L’Europa nel baratro della guerra

Tutti i politici che, in questi anni, hanno imposto rigide regole di bilancio, arrivando persino a inserirle in Costituzione, dovrebbero essere arrestati. Per costoro, il pareggio di bilancio era divenuto un principio quasi metafisico, un dogma intoccabile la cui violazione avrebbe scatenato le ire del dio economico che governa la finanza pubblica. Eppure, oggi, quegli stessi vincoli possono essere aggirati senza troppi scrupoli per finanziare l’acquisto di armi inutili, in un contesto in cui la distinzione tra amici e nemici è sempre più labile, se non addirittura capovolta. Hanno lasciato morire i greci, hanno costretto la gente a non curarsi, hanno ridotto tutto perché non si potevano sforare i conti e ora si apprestano a finanziare il più stupido piano di rearm della storia dell’umanità. E come si concilia tutto ciò con la decarbonizzazione e la sostenibilità ambientale? O ci hanno preso per il culo prima o lo stanno facendo ora, peggio: lo fanno da sempre e comunque.
Di fronte a una Russia che ci surclassa per capacità militari e dottrine belliche, la NATO e gli Stati Uniti rappresentano due spine nel fianco che impediscono persino di discutere di una reale sicurezza europea. L’Europa, occupata militarmente sin dalla Seconda guerra mondiale, pretende ora di elaborare una strategia comune di difesa, pur rimanendo sottomessa a un padrone extracomunitario. Ciò non fa che rendere ancora più ridicoli gli europeisti, convinti di far parte di una classe dirigente che, in realtà, non dirige nulla essendo solo un’escrescenza di un decennale dominio straniero.
I veri ostacoli a un’Europa capace di inserirsi con lucidità nella nuova epoca storica, anziché restare ancorata a schemi del passato, sono proprio quei lestofanti che guidano l’UE. Mentre gli Stati Uniti mostrano segni evidenti di un lento ma inesorabile declino, il vecchio continente avrebbe dovuto liberarsi dal giogo yankee e volgere lo sguardo verso quei Paesi che stanno plasmando il nuovo ordine multipolare: Russia e Cina. Invece, questi saltimbanchi, imbroglioni e truffatori hanno preferito dichiarare guerra a Mosca nel disperato tentativo di salvare sé stessi.
L’apparente disimpegno americano nel conflitto ucraino e il conseguente coinvolgimento sempre più diretto di Bruxelles nel sostegno a Kiev ci espongono inevitabilmente alle ritorsioni russe. Ormai siamo entrati in guerra, senza se e senza ma, a meno che non si verifichi un improvviso ritorno alla ragione. Non si può più far finta che la responsabilità per la morte di soldati russi o per gli attacchi sul territorio della Federazione non ci riguardi solo perché ci limitiamo a foraggiare Zelensky e la sua banda di pseudo-nazisti.
Dobbiamo prepararci al peggio: gli incidenti, sempre più frequenti, non saranno più qualcosa da archiviare con una scrollata di spalle, attribuendo ogni colpa al nemico di turno. Resta solo la speranza di sbarazzarsi di questi folli prima che siano loro a trascinarci nei loro piani da Dottor Stranamore ormai fuori controllo.