Il fascismo fece anche alcune cose buone

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La mia storia politica mi consente di non badare a eventuali illazioni. Mi iscrissi al partito comunista (Rc)che avevo 14 per uscirne a 21 più interessato alla teoria marxista che alla militanza in una organizzazione che già fingeva di fare gli interessi delle classi subalterne. Nessuno dunque può permettersi di accusarmi di nostalgia per il ventennio. Anzi, mi fa ancora un certo effetto l’inno sovietico e continuo a leggere con interesse gli scritti di Lenin o di Stalin benché consapevole che i loro pensieri appartengano ad un’epoca storica ormai tramontata nonostante ci sia ancora tanto da imparare da tali menti, mutatis mutandis.
Affermo convintamente che il fascismo fece alcune cose buone ma non mi riferisco ai treni in orario, alla lotta alla mafia, alle bonifiche delle paludi, all’Iri, all’infps ecc. ecc. Non che queste iniziative non meritino attenzione ma il punto che intendo evidenziare è prettamente politico e storico. I meriti del fascismo vennero riconosciuti anche da sicuri antifascisti come Salvemini e Bordiga, se non altro per la rottura che esso determinò in un Paese stagnante e servo degli stranieri. Entrambi sostennero che il duce ebbe il merito di mettere fine alla putrescenza dello Stato liberale che, esattamente come oggi a causa della nostra becera classe politica, stava portando l’Italia alla rovina sociale, economica, culturale. Abbiamo già riportato in altre occasioni le parole di Salvemini: “Se Mussolini arriverà a spazzare via queste vecchie mummie e canaglie, avrà fatto opera utile al paese. Dopo che lui abbia compiuto questo lavoro di spazzature, verranno avanti uomini nuovi, che spazzeranno lui…Se Mussolini venisse a morire, e avessimo un ministero Turati, ritorneremmo pari pari all’antico. Motivo per cui bisogna augurarsi che Mussolini goda di una salute di ferro, fino a quando non muoiano tutti i Turati, e non si faccia avanti una nuova generazione liberatasi dalle superstizioni antiche”.
Salvemini non risparmierà i suoi “complimenti” nemmeno a quelli che vennero dopo il regime. Mentre i nostri menestrelli del piffero vanno in giro ad incensare la più bella costituzione del mondo, ormai solo vecchia, superata e inutile, lo storico pugliese già in tempi non sospetti affermava: “Da quelle scempiaggini sta uscendo la costituzione più scema che mai sia stata prodotta dai cretini in tutta la storia dell’umanità. Ti par poco farsi un’idea di quell’Himalaya di somaraggini? Un’assenza così totale di senso giuridico non si è mai vista in nessun Paese del mondo, i soli articoli che meriterebbero di essere approvati sono quelli che rendono possibile di emendare o prima o poi quel mostro di bestialità…Meritavano di meglio che un’Assemblea costituente formata in gran maggioranza da somari, scelti non dagli elettori ma dalle camorre centrali dei partiti così detti di massa. Meritavano di meglio che quel polpettone che sarà la Costituzione della repubblica italiana: norme costituzionali che dovrebbero essere permanenti, leggi rivedibili in base alle mutevoli condizioni dei tempi, trattati internazionali che si possono e debbono sempre rinegoziare, regolamenti governativi, circolari ministeriali, articoli del codice civile, regole di procedura penale, discorsi elettorali e imparaticci di dispense universitarie.”
Parimenti Bordiga disse nel 1970 in una intervista a Sergio Zavoli: “che chiunque avesse distrutto la fradicia impalcatura statale italiana avrebbe fatto una cosa positiva”. Ma Bordiga dirà ancora di più: “Fin da molti anni addietro, noi affermammo senza esitazione che non si doveva ravvisare il nemico ed il pericolo numero uno nel fascismo o peggio ancora nell’uomo Mussolini, ma che il male più grave sarebbe stato rappresentato dall’antifascismo che dal fascismo stesso, con le sue infamie e nefandezze, avrebbe provocato; antifascismo che avrebbe dato vita storica al velenoso mostro del grande blocco comprendente tutte le gradazioni dello sfruttamento capitalistico e dei suoi beneficiari, dai grandi plutocrati, giù giù fino alle schiere ridicole dei mezzi-borghesi, intellettuali e laici”.
Il blocco antifascista si è evoluto o meglio è degenerato nei traditori odierni che armano Kiev, seguono pedissequamente le azioni statunitensi anche al prezzo di distruggere il loro stesso Paese. Oggi la sottomissione agli USA è completa e senza tentennamenti. Si stanno certamente comportando peggio dei fascisti i quali, almeno, operavano in autonomia e attuarono un disaccoppiamento dell’Italia dai più ferali condizionamenti esteri. A ciò aggiungiamo che non si vergognano nemmeno di armare i fascisti ucraini in contraddizione con la loro stessa retorica. Si pensano intoccabili questi impuniti. Essi rappresentano il nemico della nazione e siamo costretti di nuovo a dire: chiunque arrivi a sbarazzarci di queste carogne farà opera giusta per l’Italia. Temo che per simili farabutti che hanno occupato ogni anfratto del sistema occorreranno uomini e mezzi ancora più decisi di quelli utilizzati in passato.