Libertà è morta
In America sei libero di essere libero ma solo finché la tua libertà coincide con un’idea di libertà omologata e controllata. Ovvero, sei libero di pensarla come vuoi purché in stretta coincidenza col concetto di libertà comunemente imposto, anzi sei obbligato ad essere libero come dicono loro, altrimenti sono guai. La libertà in America è una forzatura e forse non solo lì. E anche se in fondo non la pensi molto diversamente da tutti, ma solo un po’, faranno in modo che quel poco basti e avanzi per fartela pagare. Come diceva Gaber “libertà obbligatoria e alla portata di tutti, come la chitarra, dove ognuno suona come vuole, e tutti suonano come vuole la libertà”. O la libertà te le suona, aggiungerei.
Al centro dell’Uragano è un film del 1956 di Daniel Taradash. Uno di quei film semplici ma carichi di significato come solo una volta sapevano fare. È la storia di una bibliotecaria di provincia, Alicia, che dirige scrupolosamente la sua biblioteca cercando di invogliare i giovani alla lettura. Lo fa talmente bene che il suo pubblico cresce e chiede al consiglio comunale di creare una nuova sala lettura dedicata proprio ai giovani che si stanno appassionando ai testi. Il consiglio comunale accetta ma a patto che tolga dagli scaffali un libro: “Il Sogno comunista”, scritto da un improbabile P. Tolskin, trovato casualmente sullo stiglio proprio da un membro dell’organo comunale. La signora viene invitata a parlare del suo progetto che sarà certamente finanziato purché quel libro venga sottratto alla libera consultazione. Alicia inizialmente accetta ma poi ci ripensa. Un libro è un libro ed ha sempre una utilità, anche in senso negativo. Compreso il “Mein Kampf” dirà, perché tutti sappiano quali progetti nefandi possano nascondersi nella testa di un uomo. Il ragionamento non fa una grinza ma il consiglio cittadino non condivide e fa in modo che Alicia sia estromessa dai suoi uffici. Si genera nella piccola comunità quel clima da caccia alle streghe che porta all’emarginazione della donna ormai guardata con diffidenza e sospetto da tutti. Diventa persino una spia comunista, pur negando e non essendo tale, e anche i bambini si tengono alla larga da lei su pressione dei genitori. Alicia però non è un agente dei russi ma solo una persona razionale che non pensa si debbano mettere libri all’indice o bruciarli per sentirsi al sicuro. Ma non c’è nulla da fare, le viene costruito intorno un gulag di dicerie e falsità che la convince ad un esilio volontario ma inevitabile date le circostanze di odio e disprezzo intorno a lei. Nel frattempo però uno dei giovani che lei aveva istradato alla lettura e che più amava, ricambiata, perché promettente cade nel condizionamento degli adulti fino a credere che Alicia sia veramente e non figurativamente un mostro comunista che vive sottoterra e che vuole distruggere le loro felici vite americane, l’american way of life. Il ragazzo, Fred, viene assalito dagli incubi, sogna i marxiani marziani che invadono il suo paese per rapirlo e torturarlo. L’odio lo acceca, l’odio che solo la brava gente sa trasmettere fino al parossismo anche nei propri figli che assorbono cattiveria come spugne di malignità. Il giovane incendia la biblioteca. I libri bruciano, incendiati da una libertà patriottica senza carità di patria. Effetti collaterali di una guerra contro un nemico immaginario che serve a sottomettere le menti piuttosto che a respingere fantomatici barbari. Ma non tutti nel consiglio comunale credono a certe fandonie,”Mi spaventano i falsi democratici, non i comunisti” afferma un componente rivolgendosi agli altri membri del consesso che hanno fomentato l’inseguimento dei fantasmi rossi. “La libertà di pensiero di uno qualunque dei cittadini è la sola garanzia dell’inviolabilità della libertà di tutti”. Ma ovviamente non importa niente a nessuno della libertà di uno perché la libertà è il più falso dei concetti generali. Ormai le fiamme divampano. Dickens e Shakespeare vanno in cenere, con Voltaire, Caroll, Ibsen e Tolstoj. Bruciano i libri e si spengono gli uomini. A ognuno il suo rogo di Berlino. Il film si chiude in perfetto stile americano. Di fronte al fumo della biblioteca, Alicia decide di non partire e giura di ricostruire “e se qualcuno vorrà ancora stabilire per gli altri quali sono i libri giusti e non i giusti prima di toccarli dovrà passare sul mio corpo”. Ovviamente da domani, perché oggi è lo stesso giorno.