Qualche interpretazione della Storia , di GLG
Quando all’inizio del ’33 andò al potere Hitler (alle elezioni i nazi erano il I partito con il 43,9% dei voti, mentre socialdemocratici e comunisti erano lontanissimi, ma certamente poi tale potere non fu più gestito con sondaggi tra i “consumatori” dei vari prodotti politici), vi erano 6 milioni di disoccupati. Al Congresso di Norimberga di un anno e mezzo dopo ve n’erano un milione e mezzo. Per effetto di una politica che poteva ricordare, ma andrebbe fatto uno studio serio, il “new deal”. Comunque, in ogni caso, tutto il contrario del becero e rozzo liberismo oggi ripreso da economisti che sono da inviare ai campi di lavoro forzato. Ci sarebbe poi da discutere delle cose certo terribili commesse nel ’33 e prima parte del ’34 dalle SA fino alla “notte dei lunghi coltelli” della fine di giugno con loro eliminazione e uccisione di Rohm, il capo. Per le SA non erano in primo piano gli ebrei, bensì quelli che oggi chiamiamo radical chic e seguaci dell’infame Repubblica di Weimar (seguaci da assimilare ai nostri “sinistri” e “conservatori” odierni, tutti liberisti). Secondo me, fu madornale l’errore dei comunisti di traccheggiare con i verminosi socialdemocratici. Basti pensare ai successivi “fronti popolari” dell’epoca; tipico quello francese di Blum, uno dei “padri dell’Europa” finanziati dalla CIA nel dopoguerra. Nel ’33, gli operai della Krupp (ma non solo loro, gli operai in genere) andavano con le SA a pestare i weimariani; fu però appunto il grande industriale a scrivere a Hitler chiedendo che si mettessero “in riga” le SA perché non poteva certo licenziare gli operai che si assentavano dal lavoro per andare a pestar giù duro. E Hitler fece appunto il compromesso con il grande capitale (ancora per l’essenziale borghese, mentre ormai mostrava prevalenza quello “manageriale”, esistente però negli USA) – e con l’esercito – annientando i “populisti” dell’epoca. Dopo si sviluppò in pieno l’antisemitismo e la certo orrenda persecuzione che ne seguì. Si trattava di trovare una nuova ideologia e un nuovo obiettivo “nemico” per compattare una gran parte della popolazione dietro al Potere. Inutile star sempre a mentire. Negli anni ’30 la stragrande maggioranza della popolazione tedesca seguiva i nazisti; così come in Italia seguiva i fascisti. Poi quando hanno combinato il disastro della guerra, che hanno perso, allora la popolazione (quella “non silenziosa”) si è scatenata contro i perdenti, gridando viva viva ai vincitori. Vogliamo smetterla di raccontarci balle sulle meraviglie che fa il “popolo”; non esiste, esiste solo una popolazione, che è divisa in tante “convinzioni”. E nei momenti decisivi della storia, una parte si getta a pesce con i vincitori e grida e urla per lo sterminio del “nemico” (perdente); quelli che hanno un minimo di vergogna di cambiare idea al mutar del vento, si rinchiudono a casa, stanno in silenzio e in ogni caso cercano di far dimenticare quello che sono.
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Continuazione del precedente post.
LODE DEL DUBBIO (Brecht)
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Intronato dagli ordini, passato alla visita
d’idoneità da barbuti medici, ispezionato
da esseri raggianti di fregi d’oro, edificato
da solennissimi preti, che gli sbattono alle orecchie un libro
redatto da Iddio in persona,
erudito
da impazienti pedagoghi, sta il povero e ode
che questo mondo è il migliore dei mondi possibili e che il buco
nel tetto della sua stanza è stato proprio previsto da Dio.
Veramente gli è difficile
dubitare di questo mondo.
Madido di sudore si curva l’uomo che costruisce la casa dove
non lui dovrà abitare.
Ma sgobba madido di sudore anche l’uomo che la propria casa
si costruisce.
Sono coloro che non riflettono, a non dubitare mai.
Splendida è la loro digestione, infallibile il loro giudizio.
Non credono ai fatti, credono solo a se stessi. Se occorre,
tanto peggio per i fatti. La pazienza che han con se stessi
è sconfinata. Gli argomenti
li odono con l’orecchio della spia.
Con coloro che non riflettono e mai dubitano
si incontrano coloro che riflettono e mai agiscono.
Non dubitano per giungere alla conclusione, bensì
per schivare la decisione. Le teste
le usano solo per scuoterle. Con aria grave
mettono in guardia dall’acqua i passeggeri di navi che
affondano.
SOTTO L’ASCIA DELL’ASSASSINO
SI CHIEDONO SE ANCH’EGLI NON SIA UN UOMO.
Dopo aver rilevato, mormorando,
che la questione non è ancora sviscerata, vanno a letto.
La loro attività consiste nell’oscillare.
Il loro motto preferito è: l’istruttoria continua.
Certo, se il dubbio lodate
non lodate però
quel dubbio che è disperazione!
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Ho messo in maiuscolo il passo cruciale. Brecht scrive in un periodo (anni ’30) di eventi drammatici, tra due grandi guerre. E’ giusto a quel tempo parlare di assassino e dell’ascia che egli usa. Oggi, in questi nostri paesi europei, ci troviamo in un periodo di uomini miserabili, meschini, incapaci di arrivare al coraggio del vero e proprio assassinio. Sono subdoli, pieni di infami ma reconditi pensieri. Sono falsi e predicano il bene (il “buonismo”) per ingannare e meglio far perire i deboli. Hanno il manto del “progresso”, della “modernità”, dell’avanzamento verso più “lieti e facili destini”; ecc. ecc. Oggi sono questi gli assassini e non brandiscono e agitano l’ascia. Non uccidono direttamente altri esseri umani; questo compito lo lasciano ai loro servitori in parti del mondo lontane dai “morbidi cuscini” in cui essi ce lo mettono in…… (linguaggio figurato ovviamente). Il loro compito è uccidere le differenti civiltà, tradizioni, credenze, modi di vivere e pensare. Nessuno deve più capire con chi sta, con chi può veramente parlare, di chi si può fidare, quali amicizie e amori può provare con vero trasporto. Comunque, anche in questo periodo – e in questi paesi – dove non si brandisce l’ascia, non dobbiamo per nulla chiederci se questi miserabili sono uomini. Siano quel che siano, dobbiamo combatterli ed eliminarli. O noi o loro: se va bene, ci sono ancora due o tre decenni per questa decisione. Questi bastardi cercano di sviare l’attenzione con la plastica che ucciderebbe la Natura. E invece sono i “politicamente corretti” che stanno uccidendo il mondo umano, la nostra società. Sono loro la “nostra plastica”. Altro che “green economy”. C’è bisogno di una ROSSA pratica di rinascita di una degna vita sociale.