I miti ingenui
“Soltanto un uomo profondamente scientifico nel campo della fisica può accettare i miti più ingenui nel campo della politica”. (J. B.)
Questa affermazione di Burnham è stata valida in passato e continua ad esserlo oggi alla luce delle posizioni che molti scienziati assumono al cospetto di guerre e conflitti mondiali. Qualche tempo fa riportai lo scambio epistolare tra Einstein e Freud sul problema della pace. Lo trovate qui: http://www.conflittiestrategie.it/einstein-e-freud.
Il padre della psicoanalisi (ormai oggi declassata allo stato di pseudoscienza) surclassava Einstein (il padre della relatività) su tali temi dove appunto il fisico tedesco, rispetto al pensatore austriaco, sembrava molto più arretrato e irrealista, preda di narrazioni che rimanevano solo all’epidermide delle questioni. Del resto, Einstein, anche ne ” il mondo come io lo vedo” non vedeva per nulla determinazioni politiche e sociali e inanellava una serie di luoghi comuni. Eppure il suo contributo all’innesco del progetto Manhattan era stato importante, ciò avrebbe dovuto condurlo a ben altre riflessioni molto meno romantiche.
Oggi, i fisici cadono nelle stesse trappole, anche se alcuni fanno almeno lo sforzo di non cedere alle versioni dominanti che parlano di “aggressioni non provocate” quando si tratta di condannare i propri nemici e di inevitabili ingerenze umanitarie quando si tratta delle proprie azioni. Qui quanto avevo scritto a proposito di un appello del fisico Carlo Rovelli sul conflitto in Ucraina:
Rovelli almeno non è così ingenuo o vile da rassegnarsi alla propaganda e quindi a schierarsi col potere come tanti altri suoi colleghi nei quali,appena l’Occidente si muove, scatta l’istinto di sopravvivenza, quello di prenderne automaticamente le parti, soprattutto se insegnano in Università d’oltreoceano, o Inghilterra. Si sentono i migliori ma si illudono, sono i più servili e ormai sono anche inutili in quanto spesso il loro contributo alla scienza è talmente standardizzato (la comunità scientifica) che non hanno più il coraggio di uscire da binari consolidati per andare verso nuove e più rivoluzionarie scoperte. Temono di essere derisi e isolati e allora si nascondono dietro una presunta comunità che esiste solo per garantire una casta. E qui vi consiglio “l’ involuzione del pensiero scientifico” del fisico Damiano Anselmi.