Che ce ne facciamo della democrazia?

43f08805db943b3147e9589c26d29ea5

 

Qual è l’argomento prediletto dei nostri propagandisti della democrazia contro tutti quelli che non fanno parte del club? Che noi siamo democratici e gli altri no. Tanto dovrebbe bastare a chiudere la questione di chi sia migliore, tuttavia, questo non è un argomento bensì una vacua tautologia che non prova alcunché . I sinceri democratici appaiono sempre più insinceri (e anche ipocriti) costretti come sono a coprirsi gli occhi con le bende per non vedere i delitti che macchiano le mani dei nostri regimi e per considerare sempre più gravi quelli commessi dai nostri nemici. Ma nel mondo non occidentale, ormai più vasto di quello che percepiamo, non c’è più nessuno disposto a credere a queste fandonie per aver già fatto esperienza in precedenza dei nostri veri metodi, soprattutto quando qualcuno si è opposto a certi consigli che non si dovevano rifiutare, facendo una brutta fine. Chi ha declinato l’offerta di aprirsi alla società aperta o è stato ammazzato oppure è stato defenestrato con la forza, spesso entrambe le cose. Dove il colpo è riuscito ora c’è la guerra civile o quella vera e propria. Dopo aver provato ad esportare la democrazia con la prepotenza, a suon di colpi di stato e bombardamenti a tappeto, abbiamo ancora la presunzione di parlare di questa quale strumento del bene. La democrazia ha a che fare con il bene come il demonio con la santità. E non ci salva dalla condanna sociale, politica ed etica il cosiddetto suffragio universale che dovrebbe essere l’emblema della libertà di scelta nel paese globale delle meraviglie. Troppe volte, o quasi sempre, siamo chiamati a optare, al cospetto di una banda di mascalzoni preselezionata, per quello che ci intorta meglio, sembrando meno farabutto dei suoi colleghi ma per questo essendolo sicuramente di più. Però alla fine l’elettorato pare imparare progressivamente la lezione e l’elezione disertando l’offerta delle urne che ad ogni consultazione risulta sempre più scarsa di partecipazione. Chi ancora non ha compreso bene l’antifona potrebbe rispondere: “ma da noi c’è sempre il libero pensiero e la libera opinione!”. Detto onestamente, si fa fatica ad individuare tutti questi grandi pensieri e punti di vista autonomi che ci sono in circolazione, piuttosto si vedono accumularsi montagne di banalità, di luoghi comuni e false credenze sotto forma di degenerazioni pseudoculturali. Il trucco delle democrazie deve essere proprio questo, finché non pensiamo nulla di importante ci lasciano dire di tutto. Parafrasando Trilussa, dove c’è il libero pensiero non c’è nulla, solo zucche vuote e bocche piene di parole. Inoltre, dobbiamo ammettere di non conoscere ciò che avviene davvero in casa dei nostri “antagonisti”. Prendiamo per oro colato quello che ci raccontano i media sulla violazione dei diritti umani e sullo iugulamento delle individualità in Russia, Cina, Iran ecc. ma sono gli stessi mezzi di informazione che hanno avallato in passato e avallano nel presente false prove e provocazioni per giustificare le guerre dell’Occidente avverso i recalcitranti all’ordine mondiale, vedi Iraq, Afghanistan, prima ancora la Serbia e tanti altri conflitti indietro nel tempo.
In verità, è più facile che quelle società che ci stanno invogliando ad odiare abbiano trovato una strada tutta loro che qui non può essere accettata e compresa. Forse hanno inventato forme di coinvolgimento dei propri cittadini che ci sono distanti ma che per quei contesti sono davvero efficaci. Anzi, dobbiamo presumere che lo siano perché i nostri criminali stanno alzando il livello dello scontro e dell’aggressività proprio mentre all’interno ci propinano principi e valori che svuotano tutto quello che siamo stati. Ciò significa che c’è un profondo cambiamento al quale noi non sappiamo ancora rispondere, se non ricorrendo a cancellazioni del tempo e degli eventi, mentre dall’altra parte hanno già trovato i semi di una nuova identificazione che costruisce il futuro. Se è così ci sopravanzeranno presto, come del resto sta già succedendo. Ci resteranno in mano solo dei feticci svuotati di senso, i fiori secchi della democrazia spirata e le foglie appassite della libertà inutilmente declinata.