BUON NATALE DALLE MULTINAZIONALI
Sono giorni di festa ma sono tempi difficili. Il mio augurio è che la maggior parte di voi stia consumando quel tanto che rende non dico felici (la felicità forse non esiste o dipende da tanti fattori, materiali e immateriali) ma almeno sazi, di pancia e di spirito. Le vita è così breve e piena di preoccupazioni che nessuno dovrebbe subire privazioni o privarsi delle gioie a portata di mano. Spendete e spandete quanto avete (ma risparmiate qualcosa per sicurezza), mangiate e bevete quello che potete o che più vi piace. Vino o coca cola non fa differenza, dove c’è gusto non c’è “prepotenza”, anche se acquistate prodotti di una multinazionale. Dal Mc Donald o in un bel ristorante francese, a seconda delle vostre tasche. Cucina indiana o messicana o fatta in casa. Kebab o pastasciutta per riempire gli stomaci di tutti. Se il mondo è un posto migliore e se non crepiamo precocemente è anche per merito dei km illimitati, del cibo transgenico, abbondante e resistente, della grande distribuzione e delle varietà che da ogni angolo della terra arrivano nelle nostre case e sulle nostre tavole ad arricchire la nostra dieta, del miglioramento delle reti logistiche, dei grandi magazzini per lo stoccaggio dei beni, delle norme igieniche, della competizione che abbassa i prezzi e a volte anche la qualità. Però pazienza, meglio un pomodoro africano che un piatto vuoto. Questo non è il migliore dei mondi possibili ma è il miglior risultato al quale siamo giunti come specie umana, almeno su determinati versanti. Oggi, infatti, la vita media si è innalzata, ci nutriamo meglio che in passato, molte malattie sono state sconfitte e i sistemi di cura ci garantiscono di non morire per un’appendicite e persino di affrontare patologie come il cancro (ne so qualcosa!!!). Anche nei posti dimenticati da Dio dove l’esistenza è una lotta continua si sta meno peggio che 50 o 100 anni fa. Chi afferma che questo è l’inferno, come certi intellettuali del piffero, dovrebbe mostrarci il suo paradiso. Peccato che quando ci provi non sappia propinarci nient’altro che austerità, razionamento e decrescita (in)felice ma con aumento esponenziale di valori comunitari plastificati che aumentano la produzione d’inchiostro sprecato e nient’altro. E’preferibile il cibo industriale all’etica un tanto al chilo, sfornata a ciclo continuo da questi filosofi del cavolo biologico. Non date adito ai loro vaneggiamenti ben retribuiti, se fossero sinceri applicherebbero a se stessi la frugalità che chiedono agli altri.
Siamo nelle festività, ergo scambiatevi regali secondo le vostre possibilità. E non solo a Natale. Il consumismo è solo un rimprovero che certi pensatori ricchi e morti di fama rivolgono al popolo morto di fame, o che loro vorrebbero tale, soprattutto cerebralmente. Pasolini aveva un senso, in quell’Italia ancora in transizione, i pierpaolini odierni sono degli impostori che predicano malamente e razzolano malissimamente.
Non date retta alle loro sciocchezze da studiosi ignoranti, viziati e stanchi di mente. Bisogna certamente cambiare molto di quel che ci circonda ma guardando avanti e senza tornare ad epoche perdute che sono altrettanti capitoli chiusi della nostra storia. Da quest’ultimi occorre imparare tanto senza disimparare il futuro. Tante cose non ci piacciono e proveremo a modificarle ma con intelligenza e analisi della situazione e non coi pregiudizi e i voli pindarici, di palinsesto in frasca, di questi incantatori di dementi che si fanno chiamare professori.
Per esempio, ne sento uno dire: “L’unico Dio è il Mercato”. Voilà l’asino che la butta in sagrestia anziché usare la ragione. Il mercato è il regno delle fantasmagorie e costui da questi fantasmi si fa impressionare e possedere evaporando a sua volta. Come scrive La Grassa: “Il mercato è per Marx il regno dell’eguaglianza effettiva di tutti gli individui; ma semplicemente in quanto possessori di merce, poiché le merci si scambiano, in media, quali equivalenti. Nel mercato – non a caso anche in quello della forza lavoro – non esiste potere e inganno sempre a favore di determinati soggetti e a danno di altri. Potere e inganno funzionano secondo le leggi dell’erraticità; ma quell’erraticità per cui se si lancia in aria una moneta innumerevoli volte, grosso modo si afferma la “legge” del 50% testa e 50% croce. La regola dell’equivalenza in media si afferma attraverso la continua sregolatezza degli scambi interindividuali”.
Infatti, afferma il pensatore tedesco nel Capitale (che il suddetto medium laureato in citazionismo senza virgolette dovrebbe prendersi la briga di leggere almeno una volta):
“La sfera della circolazione, ossia dello scambio di merci, entro i cui limiti si muovono la compera e la vendita della forza-lavoro, era in realtà un vero Eden dei diritti innati dell’uomo. Quivi regnano soltanto Libertà, Eguaglianza, Proprietà e Bentham.
Libertà! Poiché compratore e venditore d’una merce, per esempio della forza-lavoro, sono determinati solo dalla loro libera volontà Stipulano il loro contratto come libere persone,giuridicamente pari. Il contratto è il risultato finale nel quale le loro volontà si danno una espressione giuridica comune.
Eguaglianza! Poiché essi entrano in rapporto reciproco soltanto come possessori di merci, e scambiano equivalente per equivalente.
Proprietà! Poiché ognuno dispone soltanto del proprio.
Bentham! Poiché ognuno dei due ha a che fare solo con se stesso. L’unico potere che li mette l’uno accanto all’altro e che li mette in rapporto è quello del proprio utile, del loro vantaggio particolare, dei loro interessi privati. E appunto perché così ognuno si muove solo per sé e nessuno si muove per l’altro, tutti portano a compimento, per una armonia prestabilita delle cose, o sotto gli auspici d’una provvidenza onniscaltra, solo l’opera del loro reciproco vantaggio, dell’utile comune, dell’interesse generale”.
Dunque, Dio non c’entra col mercato e nemmeno il nostro filosofo che gonfiatosi come un pallone per le sue parole troppo gassose è nel frattempo scoppiato. Lo fanno apposta a complicare il pane per sembrare più arguti ma alla prova dei fatti cadono come fichi sfatti. Poi, dalle loro ipotesi sballate tirano fuori tutto un armamentario di banalità difficile da digerire se si è dotati di un minimo di buon senso, dal terrorismo finanziario al fanatismo economico, che fail paio con il loro invasamento ideologico. Che dire ancora? Magari farsi una sprite e ruttare in faccia a simili cretini il nostro presente con le bollicine.