SPROFONDIAMO SEMPRE PIU’, di GLG
Cresce ogni giorno di più la mia antipatia, mischiata al disgusto, per tutte le organizzazioni che si pretendono partiti politici. Penso spesso che dal 1953 fino alla fine degli anni ’80 avevo ostilità nei confronti dei partiti governativi della prima Repubblica. Nemmeno mi era simpatico il Pci dagli anni ’60 (meno ancora dai ’70) in poi; in particolare, ero decisamente contrario alla parte berlingueriana di quest’ultimo, che aveva conquistato la maggioranza e che s’inventò l’eurocomunismo per passare di campo; e faceva gran sfoggio di moralità mentre era dedita al ben noto “badoglismo”. Mi era specialmente antipatico Craxi, soprattutto quando tentò quella misera(bile) operazione di rivalutazione di Proudhon contro Marx. Oggi, quando vedo in qualche vecchio video i discorsi dei leader di quei tempi (compreso Craxi), debbo per forza provare un po’ di ammirazione paragonandoli alle idiozie (condite pure di nefandezze) di questi decerebrati odierni che si credono uomini politici. La stessa cosa (forse anche elevata almeno al quadrato) debbo affermare per quanto riguarda gli intellettuali.
Gli unici politici di allora che posso assimilare (non del tutto) a quelli odierni sono i vari Ciampi, Amato (che non erano proprio politici in senso stretto, in specie il primo), ecc. E fra gli intellettuali potrei ricordare i “grandi capi” dell’“ultrarivoluzionarismo”; in specie di origine detta comicamente “operaista”, quando il 99% degli operai stava con il Pci. Se mi si consente una divagazione, dirò che a Pisa nel ’68 ricordo questi, un po’ esaltati, partire ogni tanto per andare a catechizzare gli operai delle aziende del circondario, in modo del tutto particolare quelli della Saint Gobain. Rammento che provavo un po’ di piacere nel vederli a volte tornare con qualche bel livido nero in faccia (e immaginavo che il culo fosse messo anche peggio).
Comunque torniamo all’oggi, quest’oggi così meschino e scoraggiante; mai mi sarei aspettato di vivere in simili tempi di inettitudine e rimbecillimento galoppanti. Lasciando adesso da parte quelli che si pretendono intellettuali (a minuti debbo andare a pranzo; capirete che cosa mi accadrebbe se parlassi di un simile squallore), fra i sedicenti politici quelli che suscitano il mio disgusto più vivo sono i pidioti e i forzaitalioti. Tra i pidioti è difficile scegliere il più irritante, tra i secondi è obbligatorio: il “nano d’Arcore”, tutt’intorno c’è praticamente il vuoto. Gli altri, da “sinistra” a “destra” e con l’aggiunta dei “5 stelle”, mi fanno quasi pena. Mi stanno sulle scatole, qualcuno sollecita in me brutti istinti, ma non arrivo a sognarli almeno ricoperti di sterco.
Anche in occasione dell’alluvione di ieri (in particolare, come sappiamo, a Livorno), pidioti e berluscones si sono uniti nell’attaccare il sindaco “grillino” di quella città; e già che c’erano, si sono messi a disquisire anche sull’incompetenza degli altri sindaci di quello schieramento (a Roma e Torino). Sia chiaro che non è affatto mia intenzione difendere personaggi del genere. Probabilmente saranno sul serio incompetenti; e vi saranno magari responsabilità del sindaco livornese in merito all’allarme della protezione civile (anche se credo che un evento come quello accaduto in quella città dovesse in effetti essere preceduto dall’allarme in rosso). Non è però questo che mi ha colpito. Dalle dichiarazioni del presidente e della giunta regionale della Toscana, come da quelle lette ad es. su “Il Giornale” (organo di ben si sa chi), si capiva perfettamente che si voleva approfittare del fatto a fini elettorali, essendo ormai vicino il voto (a partire da quello siciliano, che è alle porte). Dei cittadini in difficoltà (e dei morti) non fregava nulla a nessuno.
Tutti questi squallidi quaquaraqua non sanno nemmeno cosa sia la politica né si pongono il problema di quali decisioni sarebbero più utili per dare una drizzata al nostro paese; essi semplicemente approfittano di ogni occasione per sputarsi addosso allo scopo di volgere a proprio favore le scelte di quella parte di popolazione (sempre numerosa in ogni paese e in ogni epoca) solo in grado di farsi stordire da chiacchiere e polemiche di una pochezza infinita. Così questi loschi figuri sono solo interessati a mostrarsi i più capaci nel servire chi ci comanda da sempre, chi ci ha stabilmente occupati dal 1945 in poi. Ma per mostrarlo, è necessario prendere la maggioranza dei voti della parte di popolazione deprivata di intelligenza, che si fa appunto coinvolgere in diatribe magari su avvenimenti tragici (tipo i morti di Livorno), senza però capire che la disputa di coloro per cui vota non sono mosse da alcun interesse per il suo benessere. Questo il disgusto che provocano simili politicanti, ma con pidioti e forzaitalioti al top dell’insipienza, senza che ancora sorga una forza capace di seppellirli.
E visto che ci siamo, indichiamo brevemente altre due malefatte di questi ciarlatani. I pidioti al governo riescono ad addomesticare gli istituti di statistica che certificano riprese sicure e crescite d’altri tempi. Basti pensare a cosa ha detto il premier sull’occupazione: va benissimo, è tornata al livello di prima del 2007. Nasconde, questo soggetto tutto “soft”, che è diminuita l’occupazione stabile, quella a tempo indeterminato e per orario pieno. E’ aumentata quella precaria, detta a tempo determinato; e per ritenersi occupati in tale contesto basta anche lavorare due ore (o magari quattro) con il reddito che potete bene immaginarvi e che non consente all’occupato di tal genere di mettere su famiglia. E allora si afferma che, essendo la natalità degli italiani in diminuzione, bisogna accogliere ancora più immigrati, abituati a figliare al massimo nella miseria più nera (come avviene in tutti i popoli sottosviluppati, anche tra gli italiani di un secolo fa). E poiché questi nuovi arrivati si accontentano di salari miserabili (e lavorano in nero), essi fregano ovviamente il lavoro ai nostri connazionali, che quindi devono appunto accontentarsi del tempo determinato, delle poche ore di lavoro e dei salari che impediscono loro di “accasarsi” e figliare.
Turpi e meschini questi governanti. E sconfortante l’esistenza di quella parte di popolazione che ancora li vota, invece di andare a Roma a prenderli e fare loro un lavoretto fra i più “raffinati”. E se ci spostiamo verso i forzaitalioti, cosa vediamo negli ultimi tempi? Stanno pompando quel mediocre economista della enfatizzata Bocconi, raccontando che è un “presidente innovatore” dell’Inps con molte idee buone per sanare il sistema pensionistico. In realtà, si sta facendo un po’ di can can sul problema delle pensioni ai politici e ai sindacalisti semplicemente per creare il precedente del non riconoscimento dei diritti acquisiti; in modo da poter poi colpire una più larga platea di pensionati. E non certo per ottenere fondi atti a rilanciare l’Italia, dando incremento alle industrie strategiche che invece stanno affondando sempre più. Solo magari per le solite mancette elettorali o, in qualche caso, rimediare ad alcuni disastri finanziari che si sono lasciati andare fino alle loro ultime conseguenze.
Chissà quando questa popolazione – non tutta, lo so bene che ci saranno sempre i favorevoli ai peggiori, ma basterebbe una buona minoranza decisa e feroce – si deciderà a fare pulizia integrale di questa masnada di incompetenti in perfetta malafede e incapaci di discutere e competere fra loro sulle vere decisioni necessarie alla effettiva ripresa del nostro sistema; con riguardo non alla sola economia, ma ancor più al degrado assoluto del sistema sociale, alla disorganizzazione e allo sprofondamento nell’abiezione più nera.
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