Apologo e storia del culo

 

IL CAPO, di glg

Quando fu creato il corpo umano, tutti gli organi presentarono domanda per essere eletti a capo di esso.

Disse il cervello:
Io sono l’intelligenza e trasmetto gli ordini a tutto il corpo ed è giusto che sia io “Il Capo”.

Lo stomaco disse:
Io trasformo in energia tutti i cibi, quindi è giusto che sia io “Il Capo”.

Le gambe dissero:
Noi sfruttiamo l’energia resa dallo stomaco e muoviamo il corpo, quindi è giusto che siamo noi “Il Capo”.

Di seguito tutti gli organi presentarono le loro indiscutibili motivazioni, più o meno valide, per diventare “Il Capo”.
Ma quando toccò al buco del culo tutti scoppiarono in una grande risata. Allora il buco del culo, indispettito, si mise in sciopero e non fece più lo stronzo. Così, in poco tempo, tutto il corpo entrò in sofferenza. Il cervello divenne febbricitante. Lo stomaco aveva i crampi e le gambe non si reggevano più.
Così, prima di giungere alla morte, tutti gli organi decisero all’unanimità che fosse il “Buco del culo” a fare “IL CAPO”. E lui ricominciò a fare lo “stronzo” procurando generale sollievo.

MORALE!

NON C’E’ BISOGNO DI UN GENIO PER FARE IL CAPO. BASTA CHE CI SIA QUALCUNO CAPACE DI FARE “LO STRONZO”
Grazie all’ano, di GP

Il bistrattato orifizio, che nascondiamo alle terga, dentro due natiche di varia forma e tipologia, è stata una grande invenzione della natura, una soluzione di cui dovremmo andare fieri con tanto di omaggi all’evoluzione. Grazie all’ano, si dovrebbe infatti dire, prima che grazie al cazzo, per una questione di precedenza e di bisogno. Quando l’ano non c’era la vita era meno complessa di adesso e probabilmente anche più scomoda. In tempi senza ano passava tutto dalla bocca, e non in senso metaforico, ogni servizio, in entrata e in uscita, avveniva da quell’unico foro. Poi apparve lui e fu una grande scoperta per miliardi di ani e di anni a venire. Come riportato nel saggio “Brevissima storia della vita sulla terra” di Henry Gee è merito dell’ano se siamo qui con le nostre faccia da cazzo ad ingombrare il pianeta, facce che dovrebbero chiamarsi innanzitutto di culo, quanto meno per un vago senso di riconoscenza ai meriti di detto buco.
Scrive Henry Gee: “L’invenzione dell’ano in quanto organo a sé stante, della quale dobbiamo essere grati ad alcune specie di vermi senza altre caratteristiche degne di nota, determinò una vera e propria rivoluzione nella biosfera. Invece di disciogliersi nell’ambiente circostante, ora i materiali di scarto venivano concentrati in grumi solidi che non si diluivano a poco a poco ma affondavano subito. Questo cambiamento segnò l’inizio di una vera e propria corsa ai fondali marini. Gli agenti decompositori che si nutrivano di ossigeno presero a concentrare i loro sforzi alimentari non piú nell’intera colonna d’acqua ma soltanto in profondità. I mari, una volta torbidi e stagnanti, diventarono piú limpidi e ancora piú ricchi “di ossigeno: quanto bastava per consentire l’evoluzione di forme di vita piú grandi.
L’invenzione dell’ano ebbe un’altra importante conseguenza. Gli organismi che hanno una bocca a un’estremità e un ano all’estremità opposta si muovono seguendo un orientamento specifico: la «testa» sta davanti, la «coda» dietro.
I primi animali con questa particolare conformazione si nutrivano dei frammenti sparsi sullo spesso tappeto di melma che da oltre due miliardi di anni copriva il fondo dell’oceano. Dopo qualche tempo cominciarono a farsi largo sotto la melma. E poi a mangiarsi la melma stessa. Il regno incontrastato delle stromatoliti era giunto al termine.
Quando poi gli animali finirono la melma a disposizione, cominciarono a mangiarsi l’un l’altro.”

Infatti, continuiamo ancora a mangiarci tra noi perché siamo divenuti tanti e abbondanti, producendo lunghe e piacevoli defecazioni che sono il tratto distintivo delle varie specie animali. C’è anche chi gradisce direttamente questo prodotto del corpo, compresi alcuni nostri simili detti coprofagi. Certo non possiamo ridurre la vita solo a questo ma in principio è stato il buco del culo, almeno per quanto riguarda l’esistenza terrestre. Il Vaffanculo dovrebbe essere sempre di buon auspicio e invece ci incazziamo se lo sentiamo perché abbiamo smarrito la nostra storia.

Dovremmo augurarci buon ano, soprattutto perché la maggior parte dell’umanità che, come diceva credo Leonardo, spesso si riduce ad un tubo digerente, non si è resa conto che dal culo siamo pur sempre arrivati faticosamente ad avere il cervello, però spessissimo usato come un deretano.
C’è da dire che dei bei tempi andati abbiamo conservato almeno l’espressione “che culo!” a significare la fortuna che ci ha baciato.
Non dobbiamo vergognarci delle nostre umili origini perché siamo quello che siamo: belli o brutti, ricchi e poveri, veniamo dalla merda, oltre che dalla melma, non ce lo dimentichiamo.