Gli storici accordi tra Cina e Russia vanno ben oltre l’energia
[Traduzione di Redazione da: Landmark China-Russia Agreements Go Far Beyond Energy | Stratfor]
Mercoledì scorso, il presidente russo Vladimir Putin ha concluso un proficuo viaggio in Cina segnato da una serie di importanti accordi bilaterali. Il più importante è stato il tanto atteso accordo sul gas naturale tra la società energetica statale russa Gazprom e la China National Petroleum Corp. Ma il significato del viaggio di Putin va ben al di là dell’energia. L’accordo, insieme agli altri raggiunti, evidenzia un importante cambiamento nelle relazioni sino-russe che ha ampie implicazioni geopolitiche.
Con la Russia pronta a esportare in Cina gas naturale per un valore di 400 miliardi dollari nei prossimi 30 anni, ovvero circa 38 miliardi di metri cubi l’anno a 350 dollari per mille metri cubi, l’affare è conveniente per entrambe le parti. Il fabbisogno cinese di energia è in rapido aumento, mentre la Russia sta cercando di diversificare maggiormente le sue esportazioni di energia lontano dall’Europa. Mosca è stata particolarmente ansiosa di chiudere l’accordo con Pechino, dal momento che esso le garantirà una maggiore posizione di forza nelle amare, prolungate trattative sull’energia con l’Europa e l’Ucraina. Per rendere più appetibile l’accordo, Mosca ha proposto diverse modifiche al suo regime di tassazione e di esportazione offrendo alla Cina una sostanziosa partecipazione nei progetti di gestione di gas naturale liquefatto che Gazprom ha in programma a Vladivostok. (la Cina aveva già ottenuto una partecipazione nel progetto Yamal LNG gestito da Novatek, di cui Gazprom è azionista).
Gli altri accordi conclusi durante la visita di due giorni di Putin sono unici in quanto prevedono investimenti, infrastrutture e imprese cinesi in Russia. Mosca aveva a lungo evitato di consentire consistenti investimenti cinesi nei suoi progetti strategici; temeva di non poter avere sufficiente controllo sulle attività cinesi in Russia, come Mosca ha avuto con gli europei. Per esempio, la maggior parte degli investitori asiatici non hanno avuto la possibilità di presentare offerte ai programmi del Cremlino di modernizzazione e privatizzazione tra il 2008 e il 2010.
Le nuove intese comprendono accordi per 10 miliardi dollari nel settore dell’aviazione, per 2,6 miliardi dollari nella rete elettrica, piani per costruire fabbriche di automobili, quartieri residenziali, e lo sviluppo della rete ferroviaria. Tutti in Russia. Inoltre, la più importante proposta al vaglio darebbe alla China National Petroleum Corp. una partecipazione del 19 per cento nel colosso petrolifero russo Rosneft, così che la Cina avrebbe un posto nel consiglio di amministrazione della società russa di maggior valore.
Negli ultimi dieci anni, la Russia e la Cina hanno lavorato bene insieme, soprattutto negli affari economici di minore importanza. Pechino e Mosca hanno trovato un terreno politico comune, allineandosi continuamente contro gli interessi occidentali (soprattutto statunitensi), per esempio votando insieme al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulle questioni relative all’Iran e alla Siria. Ma l’attuale approfondimento delle relazioni economiche sino- russe è senza precedenti.
Questo non fa presagire un ritorno dell’asse cino-sovietico contro l’Occidente degli anni 1950. La Cina è troppo coinvolta nell’economia statunitense e in quelle europee per tentare un grande riallineamento, e gli attriti regionali, in particolare in Asia Centrale e nel Pacifico, complicherebbero ulteriormente una tale alleanza. Tuttavia, relazioni bilaterali più strette darebbero alla Russia e alla Cina un ruolo nel futuro dell’altro. Con importanti investimenti in Russia, Pechino non avrebbe alcun desiderio di vedere una Russia instabile, e viceversa.
La Cina ha ora un interesse sufficiente a cooperare con la Russia per evitare conflitti – sia diretti che nelle regioni dove le loro sfere di influenza si sovrappongono – che potrebbero sminuire la capacità di Pechino di gestire i tentativi di contenimento da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati. La Russia è uno dei pochi poteri in grado di resistere o interferire significativamente rispetto alle principali iniziative di politica estera degli Stati Uniti. La volontà di Pechino di migliorare la sua relazione strategica con Mosca riflette la sua convinzione che gli Stati Uniti pongono una minaccia molto più grave per gli interessi cinesi di quanto faccia la Russia. Allo stesso modo, il fatto che un’altra potenza abbia un ruolo nella stabilità russa aiuterà Mosca a scoraggiare i tentativi degli Stati Uniti di isolare o di destabilizzare il paese, tanto più che le tensioni con l’Occidente continuano a crescere.