Fuck news
Le notizie che arrivano dalla Siria non ci rallegrano. I gruppi jihadisti sostenuti dalla Turchia e da Israele, con la solita regia statunitense, stanno tentando di ridisegnare la situazione in Medio Oriente, infilando il coltello nel suo ventre più molle. Una Repubblica araba crolla, e nasce un Emirato. Sarebbe difficile trovare motivo di gioia anche per gli ipocriti filo-occidentali, ma essendo “doppiomoralisti” che utilizzano i diritti umani solo per convenienza, pur di fermare Putin e i suoi alleati, o almeno di farlo credere, si può anche cercare di far passare l’idea che il terrorismo islamista rappresenti un anticipo di libertà.
Nonostante tutti i propagandisti del mondo libero parlino di liberazione della Siria e di sconfitta della Russia e dell’Iran, la realtà della situazione è sempre molto più complessa di quanto i tifosi da stadio siano disposti a riconoscere. L’Occidente ormai vive di false narrazioni, sulle quali insiste per nascondere il proprio fallimento. Il Medio Oriente non è mai stato sotto il controllo della Russia, anche se Mosca è presente in quella regione, come è normale per una potenza che punta a una maggiore egemonia globale. Non verrà espulsa ora, anche se dovrà sacrificare qualcosa e riposizionarsi. Gli USA e i suoi alleati stanno riprofilando certi equilibri che non sono più funzionali all’attuale momento storico. Quando si cambia la scenografia di un predominio consolidato da decenni, è perché si temono conseguenze peggiori anche solo lasciando le cose come sono. L’atto di forza serve a limitare le debolezze emerse. Si dà una “stretta”, come si dice in gergo, ma le conseguenze non sono tutte prevedibili. Ne vedremo gli sviluppi nei prossimi mesi e anni.
Tuttavia, ripetiamo, l’Occidente è costretto a manipolare il racconto storico per nascondere la propria decadenza relativa. Prendiamo l’Ucraina: una coalizione di una quarantina di paesi non riesce ad avere la meglio sulla Russia in una guerra per procura, e allora si capovolge la realtà, raccontando che Mosca volesse conquistare un territorio grande quanto il meridione d’Italia in soli tre giorni. La Russia ci ha messo due anni per prendere le regioni orientali, mettendo in ginocchio l’intero stato nemico e facendo vacillare la sicurezza di altri Stati europei, già nell’orbita dell’URSS, che ora sono costretti ad annullare elezioni con pretesti ridicoli, destabilizzando le loro stesse opinioni pubbliche. Questa è una sconfitta solo agli occhi di chi fa profezie che posticipano gli eventi e si adattano ad essi anziché prevederli. Orwell in America.
Se la messinscena democratica emerge in modo così evidente, allora il gioco è finito. La gente, seppur non tutta, finirà per comprendere che la forma più alta di dittatura è proprio la democrazia. La vicenda rumena, dopo quella moldava, è emblematica della fine di un’epoca. I capisaldi ideologici della superiorità occidentale sono scossi, perché le strutture del potere reale cominciano a traballare. Se TikTok può minare la democrazia, è chiaro che quest’ultima è già morta, non essendo mai stata qualcosa di serio. Ci siamo bevuti Alexis de Tocqueville e quasi 200 anni di balle sesquipedali. Se la democrazia era il destino inevitabile del mondo moderno, anche questo è ormai passato. Abbiate fiducia: grande è la confusione sotto il cielo e tutto andrà benissimo.