SMASCHERIAMO I MISTIFICATORI E IPOCRITI, di GLG
Una volta tanto, pieno accordo con Sallusti. Solidarietà a chi non vuole che venga invaso e sconvolto un piccolo, e favoloso, centro come Capalbio. Tuttavia, irrisione e peggio a questi ipocriti di semicolti marci, che ragionano per loro in modo opposto a quanto fanno per chi è altrettanto preoccupato del proprio modo di vivere, della struttura e forma delle relazioni sociali vigenti da lungo tempo, ecc. ecc.
Bisogna poi aggiungere qualche breve considerazione un po’ specifica. Innanzitutto, chi scappa dai propri paesi non è sempre il cosiddetto profugo; e ormai l’abbiamo capito. Inoltre, costoro non erano nei loro paesi dei diseredati e affamati e via dicendo, poiché hanno potuto pagare profumatamente il trasbordo verso questi lidi considerati più fortunati. Ancora: non credo che la seconda guerra mondiale fosse qualcosa di più leggero di quanto è avvenuto in quei luoghi da cui arabi e africani fuggono. Anzi, semmai tutto il contrario. E dove andavamo noi come profughi? Pochissimi (e sempre sappiamo chi) in Svizzera, alcuni altri negli Usa. La grande massa è rimasta in Europa (e così pure in Italia) a sorbirsi disastri, massacri e, nel migliore dei casi, disagi terribili. Quindi, basta con il pietismo d’accatto. Non si devono ricevere questi migranti per nessuna ragione al mondo. Restino da dove vengono, subiscano i disagi della guerra, che molti di loro hanno di fatto favorito, appoggiando così, magari anche inconsapevolmente, le mene degli Usa e dei loro “alleati” (servi) per i loro scopi.
Ripeto che ci si deve però innanzitutto liberare di questa “sinistra” detta “progressista” solo perché appoggia il pieno disgregarsi del tessuto sociale europeo (e italiano per quanto ci riguarda), il totale disfacimento della nostre tradizioni anche culturali, ormai ridotte alla più penosa incultura e totale perdita della memoria di ciò che eravamo. Bisogna recuperare decenni e decenni di reale oscurantismo, passato invece per modernismo e progresso, eliminando questi disfatti avanzi di forze politiche che erano partite con la convinzione di migliorare la società mediante una lotta anticapitalistica soltanto livorosa, priva di ogni effettiva capacità di innovazione minimamente dotata di senso e invece tesa a distruggere il nostro passato, anche quello che andava invece pienamente conservato.
Non è “sinistra” – così come non è “destra” quella che vi si oppone solo per gli interessi di particolari gruppi di parvenus altrettanto meschini, odiosi, solo un po’ meno modernisti ma non certo interessati a conservare il meglio da noi posseduto – quella che deve ormai essere annientata; in particolare proprio nella scuola, divenuta la base dei loro intenti distruttivi di memoria e cultura. Si tratta di gruppi di individui solo corrotti, decerebrati, ormai intenti a conquistare una sedicente “modernità” che è la fine di ogni regola di convivenza, l’inneggiare alla più spudorata “libertà” di travolgere tutti gli ostacoli frapposti ai loro “pruriti”. Facciamola finita con questi “maiali” (mi scusino i poveri suini).
E sputiamo su questa balla che avremmo bisogno degli immigrati perché siamo in carenza di nascite e non troviamo braccia da lavoro. A parte che, quando così si ragiona, non si mette certo in mostra un qualsiasi spirito umanitario, bensì una piccineria da mercanti d’esseri umani. Inoltre, il sedicente Pil non cresce certo per l’aumento dei lavoratori. Causa ed effetto vanno invertiti. Manca qualsiasi idea per un ulteriore sviluppo, che richiede nuove idee; e, semmai, un aumento della produttività del lavoro (non dei lavoratori), oggi in contrasto proprio con l’occupazione misurata solo in quantità di posti lavorativi creati (di un qualsiasi tipo di lavoro, anche il più precario e il meno efficace in termini di crescita e di tenore di vita). Siamo in un’epoca in cui si accentueranno i conflitti per vincere nella contesa ad affermare il proprio successo a scapito degli altri. E’ una menzogna che lo sviluppo di un paese traina quello di altri; esattamente il contrario. Quindi, che ci sia carenza di nascite è in questa fase storica un bene, non un handicap. Avere masse di lavoranti a basso costo e con lavori assai più che “umili” può favorire il momentaneo arricchimento di alcuni pseudo-imprenditori, ma danneggia e distorce tutto il tessuto produttivo di un paese che voglia invece avanzare, competere, vincere nella situazione di crisi incipiente, alternata a bassi tassi di crescita, nella lunga fase di multipolarismo che ci attende, che è sempre al varco; e lo sarà fino alla resa dei conti per sapere chi è più forte e chi soccomberà.