Stato e terrorismo
Rifiuto, come da vulgata propagandistica dominante tesa a screditare i nemici, di associare alla parola Stato l’aggettivo terroristico. Uno Stato ha sempre il monopolio della forza, come diceva Gramsci è egemonia corazzata di coercizione, dunque i suoi atti, quando escono dalle forme “normali” di condizionamento e di dissuasione ideologica, o sono guerra o sono operazioni di polizia e di intelligence. Tertium non datur. Uno Stato può servirsi di tutto per salvaguardare la propria sicurezza. Può anche manovrare elementi terroristici, finanziarli e crearli dal nulla, ma di uno Stato sovrano non si potrà mai dire che esso è terrorista se non iperbolicamente. Il ricorso alla metafora non rende l’affermazione letteraria una verità indefettibile. Del resto, sono le forze costitute di Stato che controllano ordinamenti e apparati legali, sono esse a stabilire tramite leggi e tribunali cosa è al di fuori della legalità e, pertanto, sono i poteri costituiti ad affibbiare ad altri tale appellativo. I partigiani erano terroristi per gli Stati fascisti e nazisti del secolo scorso e tecnicamente avevano ragione. Tali gruppi attentavano all’ordine statale ufficiale con le sue norme e regole. Oggi gli Stati occidentali definiscono terroristi vari movimenti che attentano ad una certa conformazione dell’ordine internazionale. Ovviamente, chi avversa il sistema si percepisce del tutto diversamente anche quando ricorre ad azioni efferate come la strage del 7 ottobre dello scorso anno in Israele. Quest’ultima, dal loro punto di vista, resta un’azione di reazione e resistenza perché sul piatto della bilancia dei crimini complessivi pesano sempre di più i massacri causati dai bombardamenti che lo Stato Israeliano ha perpetrato nei decenni, in cui ha ucciso migliaia e migliaia di palestinesi. E vale lo stesso per i nemici degli americani che hanno portato devastazione in ogni angolo del pianeta. Anche se la narrazione statunitense commemora i suoi morti come se valessero di più, prendiamo le Torri Gemelle, in un’ottica statistica le lacrime versate a New York sono una goccia nel mare rispetto a quelle che gli yankee hanno fatto piangere agli altri.
Anche in quest’ultima rappresaglia Israele ha fatto più di 40 mila morti, cosa che continuerà ad alimentare la spirale infinita delle vendette reciproche e purtroppo sempre sproporzionate stanti gli attuali rapporti di forza che pur relativamente cominciano a modificarsi.
Come dicevo in apertura però sono gli Stati sovrani a non poter essere definiti terroristi. In questa casistica non rientra quello ucraino che non è più uno Stato per quanto nominalmente mantenga tale dicitura. Quello ucraino è uno Stato fantoccio che esercita la forza per conto di Stati terzi non essendo più padrone dell’esercizio coercitivo. I suoi apparati sono tenuti in vita dai fondi occidentali e anche la catena di comando, militare, politica, di intelligence, ha ormai il suo apice all’estero. Si tratta dunque di un simulacro di Stato, di uno Stato solo in apparenza, più amministrazione controllata che Entità politica. L’essere Stato dello Stato ucraino è quanto meno in uno stato sospeso. In questo caso, dare dei terroristi ai burattini ucraini non compromette le concezioni scientifiche espresse.