La ragionevolezza di Putin
Chi ha scritto sui giornali che per far terminare la guerra bisogna uccidere Putin, oltre che moralmente orripilante, è un asino totale perché non ha proprio idea di come funzioni il potere. L’uomo solo al comando è una figurazione ciclistica o, in generale, degli sport più o meno individuali. In realtà anche in questi casi occorre il lavoro oscuro di molti perché un atleta riesca ad emergere soggettivamente. Una simile e impropria traslazione in politica non è una figurazione ma una vera figuraccia. Questi pennivendoli che vorrebbero insegnare qualcosa ai lettori sono dei mentecatti o dei disonesti. Il risultato non cambia. A lorsignori non è venuto proprio in mente che Putin rappresenti invece il terminale di una sezione ragionevole dei poteri russi, molti dei quali avrebbero voluto agire prima e a qualsiasi costo. In ogni caso, pur tolto di mezzo Putin, ma il frangente è alquanto ameno, nonostante le balle su presunti complotti interni per farlo fuori vergate dalla propaganda russofoba, la linea strategica non muterebbe o si modificherebbe di poco o, ancora, potrebbe persino farsi più oltranzista. Sappiamo per certo che in Russia c’è chi considera Putin troppo moderato o attendista rispetto agli obiettivi che il Paese si sta prefigurando nella crescente fase multipolare. Tempo fa, la rivista americana Stratfor, oggi molto decaduta, aveva ricostruito le 5 principali sfere del potere in Russia con le quali Putin (e il circolo che lo sostiene) era costretto a mediare.
In un articolo di qualche anno fa scrissi: ” Putin si è trovato più volte alle prese con necessari bilanciamenti di potere all’interno di queste cerchie non sempre allineate sulle posizioni presidenziali. Alcuni eventi, come la guerra civile in Ucraina, hanno fatto traballare l’unità di intenti tra le parti. Alcuni settori, infatti, ritenevano più efficace un intervento diretto contro Kiev anziché il mero supporto esterno ai miliziani. Altri (minoritari), invece, credevano che sarebbe stato meglio cedere al nemico e lasciar andare il vicino al suo destino. Questa diatriba sarebbe giunta ad un punto critico e qualcuno sarebbe arrivato anche a chiedere la testa di Putin incapace di prendere una decisione immediata”.
Infine, si è arrivati all’operazione di un mese fa rispetto alla quale il Presidente russo ha cercato di prendere tempo, almeno organizzando un attacco mirato e non indiscriminato, nonostante fosse stato pressato da molto prima da certi ambienti decisamente assertivi e non inclini ai rischi limitati.
Qualcuno dovrebbe piantarla di diffondere sciocchezze per scopi che possono essere vari ma sempre servili e fallimentari. Piuttosto c’è qualcosa che non va in quel Paese dove un ministro degli esteri definisce peggio di un animale il capo di una superpotenza politica ed energetica come la Russia. Se vogliamo intercettare lo schifo non abbiamo altro da fare che guardarci allo specchio.