L’ignoranza salverà il mondo

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Il povero popolo italiano, sempre più popolo povero, assiste con rabbia e sarcasmo alla deriva culturale che ha preso questo Paese. Non bastavano i guai economici e finanziari che già gli davano bei grattacapi, si sono aggiunti anche quelli culturali dei quali non si sentiva nessun bisogno. Si credeva che da noi non sarebbero mai giunte certe paturnie pseudo intellettuali che da decenni proliferano nella società angloamericana, ad esempio circa il rapporto tra i sessi che non si capisce più quanti sono o sulla conflittualità tra settori sociali su certe idee minorate e minoritarie che hanno trovato il modo di imporsi terrorizzando la gente. Abbiamo così chiassose comunità di idioti, esistenti solo sulla carta stampata o nel mondo virtuale, ossessionate dalla propria sessualità che pretendono diritti di ogni tipo a discapito di chi non la pensa come loro e vorrebbe anche dirlo e scriverlo senza temere di essere inserito in qualche lista di proscrizione. Si sono persino inventate nuove forme grafiche e regole grammaticali per rendere la vita difficile a tutti e accontentare pochi scemi che però trovano consenso nei drappelli elitari. Ma non solo di sesso si tratta, ormai tutto viene messo in discussione, la storia, le relazioni, i legami, persino le ataviche visioni del mondo che si vorrebbe sostituire con una poltiglia di concezioni di autopercepimento di se stessi contrarie alle stesse leggi biologiche e fisiche. Nonostante, le università, le scuole di secondo grado, i giornali, le istituzioni pubbliche e private, opinionisti di ogni risma abbiano ceduto all’impostura il popolo continua a resistere nella vita reale dove non c’è spazio per la scemenza, nemmeno se ufficiale.
Come diceva Gramsci il senso comune, pur se spesso reazionario, oppone una barriera importante alle amenità di ogni ordine e grado. Peraltro, essendo tali cretinerie, se pur ammantate di progressismo, un fronte di retroguardia ben vengano le credenze popolari ad opporsi a questo totale rimbecillimento metastorico e tuttoscemo.

“In che consiste esattamente il pregio di quello che suol chiamarsi «senso comune» o «buon senso»? Non solamente nel fatto che, sia pure implicitamente, il senso comune impiega il principio di causalità, ma nel fatto molto piú ristretto, che in una serie di giudizi il senso comune identifica la causa esatta, semplice e alla mano, e non si lascia deviare da arzigogolature e astruserie metafisiche, pseudo-profonde, pseudo-scientifiche ecc”.

“Quando Marx accenna alla «validità delle credenze popolari» fa un riferimento storico-culturale per indicare la «saldezza delle convinzioni» e la loro efficacia nel regolare la condotta degli uomini, ma implicitamente afferma la necessità di «nuove credenze popolari», cioè di un nuovo «senso comune» e di una nuova cultura”.

Per l’appunto non sappiamo quanto ancora potranno reggere le vecchie ed equilibrate convinzioni del popolo a questo assalto organizzato dall’ignoranza falsamente colta. Nel frattempo, dovremmo attrezzarci per far nascere un senso comune più agguerrito e preparato a respingere la stoltezza di una intellighenzia senza più lume della ragione. L’ignoranza genuina del popolo dovrà divenire una superiore filosofia di attacco all’idiozia del potere.

Continuiamo a deridere e insultare quel tanto che basta simili pagliacci laureati, spernacchiamoli quando e dove possiamo senza metus reverentialis e predisponiamoci alla guerra culturale che verrà. Per intanto, come diceva Eduardo, per ricordare a costoro, spianatori della storia e della civiltà oltre che degli organi genitali, che sono la schifezza, della schifezza, della schifezza, della schifezza dell’umanità esibiamoci nel pernacchio antiassurdità, che resta un grande gesto rivoluzionario del passato, del presente e del futuro.