COGLIONI A BISCHERO SCIOLTO, di GLG, 2 agosto ‘13
Non farò come il cane di Pavlov, buttandomi sull’osso mollato da una magistratura ormai oltre il margine che separa la realtà dalla virtualità. Quando si mise in moto “mani pulite”, non ebbi grandi esitazioni nel dire l’essenziale su quell’inizio della funzione assegnata ad un corpo dello Stato che apparentemente orientava, distorcendola, la politica; ma era invece manovrato dagli Usa e dalla “confindustrietta” agnelliana in quanto supina (per interesse “cotoniero”) a tale paese, rimasto solo al comando del mondo dopo l’implosione dell’Urss e la lontananza (non solo geografica) della Cina. Mi soffermai, tuttavia, spesso a meditare su quell’operazione anche negli anni successivi poiché il suo significato si appalesò gradualmente. Per quanto riguarda il giudizio sull’operazione finto-giudiziaria di allora, ero in ogni caso favorito da una conoscenza non proprio del tutto indiretta del fatto che il Pci era implicato in tutte le operazioni, di cui furono accusati gli altri partiti (in testa Dc e Psi) per farli fuori e mutare il regime, ponendo al suo vertice dei rinnegati dell’altro “campo” (quello crollato): individui abietti, assai più docili, corrotti e incapaci dei precedenti, anche perché ricattabili e con mille scheletri negli armadi.
Ero anche abbastanza edotto delle mene condotte da questi opportunisti per mutare campo di appartenenza da ben prima dell’ufficiale “compromesso storico”, quando giocavano agli “eurocomunisti”; e non mi era possibile, nemmeno lo avessi voluto, non capire il senso di certi “viaggi culturali” negli Usa di alcuni personaggi, alcuni morti altri ancora “à la page”. Quindi, ripeto, ero facilitato nell’afferrare il reale significato di “mani pulite”. Ciononostante, pure allora diedi subito un giudizio nell’insieme corretto della manovra politica mascherata da “giustizia”; stetti comunque attento ai successivi sviluppi, assai complessi e durati vent’anni. Effettivamente, all’inizio pensai ad un periodo assai più breve di “transizione”, comunque orientato ad una nostra più aperta e decisiva “colonizzazione” da parte degli Usa. L’incapacità dei dirigenti ex-piciisti una volta morto Berlinguer (uomo di indubbia superiorità rispetto a questi decerebrati) è stata però superiore ad ogni mia peggiore previsione. Perfino quello che, in mezzo ai deficienti dei dirigentucoli pidiessini, poi diessini, poi piddini, sembra quasi un notevole dirigente dei processi in corso, è in realtà rimasto un mediocre come lo era negli anni ’70.
Adesso, in mancanza dei riscontri diretti di allora, è d’uopo essere ancora meno impulsivi. I coglioni – quelli del popolo, che meritano di essere sempre bastonati come sono; anzi è necessario lo siano per la maggior gloria di chi deve comandarli e trattarli come bambini – si sono gettati sull’osso lanciato loro. Le teste di cazzo hanno ricominciato le loro danze rituali; quelli definiti “progressisti” credendo che, eliminato Berlusconi, fiorisca un’era in cui avranno il potere e la “buona Pasqua”; le altre teste di cazzo, definite “moderati”, si sfogano ancora contro i “comunisti”. Questo rinsalda il mio disprezzo generale per simile plebaglia, un insieme di “enti” irritanti del tipo delle meduse, di cui occorrerebbe infine una sana e generale disinfestazione.
Per il momento, dunque, non intendo perdere molto tempo. Noto solo che, come sto mettendo in rilievo da tempo, il “nano” non può ormai fare nulla salvo rimetterci qualcosa (molto!) in più perfino rispetto alla libertà personale. Invita alla moderazione nei confronti del governo, che è esattamente messo in piedi per la “transizione” di cui ho spesso parlato, orientata dagli Stati Uniti e dal loro referente presidenziale in Italia; il quale, non a caso, assume di fronte alla sentenza un atteggiamento volutamente e studiatamente ambiguo, perfino lodando con cautela il comportamento meditato del condannato, facendo intuire che potrebbe non essere rimasto contento dell’esito giudiziario. Un gioco ben preparato da tempo e che deve far vedere il “rieletto” – e lo è stato proprio per svolgere i compiti che sta svolgendo (a partire dal “prendere tempo” con la nomina dei “saggi” e altre commedie varie) – al di sopra delle parti. In un certo senso lo è, se s’intende questo come un condurre le danze della crescente subordinazione italiana in un frangente in cui la strategia obamiana va incontro a difficoltà in cruciali aree mondiali. Danze che escludono dalle decisioni ….. decisive i politicantucoli decerebrati e lo stesso “nano”, cui si chiede (cioè ordina) soltanto di non abbandonare l’atteggiamento di complicità nemmeno in simile contingenza di condanna.
E’ a partire dall’ottobre 2009 (mi sembra questa la data) che il “bruco” ormai esegue solo i comandi obamiani (e “presidenziali”); in quella data andò da Putin accompagnato da una sola persona. Lo fecero passare per un viaggio legato a questioni energetiche; in effetti, nella dacia (mi sembra) dove erano li raggiunse Schroeder, già allora presidente del Northstream. Penso che il viaggio avesse tutt’altri intendimenti, rimasti oscuri a tutt’oggi. E’ solo chiaro che dal 2010 iniziò un assedio all’allora premier italiano, assedio favorito dai Servizi e quindi da ben altri personaggi e gruppi (stranieri, e italiani come servitori). Il bruco non se ne è più liberato, pur mettendosi viepiù nelle loro mani con atteggiamenti che sono apparsi (almeno apparsi) piuttosto stupidi e autolesionisti.
In ogni caso, da allora è iniziata la nuova strategia mirata a modificare profondamente i regimi esistenti in Nord Africa e ci si è spinti pure più a oriente. Era ormai indispensabile un “cambiamento di ritmo” in Italia e forse in altri paesi mediterranei (difficile adesso emettere giudizi su quanto accaduto ad es. in Grecia e sulle complicazioni sorte in Spagna). Nell’ultimo anno quella strategia sembra soggetta a crescenti difficoltà; probabilmente è necessario “spianare” ancor di più l’Italia. L’impressione è che sarebbe stata più utile una condanna del “nano” che lo mettesse fuori gioco politicamente (interdizione dai pubblici uffici), lo premesse per un “buen retiro”, ma senza la galera. Tuttavia, siamo di fatto all’inizio del “dopo sentenza”; dunque non sentenziamo subitamente cosa accadrà. Certamente continua la “transizione” di cui ho parlato più volte nel blog e per cui è stato “rieletto” Napolitano – dopo apposita commedia per farla digerire come unica soluzione possibile – e nominato, anche in tal caso con apparente travaglio, il governo delle “larghe intese”, che adesso i fan berlusconiani vedono come fumo negli occhi mentre il loro “capo” si fa “martire” e pure molto “saggio e moderato”, ricevendo approvazione da Napolitano e dunque, sicuramente, da Obama e soci.
Per il momento fermiamoci qui. Non facciamoci trascinare dall’orda dei cretini di sedicente “sinistra” (sempre i peggiori e più delinquenziali) e di “destra” (che fanno comunque da “controcanto”). La condanna di Berlusconi ha ben altre valenze e significati di quelli che i corti di vista (politica) vogliono far digerire agli esaltati “sinistri” e agli incazzati “destri”. Quando sarà possibile eliminarli in massa? Se arrivasse quel giorno, a tutti i lettori del blog offrirò ostriche e Champagne. E reciterò la poesia di “Jenny dei pirati”: “a ogni testa che cade, oplà!”.