Finché alla fine, alla fine saltaron tutti i bottoni di O. M. Schena

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Finché alla fine, alla fine saltaron tutti i bottoni delle brache della pazienza mia (Heine)

https://www.quirinale.it/elementi/123604

Messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Palazzo del Quirinale, 31/12/2024 (II mandato)

(…) Quando migliaia di vittime civili delle guerre in corso turbano tragicamente le nostre coscienze.

Nella notte di Natale si è diffusa la notizia che a Gaza una bambina di pochi giorni è morta assiderata.

Nella stessa notte di Natale feroci bombardamenti russihanno colpito le centrali di energia delle città dell’Ucraina per costringere quella popolazione civile al buio e al gelo.

Gli innocenti rapiti da Hamas, e tuttora ostaggi, vivono un secondo inizio di anno in condizioni disumane.

L’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani ha scelto, come parola dell’anno, “rispetto”.

Il rispetto verso gli altri rappresenta il primo passo per una società più accogliente, più rassicurante, più capace di umanità. Il primo passo sulla strada per il dialogo, la collaborazione, la solidarietà, elementi su cui poggia la nostra civiltà.

Rispetto della vita, della sicurezza di chi lavora. L’ultima tragedia pochi giorni fa, a Calenzano: cinque persone sono morte.

A livello globale aumenta in modo esponenziale la ricchezza di pochissimi mentre si espande la povertà di tanti.

La crescita della spesa in armamenti, innescata nel mondo dall’aggressione della Russia all’Ucraina – che costringe anche noi a provvedere alla nostra difesa – ha toccato quest’anno la cifra record di 2.443 miliardi di dollari.

 

Qui, subito subito, dopo aver ricordato che è davvero una grande, grandissima fortuna avere un Presidente d.R. come Mattarella, che alligna stupendamente nella Repubblica Italiana ormai dallontano 3/2/2015, mi pare giusto ricordare e precisare, ma solo per scrupolo di “verità, che i bombardamenti russi sono per antonomasia “feroci” (ça va sans dire).

I bombardamenti israeliani, invece, sono notoriamente carezze di velluto, molto meglio d’una crema di bellezza per il viso di vecchi, giovani e neonati palestinesi. Talvolta può anche accadere che,per eccesso di zelo in carezze, si possa addirittura arrivare ad uccidere, ma trattasi appunto di eccessi, insomma, sarebbe come una mamma che rischia di soffocare di baci il proprio figliolo, per un eccesso d’affetto.

Quanto poi ai palestinesi carcerati in Israele è altrettanto notorio che conducono una vita da pascià. Già qui, dunque, ci vorrebbe, forse, un po’ più di rispetto … della “verità” innanzitutto! Solo per rispetto dell’istituto Treccani, sia ben chiaro, mica per altro! E come poi non restare incantati dall’esondazione della parola “pacecon la quale il Presidente ha inteso lastricare il Suo sciloma presidenziale? È comprensibile che la parola “pace, trovi delle difficoltà, invero impercettibili, nel coesistere con l’elenco senza fine dei morti palestinesi. Non basterebbero, infatti, centinaia di notti di “Buon Anno” e decine di scilomipresidenziali, e Lei Presidente farebbe tanta  faticasolo per …. per dare ragione ad Eschilo? (La prima vittima della guerra è la verità).

Certo anche i russi e i palestinesi uccidono i loro nemici, la guerra non è un pranzo di gala, né uno sport, in guerra ci si ammazza, ma perché mai Lei Presidente continua ad insistere impietosamente nell’inversione della colpa tra Russia  e Ucrainaaggredito – aggressore? Sempre e soltanto per dare ragione ad Eschilo?

E non capiamo perché Lei Presidente con la Sua consueta non chalance abbia lasciato scivolare, sempre con quel suo tono sepolcrale, la notizia dell’aumento abnorme e contemporaneo di ricchezza e povertà.

Ascoltando il suo messaggio di fine anno ci viene il sospetto che Lei abbia voluto regalarci un saggio di motti di spirito, motti di spirito che difficilmente potrebbero definirsi tendenziosi, in quanto questi dovrebbero essere ostili all’autorità, critici verso le istituzioni e le ideologie ufficiali, cinici, scettici, mentre il Suo messaggio esibisce un’innocenzadavvero troppo impudente. Insomma, a volte può capitare, anche ad un Presidente, di esagerare!

Sarà forse perchè Lei vorrebbe insegnarci a guardare con ironico distacco alle nostre sventure, e a contemplarle “sorridendo fra le lacrime”, come se le sventure fossero sempre cosa altrui e vorrebbe che tutti imparassimo persino a rintracciare gli elementi di comicità che anche nelle nostre sventure? In verità, Lei avrebbe potuto regalarci la soddisfazione di fare almeno un nome, uno solo, perché ci sarà pure da qualche parte qualcuno, un colpevole, magari ben nascosto, ben mimetizzato, responsabile di questa abnorme espansione di povertà. E perché poi vorrebbe burlarsi di noi cittadini autorizzandoper il nostro Paese la spesa in armamenti? Come può non sapere che il nascondersi dietro una suppostaaggressione russa all’Ucraina aggiunge al danno la beffa del lastricare il suo discorso di buon anno con quella meravigliosa, magica, ma consunta parola:pace?  

Oppure potrebbe essere tutta opera di quel folletto, ovvero di Puck, se più malotico, distratto o pasticcione, solo Shakespeare (*)potrebbe sapere la verità.

Sarà stato forse Puck a spruzzarci alcune gocce d’una magica viola, il cui succo ci ha fattoinnamorare dei nostri governanti, dei Salvini, dei Meloni, dei Crosetto e compagnia?

Quattro passi con Puck

In compagnia di Guido Paduano

Si tratta infatti di valorizzare la circostanza che i due versanti del Sogno rappresentano entrambi l’alternativa alla medesima dimensione, che dunque li definisce entrambi per via contrastiva: questa dimensione è la realtà, parola con cui intendiamo un assetto del mondo socialmente riconosciuto nella sua presunzione alla stabilità e alla coerenza. Ci aiuta in prima approssimazione un riferimento nell’uso linguistico che ammette come topoi sia l’opposizione tra realtà e finzione artistica sia quella tra realtà e sogno: e il sogno è la condizione che, allusa già nel titolo, definisce nella commedia lo stato conseguente agli interventi di Puck.

Una condizione peraltro, che abbisogna di precisazioni non ovvie, e forse anche inattese: se ci chiediamo infatti che cos’è il sogno nel Sogno, la risposta potrà sorprendere non solo chi ha in mente un’immagine idillica del Sogno shakespeariano, rideterminata dalle immagini lussureggianti di una natura in all’apparenza benevola.

Il sogno nel Sogno è invece un incubo, teste non sconfessabile Shakespeare medesimo, nel momento in cui Oberon impone a Puck di togliere a Botton la testa asinina, “in modo che, svegliandosi assieme agli altri, possano tornare tutti ad Atene, e non pensare più alle avventure di stanotte, se non come alla crudele vessazione di un sogno.

Quando la verità non ci appare più come un ideale che possiamo realizzare soltanto tramite il progresso intimo del nostro pensiero e l’impegno del nostro cuore, ma come una cosa materiale, depositata tra le pagine dei libri, come un miele preparato dagli altri, e che dobbiamo fare soltanto lo sforzo di prendere sugli scaffali delle biblioteche, per poi degustarlo, passivamente, in una quiete perfetta del corpo e dell’animo. Talvolta, perfino(…) la verità, concepita come ancora esteriore, è lontana, nascosta in un luogo di difficile accesso. Diventa allora un qualche documento segreto, un qualche epistolario inedito, memorie che possono gettare su certi caratteri una luce inattesa, e che è difficile ci vengano resi noti.” (tratto da Francesco Orlando– “In principio Marcel Proust “ –ottobre 2022- Isola del Liri(FR).

(*)Shakespeare –“Sogno di una notte di mezza estate

Il popolo palestinese

(tratto da Giancarlo Paciello – edizioni C.R.T. 2001):

Il popolo palestinese vive da più di un secolo una situazione assai drammatica. Sempre incentrata sulla perdita della terra e dunque dei beni, in primo luogo la casa, ma anche e soprattutto dello spazio identitario che fa dire a ciascuno di noi di essere di un tal posto, con riferimento inequivocabile ad una determinata cultura e tradizione.

Una prima fase, compresa nella prima metà del ventesimo secolo, caratterizzata da espulsioni che seguivano l’acquisto di terre da parte del Fondo Nazionale Ebraico, vissuta in prevalenza come drammi individuali, una seconda, iniziata nel 1948, a causa della guerra seguita alla spartizione della Palestina, che oltre la perdita della terra comportò l’espulsione dal territorio per oltre 750.000 palestinesi, vissuta come un dramma collettivo, una catastrofe, la Nakba appunto, una terza, dalla guerra del 1967 al 1993, a causa dell’occupazione militare, che tuttora perdura e che ha favorito e protetto la colonizzazione dei territori occupati anch’essa decisamente collettiva, e infine una quarta fase, quella in cui ad un modesto avvio di sovranità (sempre comunque limitata), ha fatto seguito un’offensiva israeliana che mette in discussione addirittura la sopravvivenza del popolo palestinese.

Sembrava che l’avvio del processo di pace potesse porre fine a questa serie infinita di sofferenze, favorendo finalmente la nascita di uno Stato palestinese. Ma così non è stato.

 

LA COSTITUZIONE

Gli italiani, Costituzione alla mano, dovrebbero godere di un Garante che ne assicuri il suo “rispetto”. Si dice pure, anche se pare siano rimasti in pochi a crederci, che il citato Garante sarebbe dotato di tutti quei poteri che impedirebberoqualsivoglia ferita alla Carta Costituzionale (e dunque ai cittadini), ogni sia pur lieve graffio. Insomma, gli italiani dovrebbero essere in una botte di ferro. Sarà, forse, allora tutta colpa della ruggine che aggredisce il ferro col semplice passare degli anni, e con il contributo delle intemperie.

Sia come sia, non mancano neppure quelli che ritengono che gli italiani, ormai da tempo immemorabile, addirittura dal primo vagito della nuova Costituzione, sin dai tempi di Portella della Ginestra, subiscano insulti, ferite e sputi. I Garanti col tempo sono pure cambiati, ma non pare cambiato il risultato in termini di offese collezionate dagli italiani. Insomma, l’album delle figurine, ovvero delle figuracce è stato completato da un bel pezzo! E l’ultima figuraccia è data dal caso  Sala-Abedini! Laddove è davvero complicato rintracciare quale sia stata la figuraccia peggiore nel mare dei plausi!

Ad onor del vero, ed anche del falso, bisognerebbe riconoscere  che, ad esempio, grazie alla violazione dell’art. 11 (ormai anche meno che un ectoplasma), sono però sbocciati diversi soggetti che si sono arricchiti con la vendita delle armi a destra e a manca. Tanto che agli arricchiti è infine giunto un palese, dovuto riconoscimento con la nomina a ministro del sig. Crosetto: sì proprio Lui:Crosetto e la finta laurea: sono stato uno scioccoCorriere della Sera, 4 marzo 2013https://it.wikipedia.org/wiki/Guido_Crosetto)Ma si potrà mai prestar fede alle parole d’uno sciocco?Di certo, Presidente, nessuno potrà invidiarla, Lei avrà uno stomaco di ferro, come sarà riuscito a non rigurgitare davanti al giuramento, sulla nostra Costituzione, d’uno sciocco, reo confesso?

Comunque, quel che conta non è forse la crescita  del prodotto nazionale sia esso composto da oro o da merda? E nessuno saprà mai se l’ombra d’un brivido ha attraversato la schiena del Presidente della nostra fortunatissima Repubblica durante il suo discorso! C’è forse verità quando si descrivono le cose così come sono e non ci si preoccupa di come coloro che ci ascoltano capiranno le nostre parole? O si tratta solo di una verità gesuitica, mentre la reale veridicità consisterebbe piuttosto nel tener conto di chi ascolta, offrendogli un quadro fedele di ciò che sappiamo? O si può provare a dire la verità con una o più bugie?

Avete ascoltato e avete veduto

Quello che è abituale che capita ogni giorno

Ma noi vi preghiamo:

quello che non è strano, trovatelo sorprendente!

Quello che è normale, trovatelo inspiegabile!

Quello che è abituale, vi deve stupire!

Quello che è la regola riconoscetelo come abuso,

e dove avete riconosciuto l’abuso,

lì procurate rimedio! (L’eccezione e la regola(Brecht)

(…Finché alla fine,

Alla fine saltaron tutti i bottoni

delle brache della pazienza mia) versi di Heine

Oronzo Mario Schena

16/01/2025