Piccola riflessione (G. La grassa)
Qui si sta veramente esagerando nel senso dell’apprendista stregone. Il ritiro dall’Irak è stato deciso, ma non mi pare che ancora si senta nemmeno l’odore del rientro. In Afghanistan, tanti mal di pancia, ma alla chetichella i nostri soldati sono passati da 1300 a 1900 più una cinquantina dei "corpi speciali" dei paracadutisti e navali. Adesso 3000 in Libano a non si sa bene che cosa fare, perché non si dica che gli impegni sono chiari; altrimenti ci prendiamo per i fondelli. Buffo, ma anche preoccupante, vedere ieri in TV Parisi che passava in rassegna le truppe con un passo da nanetto come Vittorio Emanuele III, ma tutto tronfio e (comicamente) marziale. Berlusconi-Fini sembravano Vanna Marchi e figlia (anche con l’aggiunta di Do Nascimiento); ma Prodi-D’Alema sembrano Goebbels cotto in una salsa untuosa preparata da una "Perpetua" di campagna (veneta). Da tre-quattro mesi, il passo di marcia del patriottismo e del militarismo ha preso un andamento sempre più accelerato. Non ci si rende conto che per la prima volta – non era così nemmeno con il precedente Governo – si sta fornendo credibilità e prestigio all’esercito presso il "poppolo" (la cui parte di sinistra, a questo punto, supera ogni mia più "sinistra" aspettativa e previsione). Continuiamo così, non pensiamoci, e ……ci "divertiremo molto".
B. Brecht, dal Breviario tedesco
Quando chi sta in alto parla di pace/ la gente comune sa/ che ci sarà la guerra./ Quando chi sta in alto maledice la guerra/ le cartoline precetto sono già compilate.
Quelli che stanno in alto/ si sono riuniti in una stanza./ Uomo che sei per la via/ lascia ogni speranza./ I governi/ firmano patti di non aggressione./ Piccolo uomo,/ firma il tuo testamento.
Chi sta in alto dice: pace e guerra/ sono di essenza diversa./ La loro pace e la loro guerra/ son come vento e tempesta./ La guerra cresce dalla loro pace/ come il figlio dalla madre./ Ha in faccia/ i suoi lineamenti orridi./ La loro guerra uccide/ quel che alla loro pace/ è sopravvissuto.
Dalle biblioteche/ escono i massacratori./ Stringendo a sé i figli/ stanno le madri e scrutano atterrite/ nel cielo le scoperte dei sapienti.
Nel calendario il giorno non è ancora segnato./ Tutti i mesi, tutti i giorni/ sono là, ancora liberi. Uno di quei giorni/ avrà un segno di croce.
J. W. Goethe –
L’APPRENDISTA STREGONE
Il vecchio maestro d’incantesimi
finalmente è andato via!
E ora devono i suoi spiriti
fare un poco a modo mio!
Le sue parole e l’opere
io ho guardato e i riti,
e con la forza magica
anch’io so fare prodigi.
Corri! Corri
per un tratto bello e buono,
ché allo scopo
scorra l’acqua,
e con ricchi, pieni fiotti
si riversi nella vasca!
E ora, vecchia scopa, vieni,
prendi gli stracci miseri!
È da tempo, ormai, che servi;
ora esegui i miei ordini!
Sta’ ritta su due gambe,
ci sia una testa, sopra,
fa’ in fretta e vattene
con questa brocca!
Corri! Corri
per un tratto bello e buono,
ché allo scopo
scorra l’acqua,
e con ricchi, pieni fiotti
si riversi nella vasca!
Guarda, corre giù alla riva;
tocca il fiume ormai, non sembra
vero, e come un lampo arriva
qui di nuovo e versa in fretta.
Ecco, viene un’altra volta.
Come si colma la vasca!
Come ogni coppa
si riempie di acqua!
Férmati! Férmati!
Poiché noi
dei tuoi doni
la misura abbiamo colma! –
Ahimè, ora è chiara la faccenda.
Ahi, ahi, ho scordato la parola!
La parola che la riduce, alla
fine, com’era una volta.
Ah, lei corre e porta veloce.
Oh, se tu fossi la vecchia scopa!
Rapida, sempre nuovi flutti
lei porta dentro con sé.
Ah, e cento fiumi
si gettano su di me.
No, a lungo ancora
non lo posso permettere;
la voglio prendere.
Questa è perfidia!
Ah, cresce sempre più la mia angoscia!
Che sguardi! Che grinta!
Oh tu, mostro dell’inferno,
vuoi affogare tutta la casa?
Oltre ogni soglia già vedo
l’acqua a fiumi che dilaga.
Scopa scellerata,
non mi dài ascolto!
Bastone, che sei stata,
fermati di nuovo!
Ma non verrà il momento
che tu la voglia smettere?
Io ti voglio prendere,
tenerti stretta,
e sùbito spaccare il vecchio legno
con la tagliente accetta.
Ecco, sotto il peso torna di nuovo!
Non appena su di te mi scaglio,
sarai steso a terra, coboldo;
il taglio netto ti coglie di schianto!
Ecco, colpita a dovere!
Guarda, in due è spaccata!
Ora posso sperare
e tirare il fiato!
Oh, che guaio!
I due pezzi
in gran fretta, come servi,
sono pronti a ogni cenno,
all’impiedi ritti stanno!
Oh, aiuto, forze del cielo!
E corrono! L’acqua irrompe
nella sala e su ogni gradino.
Che orrenda massa di onde!
Signore e maestro, ascolta il mio grido! –
Oh, il maestro arriva!
Signore, il pericolo è grande!
Gli spiriti chiamati per magia,
non riesco a liberarmene.
«In quell’angolo, presto
scope, scope!
Siate quello che foste!
Come spiriti voi
al suo scopo evoca il vecchio
maestro, e solo lui.»