OHI CHE BEL CASINO, DIRON DIRON DIRONDINO, di GLG
Le opposizioni hanno mostrato tutta la loro debolezza sia alla Camera che al Senato, senza alcun coordinamento minimale; e per di più con discorsi di ben diversa incisività. Dire se questo governo durerà o meno è difficile. Sarà però deciso dall’establishment, da quello che poco appare, non certo da chi urla facendosi forte dell’indubbio malcontento che serpeggia in gran parte della popolazione, ivi compreso il ceto medio e quello piccolo-imprenditoriale, che non vivranno anni futuri facili. Sempre più appare chiaro che tale malcontento non sa bene dove indirizzarsi; e soprattutto che in effetti non sussiste nessun partito in grado di raccoglierlo veramente.
Nessuno poi dice una “verità”, che ammetto non essere del tutto chiara nei suoi contorni precisi, ma che comunque non può non essere tenuta in considerazione da chi capisce qualcosa di politica; e soprattutto si rende conto del livello di subordinazione agli Usa, a cui sono scesi negli ultimi anni il ceto grande industriale italiano (compreso quello dell’industria “pubblica”, che ha avuto qualche momento felice in questo paese) e quello politico. Quest’ultimo, dopo il ricambio seguito a “mani pulite”, è giunto all’asservimento più degradante che, tuttavia, si è ulteriormente accentuato negli ultimi cinque anni. Indubbiamente si dovrà meglio comprendere quale sarà la strada seguita dalla nuova Amministrazione americana dopo il 20 gennaio p.v.
La durata di questo governo dipende anche dalle vicende che si andranno sviluppando in politica estera se vi saranno rilevanti mutamenti nella strategia statunitense, che sembra al momento intenzionata a migliorare i rapporti con la Russia e ad inasprirli con la Cina. Tutto sommato, però, tale atteggiamento mira ad impedire una saldatura tra i due paesi, che non sono per nulla particolarmente amici (non lo furono nemmeno durante la presunta esistenza del “campo socialista”, figuriamoci ora); e tuttavia, sono stati costretti negli ultimi anni ad alcune mosse di riavvicinamento per la politica dei Bush e degli Obama (che sarebbe proseguita con la Clinton). Adesso, bisognerà aspettare come minimo l’andamento degli eventi nel prossimo anno. D’altronde, gli Usa (anche quelli di Trump) non vorranno affatto che si sviluppino in Europa rapporti troppo amichevoli con la Russia; e soprattutto saranno osteggiati quelli tra Berlino e Mosca. Da questo punto di vista, l’Italietta continua ad essere un “territorio” (poiché chiamarla nazione sarebbe un insulto all’intelligenza) del tutto fondamentale per creare caos in Europa, cercando di avvantaggiare quelle forze (l’ultima e la peggiore quella guidata da Renzi) che si battono affinché non si crei mai una politica di importanti paesi europei minimamente indipendente dagli Usa.
Quindi, il governo Gentiloni è a tempo; ma questo tempo verrà deciso anche in base agli sviluppi della politica estera americana, sulla quale dobbiamo mantenere una doverosa incertezza. Credo che invece sia un po’ più sicura la via, lungo la quale i manigoldi della politica italiana vorranno avviarsi. Il Pd è in fase di sfascio, e assomma brutte figure su brutte figure. Del tutto scombiccherato è pure il centrodestra, dove Berlusconi continua nella sua malefica ambigua condotta, mentre i suoi due “alleati” brontolano ma non sanno in definitiva che pesci prendere. Inoltre, si capisce bene che non c’è nemmeno un grande accordo tra Lega e FdI e la prima è inoltre abbastanza rotta pure al suo interno. Del partito (ma è un partito?) dei “grillini” è difficile dire qualcosa di sensato, dato che sono in grande confusione. L’unica considerazione possibile è che raccolgono i favori di quelli che non ne possono più dei politicanti di questo paesello da operetta. Benissimo, ma occorre che sorga qualche movimento in grado di capitalizzare tale rabbia inconsulta e di recuperare pure quella degli elettori degli altri schieramenti d’opposizione.
Non so vedere nulla di serio all’orizzonte. Quindi, la linea che verrà seguita il prossimo anno (e se non basta il 2017 si userà anche il successivo) sfocerà alla fine, dopo aver sfasciato il paese, nell’arrivo dei “salvatori”: quelli che hanno già parlato da tempo di “partito della nazione”. Ritornerà Renzi (o un suo successore ma chiaramente orientato da quanto accadrà negli Usa) e ad esso si uniranno i forzaitalioti (sostituendo quei brani di Pd e di “sinistra alternativa” in via di disgregazione) e forse perfino pezzi di Lega (tipo i “bossiani” e non solo). Dei seguaci dei “5 stelle” è difficile dire qualcosa poiché la confusione sarà ancora maggiore di adesso, così come l’incazzamento per l’ulteriore degrado del quadro politico italiano. I “salvatori” in questione ci butteranno definitivamente nel burrone dove dovremo stare …. non so quanto tempo; e si affretteranno ad allinearsi alla strategia che decideranno di seguire gli Stati Uniti, dove si profilano delle divisioni da seguire con tanta attenzione e con sempre maggiore difficoltà nell’afferrarle.
Insomma, un bel “periodino” in cui non ci divertiremo per nulla. Seguiamo gli eventi e prepariamoci al peggio. Si vorrà, “timidamente”, cominciare ad incontrarsi e a discutere sul da farsi?