LE COMUNALI
L’affluenza definitiva alle comunali in Italia (eccetto Sicilia e Friuli Venezia Giulia) è stata del 60,07%. Alle precedenti comunali fu del 66,85%. In Sicilia: a Palermo il 52% di votanti (“grande vittoria” di Orlando, sul tipo di quella di Macron), a Trapani il 58. Friuli-Venezia Giulia: in provincia di Udine si è recato alle urne il 54,95% per cento dei votanti. L’affluenza più alta in Fvg si è registrata in provincia di Trieste con il 58,33%. Segue la provincia di Gorizia con il 57,08%, Udine e, ultima, quella di Pordenone con il 54,13%.
Ieri sera, i soliti bugiardi delle trasmissioni TV davano con grande e gradita meraviglia la cifra complessiva del 68,1%. E commentavano circa la tenuta, perfino un leggero aumento, dei votanti da parte di questa “responsabile” popolazione italiana. In realtà, essa non è ancora giunta alla comprensione di quella francese in merito alla nausea che provocano le forze politiche (per cui laggiù è andato a votare solo il 49% della massa elettorale complessiva), ma insomma qualche segnale non negativo esiste pure in Italia. E si cerca di nasconderlo, così come si inneggia al risultato francese quasi fosse la rinascita della marea “europeista”. Quando sarà infine possibile liberarsi di questi mentitori in totale malafede?
Altra notazione importante. La vittoria è spettata alle coalizioni in cui le liste civiche hanno avuto successoni. Faccio l’esempio del mio paesello (circa 40.000 abitanti; ho visto che non è un caso speciale, anzi piuttosto generale). Il sindaco (centro-destra) è stato eletto al primo turno con il 51% e rotti dei voti (e questo, certamente, è stato un caso raro). Se si guarda ai partiti, si ha F.I. al 17,5%, la Lega al 13, Fdi all’1,4. Un buon 20% spetta a ben tre liste civiche. Lo stesso andamento nello schieramento di centro-sinistra, che ha avuto il 30% dei voti; il Pd il 18% e il resto ad altre due liste civiche. Per certi versi, non ha tutti i torti Grillo quando dice che le comunali, condotte in questo modo a suon di liste civiche, possono illudere il centrodestra e il centrosinistra, che ormai si ritengono di nuovo in sella e in piena rinascita.
Un altro netto “slittamento” si è prodotto, mostrando come questi politicanti siano proprio dei meschini in cerca di posticini e basta. Ho sempre parlato male dei semicolti di “sinistra”; e non me ne pento. Debbo però far notare con più decisione che la sedicente “destra” è allo stesso livello. Vedo che gli “alleati” del traditore di tutto e di tutti, del doppiogiochista dal 2011, sono di levatura assai scadente. Facevano gli amici del Front National lepenista. Adesso, di fronte all’insuccesso di tale schieramento, scappano e tornano a lisciare il pelo a chi li ha sempre presi in giro. Dichiarano che il centro-destra unito può vincere. Già, lasciando piena libertà di gioco al traditore a tutti i livelli e a seconda dei suoi interessi. Essi cessano ogni minimo brontolio e s’inchinano ad uno che tre-quattro giorni fa ha dichiarato la sua preferenza per Draghi premier. Che meraviglia! A questo punto, meglio tenersi Renzi o chi per esso. Ma fra doppiogiochisti s’intendono. Draghi è quello della riunione sul panfilo Britannia (1992), del favoreggiamento alla svendita della Telecom ai “capitani coraggiosi” bresciani (1999), della Goldman Sachs e via dicendo. Per un “nano”, che si è inchinato sei anni fa a Obama, non ci può infatti essere migliore premier di qualcuno della sua stessa pasta.
Comunque, la situazione si va logorando, l’astensionismo cresce, la gente è sempre più stanca anche se ancora non riesce ad orientarsi. E del resto verso chi si dovrebbe dirigere dato il deserto esistente nel ceto sedicente politico, nel settore dell’informazione, in quello di chi sostiene di fare cultura. Ormai lo schifo è gigantesco, c’è una degenerazione a ritmo accelerato. E continuano a presentarsi in campo miserabili che vorrebbero essere considerati la novità. In realtà, cercano soltanto di mettersi in mostra in minuscoli movimentini, il solito trampolino di lancio per quei nuovi arrivisti e opportunisti che lì si fanno le ossa; poi passeranno ai più tradizionali partiti in grado di assicurare loro il posticino in Parlamento o in vari apparati e organismi controllati dai vetusti e corrotti gruppi di potere. Niente di nuovo sotto il Sole; è il continuo ripetersi della bassezza dei più. Solo in rari momenti brillano alcune minoranze che fanno una bella piazza pulita. Allora i voltagabbana affluiscono copiosi e si hanno i soliti “Piazzale Loreto”. Però le cose cambiano anche se gli onesti avvertono in bocca un certo sapore amaro; però cambiano, comunque cambiano. E qualche soddisfazione, per un breve periodo di tempo, si diffonde tra molti.