LO STATO E’ PROFONDO?
Che cos’è lo Stato profondo? La domanda è necessaria perché molti stanno equivocando, soprattutto chi crede di poterlo definire univocamente. In questi mesi si è sentito spesso dire che il deep state avversava Trump negli Usa, il deep state avrebbe manipolato le elezioni per far perdere il tycoon newyorkese a vantaggio dei democratici. Quindi, il deep state è solo uno strumento in mano ad una parte politica? E’ controllato a piacimento da un partito che può ricorrere ad esso per organizzare brogli elettorali a vantaggio di un candidato o di un altro? Cerchiamo di essere seri e lasciamo stare Slavoj Zizek (https://www.internazionale.it/opinione/slavoj-zizek/2021/01/09/grande-tradimento-donald-trump).
Il deep state, se oggi c’è ed ha favorito qualcuno c’era anche ieri quando ad essere eletto era stato proprio l’attuale sconfitto. Il deep State non si occupa di elezioni in senso stretto perché i suoi compiti e le sue influenze partono da più lontano e guardano più lontano. Il deep state, lo Stato profondo, non è qualcosa che sta in fondo, dietro le quinte della storia a manovrare nella penombra, questa è solo una nostra sensazione superficiale perché non abbiamo ben chiaro cosa sia lo Stato, quale sia la sua vera natura e quali i suoi obiettivi decisivi. Lo Stato, profondo o meno che ci possa sembrare, è al di sopra di un mero meccanismo elettorale e non è nato per garantire i cittadini nei loro diritti. Lo Stato è sovrano, perché sovrano è il politico diceva Carl Schmitt, e la sovranità appartiene allo Stato, non di certo al popolo, che esercita il potere per la sua permanenza e la difesa del suo corpo, necessariamente suddiviso in apparati che sono il precipitato di una lotta nel suo seno tra i gruppi che lo costituiscono contendendoselo. Basterebbe fare un passo indietro ai tempi dei Sovrani che incarnavano gli Stati, certamente molto più “snelli” di quelli presenti, per capire, per l’appunto, che lo Stato si è complessificato ma è sempre la stessa cosa, il posto dove il potere politico si esprime e crea il suo “ambiente”. E qui non si sa cosa sia nato prima, se l’uovo o la gallina, se il potere o lo Stato, perché entrambi appaiono prima come causa e poi come effetto, in una alternanza inarrestabile.
Se pensiamo allo Stato come all’esercizio di forza ed egemonia, denudandolo dei suoi orpelli istituzionali, vedremo che esso è esattamente coincidente con la sua “profondità”. Ciò che gli sta intorno non lo approfondisce ma ne obnubila alla vista la reale sostanza. Lo Stato non è profondo, esso non ha nemmeno fondo pur avendo una corazza, una superficie che riguarda le nostre strutture mentali più che la sua essenza. Lo Stato è coincidente con il potere o meglio, con il suo potere, con l’energia che riesce a sprigionare e che lo rende simile, sovraordinato o subordinato agli altri Stati con i quali si scontra per il solo fatto di esser al mondo (nel mondo delle relazioni e dei rapporti internazionali). Lo Stato non è profondo ma ha un interno ed un esterno, ha dei limiti, ma è smisurato quando agisce sul suo territorio, più stringenti quando, invece, si guarda allo specchio incontrando altri Stati. Forse, lo Stato è visibile esclusivamente quando si lancia contro la sua immagine riflessa “esterna”, quando unifica le sue forze contro lo Stato nemico. Lo Stato si fa certamente sentire nei suoi confini ma è nello scontro interstatale che si fa davvero vedere, quando rischia di soccombere per mano straniera, di perdere una guerra e di essere devastato e ristrutturato contro la sua volontà. Persa quest’ultima lo Stato non è più stato e non è mai stato, perde persino la memoria di se stesso, trasformandosi in mero funzionario esecutore di un’altra entità statale alla quale risulta sottomesso.
C’è dell’altro. Più marginale ma importante. Lo Stato è “egemonia delle armi” (con mezzi diretti o indiretti, ideologici) e arma di estensione egemonica ma non è mai, dico mai, uno strumento di gestione degli interessi pubblici e privati. Per quest’ultimi non ci sarebbe bisogno di uno Stato, basterebbe, appunto, un molto più banale organo amministrativo, senza necessità di corpi speciali. Lo Stato si nasconde proprio in questi dettagli che dettagli non sono. I corpi speciali segnalano la presenza dello Stato mentre la buona o cattiva gestione degli affari pubblici non è affare di Stato, ovvero, non serve lo Stato per pagare le pensioni o per contemperare gli interessi di tutti.