta e nel favorire il pieno ripristino del peggiore dei capitalismi.

Negli anni ’70 alcuni “comunisti”, sinceri ma ritardatari, si sono ingenuamente fatti turlupinare da chi tirava le fila di un grosso sconvolgimento mondiale (arrivato dopo circa altri vent’anni) e hanno così consegnato le sorti d’Italia ai “laici” antifascisti del tradimento, che sono ancora quelli in auge a tutt’oggi. Che volete si possa fare in una situazione così degradata? Sarebbe indispensabile ingannare parte del popolo per battere i devastatori che stanno travolgendo il paese con i loro inganni; e batterli significherebbe semplicemente eliminarli. Altre soluzioni sono “acqua fresca” portata al mulino di questo tipo di “antifascismo”, la vera infezione da cui siamo devastati e di cui è urgente guarire.