PERCHÉ LE VIOLAZIONI E I CRIMINI DEI DIRITTI UMANI CONTINUANO IN IRAQ
(di Muhamad T.Al-Daraji, Presidente Monitoring of Human Rights in Iraq)
Forse qualcuno si domanderà come mai, nonostante esistano molte leggi internazionali sui diritti umani, i crimini e le violazioni degli stessi continuino ancora oggi. Per comprendere i veri motivi, prenderemo in considerazione la situazione dei diritti umani in Iraq al fine di fornire maggiori esempi pratici su come liquidare e distruggere la pace e la giustizia nel mondo nonostante le leggi internazionali sui diritti umani.
1. Il governo americano e quello britannico hanno iniziato la guerra in Iraq occupando questo paese senza chiedere l’autorizzazione della comunità internazionale, come il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ed hanno addotto false motivazioni (vedi la questione delle armi di distruzione di massa presenti in Iraq o l’inesistente legame con Al-Qaeda). In seguito a questa occupazione, i governi americano e britannico hanno chiesto di acquisire una posizione legale in Iraq che è stata rifiutata dalla Comunità internazionale con il segretario generale delle Nazioni Unite. Questo significa che l’America e la Gran Bretagna non solo non hanno rispettato la comunità internazionale ma hanno anche deciso di invadere, mettere a soqquadro e distruggere un altro paese con azioni criminali. La prima risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è stata di ammettere le truppe americane e britanniche come truppe di occupazione in Iraq sotto l’autorità internazionale, ma senza una delegazione delle nazioni Unite in Iraq (UNAMI), che verificasse, de visu, quello che realmente accadeva. Per questo la situazione non è cambiata molto.
2. Per impedire che la comunità internazionale sapesse di più sulla situazione dei diritti umani in Iraq sotto l’occupazione, i governi americano e britannico hanno smesso di redigere rapporti speciali sui diritti umani in Iraq, dopo aver scritto l’ultimo rapporto alla Alta Commissione sui diritti umani il 7 luglio 2004. Il principale motivo che ci ha spinto a costruire la nostra rete (MHRI,) insieme ad altre organizzazioni irachene, è quello di denunciare la reale situazione in Iraq per far in modo che la comunità internazionale non si sottragga ai suoi compiti. L’UNAMI ha iniziato a rilasciare rapporti periodici dopo il nostro primo rapporto per completare la missione di rapporti speciali sui diritti umani in Iraq. C’è però una differenza: l’ufficio dei diritti umani di UNAMI non ha la stessa autorità del Consiglio di Sicurezza o delle Nazioni Unite di fermare queste violazioni e questi crimini, in base all’autorità delle leggi internazionali o agli accordi internazionali sui diritti umani. Ha invece solo la possibilità di rendere noto al mondo la situazione, ma non di innescare meccanismi legali che possano garantire il rispetto diritti umani in Iraq.
3. Sotto il nome di forze di raccolta e autorità internazionale, il deputato americano Mr. Poul Brimer ha stabilito nuove leggi in Iraq per impedire che i tribunali iracheni potessero giudicare i soldati che hanno commesso violazioni o crimini sui diritti umani contro il popolo iracheno. Ciò vuol dire cambiare ed impedire il ruolo delle leggi irachene, significa adottare soluzioni illegali contro gli Accordi di Ginevra che vietano l’occupazione dei paesi per mutare le leggi dei paesi occupati. Pertanto, i soldati americani hanno sistematicamente continuato le violazioni e i crimini sui diritti umani in Iraq. Mr. Brimer non ha risolto la questione dell’esercito e del sistema di sicurezza iracheno che lascia i confini del paese aperti e le armi libere di circolare. In questo modo, sono spalancate le porte a gruppi di criminali che perpetrano crimini e violazioni sotto il controllo e l’accordo delle forze di occupazione.
4. La mancanza e l’incapacità della Nazioni Unite e della Commissione Internazionale di fermare i chiari crimini di guerra come quello nella città di Hadith o le torture nella prigione di Abu-Ghaib o, ancora, l’uso di armi non convenzionali nella città di Fallujah, è dovuta al fatto che i meccanismi di protezione dei diritti umani sono controllati dagli Stati interni alla Alta Commissione per i diritti umani e al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
5. Sotto occupazione, il governo iracheno non protegge i diritti umani e ha rifiutato di sottoscrivere accordi con il tribunale penale internazionale (ICCN) o accordi contro le torture, al solo fine di proteggere i gruppi criminali delle milizie dei partiti politici interni all’Iraq.
Dopo tutti questi passi volti a distruggere ogni ruolo della legge in Iraq, si continua a sotenere che la violenza proviene dal popolo iracheno, che ci sono problemi etnici e che i disordini e gli omicidi sono causati da gruppi settari, tuttavia, allo stesso tempo, viene respinta ogni indagine giudiziaria su questi omicidi. Questo significa che essi non solo proteggono questi omicidi, ma che addirittura vi prendono parte.
Dopo tutto questo si vuole discutere sui tanti errori commessi in Iraq dalle truppe americane ma senza alcuna intenzione di correggere questi errori in base alle leggi (internazionali o locali), tanto meno, su queste fondamenta ,si potrà mai instaurare un sistema democratico o la protezione dei diritti umani del proprio popolo.
Lettera a Romano Prodi
MR ROMANO PRODI
Primo Ministro dell’Italia
Una chiamata nella giustizia di appoggio per le persone dell’Iraq
Stampa e fonti mediatiche stanno riportando su una base quotidiana la situazione della mancanza di sicurezza e le violazioni massicce di diritti umani in Iraq.
La popolazione dell’Iraq continua ad essere vittima di uccisioni settarie, bande criminali ed azioni terroriste
Milizie e squadroni della morte continuano ad operare in impunità totale talvolta in collusione con le forze di sicurezza e con il supporto dei partiti politici.
La Missione dell’Assistenza delle Nazioni Unito in Iraq – l’Ufficio dei Diritti umani (UNAMI-HRO) ha valutato che il numero di uccisioni è di almeno 100 persone al giorno
Questo riflette un genocidio settario condotto da milizie criminali e terroriste
Il risultato di questa violenza è il numero totale delle persone dell’Iraq evacuate che ha raggiunto la quota di 1,200,000
UNAMI HRO ha registrato, per il periodo di luglio-agosto 2006, che più di 300,000 persone furono evacuate dopo l’esplosione del sacrario di Samarra nel febbraio 2006
Eccellenza, tutti gli sforzi condotti per fermare le evacuazioni e la violenza settaria sono falliti.
Tutte queste informazioni riflettono la situazione di insicurezza dell’ Iraq e le violazioni quotidiane dei diritti umani che mettono in guardia su un futuro catastrofico per questo paese e per la regione intera.
Il Governo italiano ha dichiarato molte volte il suo impegno per assistere le persone irachene e promuovere il ruolo della legge nel paese, per questo Vi rivolgiamo questo appello per intraprendere i passi seguenti in concordanza alle convenzioni internazionali al fine proteggere i diritti umani in Iraq.
1. Coordinare, coi colleghi europei nel Consiglio di Sicurezza, l’adozione di una soluzione per lo stabilimento di un tribunale criminale ed internazionale per l’ Iraq, col compito di indagare tutti i crimini contro l’umanità commessi in Iraq e processare i responsabili
2. Sostenere il lavoro dell’ONU in Iraq attraverso una diffusione dei diritti politici e umani affidati all’ UNAMI per aumentare la protezione di diritti umani nel paese
3. Esortare il Governo iracheno a ratificare le convenzioni internazionali rilevanti che proteggono i diritti umani come la Convenzione Contro Tortura (CAT); divulgare i risultati delle precedenti indagini delle grandi violazioni dei diritti umani, come quelli commessi nel bunker di detenzione in Al Jadiriya; invitare i Rapporteur dell’ONU a visitare l’Iraq e sostenere la loro visita nel paese.
4. Chiamare il Consiglio di Sicurezza per ristabilire la posizione di coloro che redigono i Rapporti Speciali sui Diritti umani in Iraq.