Finché c’è guerra…

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Più di 28 Paesi forniscono armi, munizioni, logistica, intelligence, soldati e chissà che altro all’Ucrina per combattere la Russia ma quest’ultima, contro tutti, è ancora lì. Fine della narrazione secondo la quale l’Occidente è in grado di vincere qualsiasi guerra in qualsivoglia scenario. Nemmeno dobbiamo dimenticare che i paesi della NATO sono solo una piccola parte, per quanto ancora rilevante, della scacchiera globale. Il mondo va riconfigurandosi secondo diversi rapporti di forza che incidono sugli equilibri internazionali trasfigurando i precedenti assetti storici.
Gli Stati Uniti erano ancora sicuri di poter fermare l’evoluzione degli eventi ricacciando indietro l’influenza russa in Europa. Hanno verificato definitivamente quest’ultima ha più importanza per loro che per gli altri. La Russia non esce ridimensionata dal decoupling con Bruxelles e anzi spinge sull’acceleratore per riorientarsi su tutte le altre aeree esterne all’Ovest. L’unica vera perdente di questa nuova situazione di riconformazione geopolitica è proprio l’Europa che lascia sul terreno la sua sovranità residuale per far fare alla Casa Bianca quello che le pare sul Vecchio Continente. Ne rimarremo deteriorati e distrutti sotto il tallone di ferro di Washington per tutti i decenni a venire.
La guerra per procura all’Ucraina è l’ultimo epitaffio sulla lapide dell’Ue che si smarca dalla Russia e dalla vera comunità internazionale, quella non occidentale, la quale ha rifiutato di seguire pedissequamente la NATO nel conflitto. Cina, Russia, India, Africa, Medio Oriente, alcune parti dell’Asia orientale e Sud America si staccano dal destino manifesto percorrendo le nuove opzioni del futuro. A Washington resta l’illusione, via propaganda che viene smentita dalla realtà , di poter ancora scavare un solco tra Mosca e Pechino. I cinesi, con la loro classica doppiezza, sorridono ma si ritraggono. La loro partnership con la Russia, sul lungo periodo, pagherà meglio di quella con gli USA, anche in un’ottica di espansione territoriale e di allargamento delle sfere d’influenza. Vedi Taiwan, Africa e anche Asia centrale. La superiorità economica degli USA in prospettiva non costituisce più un deterrente e anzi scoraggia quanti hanno visto negli anni l’America salvarsi dalle crisi lasciando sprofondare alleati, amici e avversari. Gli Stati Uniti sono inaffidabili perché antepongono i loro interessi, senza scendere davvero a compromessi, a qualsiasi intesa. Adesso che anche il loro primato militare comincia relativamente a declinare solo i sudditi, minacciati al loro interno dalle Basi Us, restano attaccati all’altra sponda dell’Atlantico con pesanti catene. Tutti gli altri cominciano a tenersi le mani libere per agguantare i prossimi stadi di rimescolamento delle cartine geografiche.
Come avevamo annunciato già anni fa il potenziale bellico della Russia vale anche più della crescita economica cinese. Infatti essa è la prima ad aver aperto le danze sfidando la prepotenza americana mentre Pechino attende tempi più favorevoli che comunque si avvicinano. Mosca sta acclarando con i fatti una certa uguaglianza o supremazia con gli USA anche sugli armamenti: difesa aerea, guerra elettronica, artiglieria/controartiglieria e missili ipersonici. Lo sostengono gli osservatori stranieri avulsi alla sconfinata propaganda delle nostre parti che ha obnubilato tutte le menti. L’orbe terraqueo ha già svoltato ma non abbiamo ancora assistito ai numerosi effetti che seguiranno.