Sempre più servi degli Usa

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Il 25 aprile è ormai l’occasione per osservare uno zoo itinerante di animali orripilanti che, emettendo sudore nauseabondo e suoni indecifrabili per il presente, si aggirano nelle città d’Italia come fantasmi del passato. Mentre le piazze sono sempre meno piene di nostalgici della partigianeria sui media impazzano i cani fedeli degli americani le cui servili convinzioni non trovano riscontro nemmeno nelle stanche manifestazioni abitudinarie, partecipate preponderantemente dai soliti vecchi arnesi. A sventolare drappelli della NATO e dell’Ucraina ci sono solo piccoli gruppi di provocatori peraltro insultati dagli habitué delle celebrazioni che pretendono l’esclusiva della mitologia post bellica. Il grande sostegno alla causa Ucraina e ai famigerati occupanti statunitensi, definiti liberatori per l’occasione dalla pseudo intellighenzia nazionale, esiste solo nelle televisioni e sui giornali. Gli italiani se ne fottono delle frottole di guerra e pensano giustamente alle loro tasche svuotate dalle ideologie esterofile.
La decadenza italica si fa sentire soprattutto sulla propaganda dei nostri assurdi tempi che viaggiano senza freni sul piano inclinato di una sudditanza ormai priva di ogni pudore. Pennivendoli di ogni disciplina, attivi anche sui social, si sono sperticati in panegirici a favore degli Stati Uniti con sventolio virtuale di bandiere a stelle e strisce. Gli americani ci avrebbero dato libertà e democrazia mentre si nega che la presenza di basi militari straniere sul nostro suolo costituisca un tema per cui preoccuparsi. Le ingerenze che subiamo da oltre 70 anni e che fanno strame della nostra autonomia decisionale sono frutto di immaginazione complottistica e di subdola disinformazione putiniana. Ne abbiamo sentite di ogni gravità e ripugnanza perché sono definitivamente caduti i freni inibitori dei cialtroni chiamati all’adunanza antirussa dall’inizio delle operazioni militari nel Donbass.
Gli americani sono buoni per natura per cui tutto trova giustificazione per loro, anche i crimini evidenti che vengono derubricati a necessari per aver scongiurato eccidi peggiori. Per esempio le bombe atomiche sul Giappone. Queste ultime avrebbero risparmiato le vite di 100 mila soldati Usa. Oggi viene aggiunto da qualcuno che pure i giapponesi dovrebbero esserne grati perché altrimenti sarebbero morti altrettanti loro connazionali i quali non intendevano arrendersi. A sostegno di questa assurda tesi si porta il fatto che le autorità nipponiche non avrebbero mai preteso scuse da Washington poiché senza gli eventi di Hiroshima e Nagasaki i militari del sol levante avrebbero trascinato tutto il paese in un fiume di sangue peggiore. Ovviamente si tratta di un falso perché l’imperatore giapponese già tre mesi prima del fatidico sgancio, attraverso canali diplomatici segreti, voleva trattare la resa. Insomma, Grazie America per il genocidio istantaneo di 200 mila persone che ha evitato chissà quale altra ecatombe. Anche l’inutile bombardamento di Dresda, rasa al suolo dagli alleati, viene sminuito perché i morti furono meno di quello che si sostiene. Le bombe atomiche e la lezione ai tedeschi, crimini di guerra evitabilissimi e di una ferocia inaudita, servì solo a dimostrare ai sovietici la potenza militare Usa. Non ebbe altro scopo che questo, valutazione confermata anche da molti protagonisti di quelle vicende e che rafforza la convinzione che i portatori di libertà e democrazia non erano così diversi dai loro nemici.
Fu Il capo di Stato maggiore dell’aviazione Curtis LeMay ad affermare che la bomba atomica non aveva niente a che fare con la fine della guerra e fu sempre lui a dire: “Penso che se avessi perso la guerra, sarei stato accusato di essere un criminale di guerra. Fortunatamente eravamo dalla parte dei vincitori”.
I propagandisti odierni, per surplus di servitù, sono giunti a smentire persino quanto sostenuto dagli stessi americani.
Infine si fanno improbabili paragoni tra resistenza partigiana italiana e fantomatica resistenza Ucraina. Non conoscono la storia. La nostra resistenza era all’80 percento fatta da comunisti. I comunisti in Ucraina sono perseguitati. Inoltre, chiamano resistenza l’azione militare dell’esercito regolare. Non ci risulta che la nostra resistenza fosse appannaggio delle truppe del re.