HANNO GIA’ DECISO SULLE VOSTRE TESTE E VOI LI VOTATE?

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Come abbiamo già scritto, sia io che La Grassa, andare a votare questa volta non solo non serve a niente, come in passato, ma legittima un sistema marcio, il quale ha già stabilito di fregarsene delle preferenze elettorali e di andare a costituire un governo pateracchio, per continuare a servire Usa e Ue. Questa regola varrà chiunque vinca e possiamo dimostrarlo. Partiamo dal partito che, senz’altro, conquisterà la palma di organizzazione più votata, i 5 Stelle. Se è stato scelto Di Maio, e non Di Battista, è proprio perché il “virgulto” campano ha una spiccata propensione a dare rassicurazioni a Washington, Londra, Bruxelles e ai partiti di sinistra che, laddove le cose dovessero mettersi proprio male, non tarderanno a concludere un accordo con lui, anche in ordine sparso. Di Battista, invece, sarebbe stato più divisivo o propenso a guardare dall’altra parte (la Lega), per la sua storia personale, con un padre che fu consigliere del Msi. Aver investito il primo e non il secondo ha preventivamente determinato la strada che il Movimento prenderà subito dopo il 4 marzo. Passiamo al centro-destra dove Fi e Lega si disputano la leadership della coalizione. Se vince Berlusconi sceglierà un Premier “inclusivo” che non dispiaccia al Pd. A quel punto la Lega o uscirà dall’alleanza oppure dovrà tenersi personaggi come Draghi e Tajani o qualche altro ircocervo similare. In ogni caso tutte le promesse fatte da Salvini in campagna elettorale saranno tradite. Lo stesso vale per Fdi. Se la Lega avrà la meglio, Berlusconi romperà l’alleanza (il tradimento è il suo forte, come attestano molti episodi della sua storia politica) impedendo a Salvini di essere nominato Presidente del Consiglio. Molti parlamentari della Lega seguiranno Maroni che troverà un accordo col Cavaliere includendo il Pd e proveranno a formare una larga maggioranza, portandosi dietro transfughi sparsi da altre compagini (pure da Fdi). Non sottovalutate l’istinto di sopravvivenza di chi verrà eletto, il quale per mantenere un posto a sedere in aula sarebbe disposto a vendere anche la madre o la consorte. Basta guardare ai numerosi passaggi di campo dell’ultima legislatura. Il Pd, invece, è quello che si è tenuto aperte più opzioni. E’ d’accordo con Berlusconi per le larghe intese ma non avrebbe difficoltà a stringere patti con il M5Stelle, pur dovendosi, rendendosi fattibile quest’ultima circostanza, liberare di Renzi. Defenestrare un altro ingombrante segretario non è un grosso problema per un partito che è abituato a mangiarsi i deboli e i perdenti, purché si mantenga il potere. Gli altri cespugli fluttueranno in base al vento o ne saranno spazzati via. Leu, per esempio, è nato per oscillare e offrire il proprio appoggio a chi si posiziona meglio, dando manforte al Pd. I restanti gruppetti, se riescono ad eleggere qualcuno, faranno testimonianza o diventeranno serbatoi dove andare a pescare all’occorrenza, per il “bene della patria”.
Dunque, se vi approcciate al voto con lo spirito di chi spera ancora in un cambiamento, lasciate perdere. Contribuirete solo a legittimare i pessimi scenari descritti sopra. Che nella Lega ci siano Bagnai e Borghi non è motivo sufficiente per provarci, perché la loro elezione non sposterà gli equilibri e non modificherà i temi all’ordine del giorno. Bagnai e Borghi saranno pure due brave persone, con qualche nuova idea in testa, ma finiranno stritolati dal “meccanismo” democratico e dalla disciplina di partito. Volete mandare Cpi in parlamento? Fate pure, tali ragazzi sono vogliosi e simpatici ma vivono in un’epoca superata e non sono adatti al presente. Non faranno danni (se non a se stessi, ricordate che il rito statale muta i caratteri, anche dei più tetragoni) ma nemmeno garantiranno benefici.
Dunque, stando così le cose, perché sprecare tempo recandosi alle urne quando, comunque, ogni decisione verrà presa sulle vostre teste da sodalizi à la carte che nasceranno da interessi loro e non vostri? Rifiutare la scheda, invece, vi permette di dimostrare il disprezzo che nutrite verso questa squallida forma di coinvolgimento popolare, soltanto apparente, chiamata democrazia elettorale. C’è sempre la possibilità e l’aspettativa che domani, magari, qualcuno raccoglierà questa rabbia e ne farà una tempesta. Se vi mostrate disciplinati con gli aguzzini i tempi del riscatto si allungano o sfuggono…