Il sovranismo è morto. Finalmente.
Il sovranismo è un fenomeno morto. Si è chiarito che dietro questa parolina magica, che tanto aveva affascinato componenti tradizionalmente di destra ma anche orfani della sinistra “rivoluzionaria” o socialista e cani sciolti pseudo-marxisti, si nascondeva un altro modo di svolgere il compito degli utili idioti dei dominanti statunitensi, non più quelli a preponderanza democratica ma quelli a trazione repubblicana. Questa spiegazione è un po’ grossolana perché si dovrebbe scendere al livello profondo della diversificazione delle strategie americane, che non si esauriscono nella diatriba tra democratici e repubblicani, per comprendere veramente le opzioni degli Usa i quali tentano di rallentare la caduta relativa del loro dominio internazionale. Diceva bene Albert Caraco: “per un paese che fa la Storia, ce ne sono più di venti che la subiscono, e in questi venti ogni partito, quale che sia, è il partito dello straniero, si proclamasse pure nazionalista”.
In molti hanno abboccato alle narrazioni dei leader sovranisti in tutta Europa e capisco che, effettivamente, occorreva un filo di speranza per riprendere la battaglia contro le sinistre continentali, apertamente e smaccatamente servili verso gli yankee, come mai si era visto in nessuna epoca. Gli americani controllano l’Europa dal 1945 ma anche le classi dirigenti del post conflitto mondiale avevano mantenuto una certa dignità ed erano state in grado di contrattare la loro subordinazione a Washington stabilendo un prezzo più alto delle attuali corvée dell’Ue.
A pensarci bene, il sovranismo istituzionale, come quello della Lega o di Fdi, non era un granché architettato. Tutto si traduceva in una difesa della bassa italianità contro l’invasione del riso cambogiano, i prodotti cinesi o i valori della famiglia da parte di tradizionalisti plurisposati e pluridivorziati. Parlateci di Bibbia! No?
Pizza e mandolino, insomma, che da insulto esterno diventava vanto interno. Io ce l’ho piccolo però che bello! Contro le multinazionali quando invece dovremmo invocarne di nostre. E poi gli economicismi astrusi di chi urlava di voler uscire dall’euro senza toccare l’Europa, salvo ricredersi all’occorrenza anche sul minimo. Restiamo dentro ma col mini bot. Avete sentito il mini botto? Neanche quello. Tuttavia, c’era Trump su cui contavano e i sovranisti ballavano come le scimmiette col cappellino elettorale del tycoon e la mascherina bagnata per la bava. Per lui si sono trasformati in americani di fatto, oltre che per vocazione, avrebbero infatti voluto votare nell’Oregon per vederlo trionfare. Poi però quegli imbroglioni del deep state e i bibbianesi della west coast hanno truccato le schede e Biden ha compiuto la rapina ai danni del popolo. Complotto! Ancora c’è gente su questo social che riconta i voti e proclama la vittoria dello sconfitto. Babbei per Trump. Sono pure convinti che Trump sia un pacifista e amico dei reietti. È vero, non è stato un guerrafondaio come Obama ma non ha terminato quel che altri hanno vergognosamente cominciato. Ha fatto qualche piccola rettifica, non per bontà ma per interesse del suo Paese. Ci mancherebbe!
Ma è finita. Gli unici sovranisti che continueranno ad esistere saranno quelli extraistituzionali ed extrasensoriali del Fsi. Per loro sovrana è la fede. Tale setta si fonda su una costituzione repubblicana affondata qualche decennio fa, interpretata infallibilmente da un presidente.
Certo, qualcuno ci proverà per qualche tempo a resuscitare il sovranismo, magari con una spruzzata di populismo, vedi quelli di Italexit. Ma quell’uom fatale che li guida è convinto che Sovrano è Paragone e mai paragone fu più pertinente. Speriamo, invece, che inizino nuove e più serie battaglie per l’Italia, per dare ad essa un posto diverso nel mondo, non più donna di provincia ma protagonista di questa epoca storica di mutamento.