Un paese allo sfascio di GLG

gianfranco

Ieri sera ho sentito il procuratore di Macerata dire, di persona, che il caso era sostanzialmente concluso e si trattava di omicidio. Stasera sorpresa, tutto rimesso in discussione, nulla di certo. Anche un colonnello dei carabinieri ha confermato che non si poteva ancora stabilire nulla di definitivo; anche se poi, proprio in finale di intervista, ha affermato che comunque Pamela è stata uccisa. A me sembra evidente che c’è stato un intervento politico; e di quale parte mi sembra evidente. Malgrado la TV (perfino quella non completamente allineata) sia sempre molto ambigua, abbiamo ben capito che la manifestazione “sinistra” di Macerata non è stata trionfale e la popolazione incazzata è ben ampia; anzi in troppi si sono spinti, e sbagliando di grosso, a giustificare addirittura e quasi solidarizzare con lo “sparatore”, che per me è sullo psicopatico e deve comunque andare in galera.
Il fatto è che comunque, come già detto più volte, si sta assistendo ad una nuova edizione (internazionalizzata) di guerra tra poveri. Sono soprattutto infuriati i ceti popolari, quelli delle periferie, dei quartieri più disastrati. L’accoglienza indiscriminata di flussi nati dalla politica americana (in specie obamiana) in nord Africa e Siria – e che quindi non dipendono dalla miseria di quei paesi (la Nigeria, principale fornitrice di migranti, è sul 5% di crescita del Pil) – sta creando delle opportunità per i “sinistri” in forte difficoltà e che non sanno più che fare (sfruttano perfino il festival di Sanremo). Essi sperano tuttavia di poter avere presto a disposizione bande di “mercenari”, aduse a metodi violenti e delinquenziali, al fine di mantenersi a galla. Non scordiamoci che proprio la Nigeria ha ormai in Italia una “criminalità organizzata” che sta strutturandosi con quella italiana.
Mi sembra preoccupante che anche certi comandi delle forze dell’ordine – forse però masticando amaro e per il senso del dovere loro inoculato a prescindere da chi sta al governo, disfacendo il paese – si debbano adeguare a questa politica infame della “sinistra”. Sarebbe necessario che i ceti popolari, i commercianti e negozianti sottoposti a continue rapine così come le persone anziane e sole, alzino la voce. Debbono però capire che l’accoglienza indiscriminata è solo sintomo della politica perseguita da miserabili gruppi dominanti. La rabbia deve dirigersi contro questi. Si deve arrivare ad un movimento di vasta protesta, fatto di paralisi dell’attività commerciale e di altri settori di ceto medio in “caduta libera”; e soprattutto di contromanifestazioni sempre più dure da parte dei ceti popolari in difficoltà. Non però contro i “neri” (o di qualsiasi altro colore o paese di provenienza) bensì contro la “sinistra”, prendendo pure consapevolezza che l’opposizione a questa dimostra estrema incapacità nell’individuare il nodo della situazione. Lo ripeto: lasciate stare l’effetto, andate alla causa, ai ceti intellettuali, giornalistici, dello spettacolo, e ai loro suggeritori politici ed economici che ci hanno gettato in questo baratro.