IGNOBILE SINISTRA di G. La Grassa

 La giornata della caduta del Governo è stata di quelle che rappresentano, in un certo senso, un giro di boa. Non è per me una sorpresa, e tuttavia vedere a quale livello di bassezza sono giunti i sinistri, ivi compresi, anzi in particolare, quelli "estremi", non è stato facile da sopportare; anche perché, essendo l´opposizione il loro riflesso speculare, questi scarafaggi disgustosi torneranno in breve tempo a governare e infestare questo "povero paese". C´è stata una persona, Turigliatto, che non conosco e che non voglio incensare con motivazioni che apparirebbero ridondanti e magari demagogiche, dotata del coraggio di votare infine secondo quella che era una minimale coerenza con le proprie idee e che si è perfino dimesso da senatore (e spero non faccia come Cacciari, il "minore"), rinunciando a quel po´ po´ di stipendio, di emolumenti e facilitazioni vari a non finire, alla pensione (per cui occorrono i due anni, sei mesi, un giorno). Per questa minima dignità e coerenza, ha rischiato addirittura l´aggressione fisica da parte di "compagni"; in specie da parte di una Erinni a nome Palermi, che poi lo ha appellato nei TG e nelle trasmissioni serali come traditore e altri infamanti appellativi. E perché, in nome di quale programma politico? Perché il suo non voto rischia di "far tornare Berlusconi". Questa è la sinistra falsa comunista: non ha lo straccio di un´idea, non sa governare nemmeno un cesso pubblico, ma cerca il consenso in nome dell´odio verso una sola persona. Disgustosa e senza cervello, senza morale, senza nulla di nulla.

I vari Giordano, Russo Spena, Diliberto, insomma tutti i meschini individui di questa specie, sono andati a Vicenza per cercare i voti dei pacifisti, ma poi non vogliono mandare a casa chi continua a traccheggiare. Il Ministro degli Esteri ha fatto una relazione, in cui ha tralasciato l´Afghanistan e ha appena accennato a Vicenza, solo dicendo che merita più approfondite discussioni, ma concludendo comunque che il non mantenere tale impegno "sarebbe uno schiaffo per gli Stati Uniti". Eppure, tutti i vermi parlamentari che sono andati a strisciare a Vicenza hanno sostenuto di aver ascoltato un meraviglioso discorso, e hanno aggredito come fossero traditori coloro che si sono attenuti ad un minimo di coerenza. Tutti intanto abbarbicati ai cadreghini; poi discuteranno, non si sa su quali linee date le premesse. Agli imbroglioni, meschini, esseri solo da disprezzare per la loro viltà ed infamia – che hanno partecipato alla manifestazione onde turlupinare una massa di "gonzi" – ciò non interessa. Fra l´altro, per loro è come se la questione non riguardasse una base aerea americana, che coinvolge la Nato (quindi Europa e Italia) in una visione strategica geopolitica a livello globale, secondo gli interessi USA; una base da cui, per esempio, partirà la 173.ma brigata aerea statunitense nella prossima offensiva di primavera nel lontano paese asiatico, dove il contingente italiano è occupante assieme ad altri eserciti della Nato e sotto comando americano. Un problema di politica estera (e militare) viene da questi esseri abietti ridotto a questione di edilizia comunale, se espandere la base verso la città o verso la parte opposta; per cui questi scarafaggi ancora etichettati "comunisti" pretendono un referendum vicentino. Queste le basi di una "seria" discussione, quella promessa nell´"alto", in realtà miserabile, discorso di D´Alema, l´aggressore della Jugoslavia, quello che bombardava allegramente al seguito dell´aviazione americana, sostenendo – con il tipico linguaggio orwelliano di "1984", quello del "Grande Fratello" – che si trattava di "difesa integrata".

Un discorso che riceve gli apprezzamenti di "Libero" e l´osanna di Della Loggia sul "Corriere", che ormai ne fa l´ultima spiaggia per difendere gli interessi dei padroni del giornale mediante il sostegno ad un ceto politico e intellettuale di un luridume senza pari. A questo punto, bisognerà pur dire con chiarezza quale pattume siano ormai diventati gli ultimi esiti dei "comunisti" (e dei postcomunisti, che hanno tutto rinnegato senza mai seppellire il "cadavere"): e questo sia in Italia che in alcuni paesi dell´ex "socialismo reale" o, ad es., in Irak dove i "comunisti" sono conniventi con gli occupanti stranieri, ecc.

E´ inutile cincischiare e far finta che con simili cellule cancerogene si possa ancora parlare. Questi stanno impestando tutto un paese; ovviamente, so benissimo quali sono i poteri decisivi (internazionali e nazionali, cioè predominanti e subdominanti) che stanno dietro le quinte a organizzare la regia dell´infezione. Tuttavia, questa sinistra – sia post e rinnegata del comunismo, sia ancora a denominazione "comunista" – è l´agente patogeno; è iniettato nell´organismo da quei "poteri forti", ma questo è l´agente. Per farlo dimenticare, disperati come sono ma sapendo di poter contare ancora su una certa massa di quei coglioni che li hanno votati, simili cellule cancerogene, senza più nemmeno cercare di avere un programma purchessia, ripetono come dischi rotti che non si deve far tornare Berlusconi. Che si tratti di cellule incurabili, e che si dovrebbero solo estirpare chirurgicamente, ammesso che sia ancora possibile salvare l´organismo (perché ne ho certo molti dubbi), è per me ormai un assioma.

Non voglio implicare nessun altro del blog in quello che dico, ma io non intendo più recedere da questa posizione: per me la malattia mortale è la sinistra (i postcomunisti nonché rinnegati del comunismo, in alleanza con quelli che ancora fingono d´essere comunisti, ivi compresi i minimi gruppetti di falsi ortodossi che cercano solo di sviare quelle ancor piccole schiere di giovani che potrebbero essere il germe di una "nuova pianta"). Per me è altrettanto ovvio – e anche in questo la giornata del 21 febbraio appare come una illuminazione a giorno del problema – che la cura di questo male non è nella destra, non è in questi fasulli e virulenti liberali (in realtà affossatori di ogni libertà, solo dediti a manovrine da pezzenti per rientrare nel gioco). Sia chiaro: questa destra, al contrario di quello che i vermi di sinistra ci hanno raccontato, è la risposta alla malattia cancerogena rappresentata da loro (in specie quelli già indicati come post e rinnegati del comunismo o "comunisti" per puro inganno). Questi ultimi sono "il lupo", e proprio per celare la loro pericolosità da quasi quindici anni gridano al lupo, dandogli le sembianze di Berlusconi. Tuttavia la risposta al cancro di sinistra, offerta da questa destra, è essa stessa una risposta malata, la risposta di un organismo che non riesce ad organizzare un contrattacco delle difese immunitarie per riconquistare la sanità. Nella giornata di ieri, una qualsiasi opposizione "sana" avrebbe posto un aut aut e, nel caso di reiterato rifiuto ad andarsene, avrebbe chiamato "la gente" (e forse non solo) a un´opera di autentica ripulitura del cancro che ci sta uccidendo. Invece, hanno dimostrato che non sono una cura, ma solo una risposta "autoimmunitaria" (o come divolo si dice) che aggrava la malattia.

D´ora in poi, in sintesi e con calma, bisogna riflettere sulla storia da "mani pulite" in poi; mettere in luce questo cancro di sinistra, questa risposta malata di destra; e si tratta di capire dove (e se) esistono settori sani dell´organismo per dare un´altra risposta. A questo compito sono chiamati soprattutto i più giovani, quelli che non hanno voglia di cedere alla malattia che ci sta completamente devastando; quelli che vogliono prepararsi un diverso futuro rispetto ai vermi e scarafaggi, di cui è composto l´attuale ceto politico e intellettuale asservito alla GFeID (grande finanza e industria decotta), che ha eletto la sinistra (quella già indicata più volte) a suo principale agente patogeno e mortale. In questo blog, ho posto in chiara luce come tutti i giochi interni ai poteri finanziari e industriali (parassitari) siano condotti con l´utilizzo dei vari gruppi di cellule cancerogene di sinistra.

Ieri, l´ultima prova. Geronzi (Capitalia) pretende di liquidare il suo ad Arpe. Geronzi è quello che è stato fin qui oppositore di Bazoli e della "SanIntesa"; soprattutto è un ostacolo alla conquista di Mediobanca e Generali da parte di quest´ultima. L´ho illustrato non so quante volte. Geronzi ha subito dagli avversari un trattamento – mediante il solito intervento di magistrature "molto autonome" – per certi versi analogo a quello di Tronchetti. Come il presidente della Pirelli, anche quello della Capitalia non si rivolge però all´opposizione per difendersi, ma a pezzi del centrosinistra. In effetti a chi ha offerto il posto di ad di Arpe? Fra i nomi fatti ci sono Pietro Modiano (che ha rifiutato) e De Bustis (che non mi sembra abbia ancora dato una risposta). Chi sono questi due? Il primo era al vertice del San Paolo, in un primo momento dimenticato nel nuovo organigramma della superbanca nata dall´ormai nota fusione, e poi ripescato per rimostranze dei DS (Fassino e soprattutto D´Alema). Il secondo era ad della Banca 121 del Salento, poi assorbita ad un prezzo elevatissimo d´acquisizione dal Montepaschi (e l´ad dell´assorbita lo diventa dell´assorbente). Il tutto perché De Bustis è vicino a D´Alema. Poi scoppia lo scandalo della Banca del Salento (su cui la magistratura si è arenata, non va avanti malgrado la rovina di circa 6000 clienti), Il Montepaschi ne subisce un contraccolpo finanziario non da poco; De Bustis si dimette e diventa ad della sezione italiana della Deutsche Bank (cascano sempre in piedi i "protetti"). Si tratta, in ogni caso, di finanzieri legati alla sinistra; e sono questi, appunto, che anche Geronzi vuole ai vertici della sua banca al fine di difendersi da Bazoli, "padrone" del maggiordomo Prodi.

Sono sempre loro, sono le cellule cancerogene in azione per uccidere il corpo della società italiana. Si ricade quindi nello stesso discorso: se è possibile, vanno estirpate, altrimenti l´organismo muore. Ma una cosa è certa: che non si può accettare di essere conniventi con loro, non si può continuare a discutere come "fare giochetti" con questa sinistra, adducendo l´immonda scusa che lì ci sarebbero "le masse". Mi dispiace. E´ vero che politica e morale non debbono andare a braccetto. Ci sono però momenti in cui ciò che alla mera apparenza è un atteggiamento morale, è invece semplicemente politico. Quando c´è un cancro delle dimensioni di quello della sinistra, o lo si estirpa (e senza remore morali) oppure ci si limita ad illustrare il decorso della malattia (come in fondo fa il sottoscritto). Ma non si finga di fare politica alimentando il cancro, discutendo con le cellule infette, con quelli senza cervello che lasciano propagarsi il male affinché "non torni Berlusconi". No, questo non è far politica, questa è stupidità ormai congenita.         

Per adesso, è tutto. Comunque, dal 21 febbraio, la fase è cambiata; almeno per me. Gli altri "amici" decidano. Ma sia chiaro: per me il nemico principale e definitivo da combattere è innanzitutto la sinistra, in particolare i rinnegati del comunismo e i finti "comunisti". La destra è semplicemente la risposta malata, quindi da non seguire per nessun motivo. In questo momento, arrivati a questo punto, non mi interessa se "si vede qualcun altro all´orizzonte". Si cerchi, ma soprattutto si agisca, ognuno come può, perché si crei questo qualcun altro. E senza moralismi, per puro spirito di salvezza dalla malattia mortale rappresentata dalla sinistra che si finge comunista o che ha rinnegato il comunismo; sono della stessa pasta, hanno lo stesso fine di annientarci con la loro malattia.

 

Una volta sciolta infine questa indecisione, che ormai portavo con me da troppo tempo, d´ora in poi – e quando starò un po´ meglio – porterò avanti l´analisi del cancro e delle sue evoluzioni contorte. Cercherò anche nuove categorie d´analisi, perché quelle passate hanno contribuito al dilagare della malattia; e coloro che ancora le usano, forse in buona fede o forse no, sono come minimo oggettivi portatori di agenti patogeni. Per quanto invece riguarda la cura, non ho ricette, e non le posso inventare da solo. L´unico principio direttivo che mi orienta è il seguente: non credo minimamente ai pannicelli caldi ma ai ferri del chirurgo; non credo alla omeopatia, ma ad energiche cure "chimiche" di tipo tradizionale. Detto questo, non posso suggerire altro.

PS Un ulteriore episodio minore, che dimostra però quanto scarafaggi siano questi sinistri. Il 21 muore in Afghanistan, saltando su una mina messa dai guerriglieri, una soldatessa spagnola, che faceva parte di un convoglio di appoggio a due squadre italiane. Il comunicato spagnolo dice che tali squadre erano dell´Omlt; composte di 16 uomini l´una, appartenenti ai nostri corpi speciali, fra i più duri e tipo "teste di cuoio", che fanno da istruttori all´esercito afgano. Gli italiani hanno invece diffuso la notizia che facevano parte del Cimic, un organismo detto di cooperazione civile/militare, incaricato, si sostiene, di operazioni umanitarie. A parte il fatto che già fa ridere il connubio civile/militare, e per compiere operazioni umanitarie. Ciò che più indigna è però la continua menzogna di questi veri vermi. Possibile che, tra quel "ceto medio" dei servizi, del turismo, dello spettacolo e di tutti i lavori più improduttivi che si conoscano, ceto medio che è il vero elettorato dei "rinnegati" di cui sopra, non ci sia un po´ di decoro e dignità, un po´ di senso morale, sufficiente ad indignarsi con questi spudorati mentitori? Ma non era meglio e più coerente l´aperto amerikano Berlusca piuttosto che degli invertebrati del genere? Di questo mi riesce difficile capacitarmi. Esco da una famiglia "borghese", ma quella "classe" non era così disgustosa e priva di moralità come questi vuoti e vanesi borghesucci da quattro soldi, che sostengono degli ignobili "giocatori delle tre carte". Vergognatevi, diessini, rifondaroli, pdicisti e verdi (parlo, sia sempre chiaro, dei politici, giornalisti e intellettuali di questo vomitevole schieramento; non della semplice "gente").

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Riceviamo e pubblichiamo:
LA LEZIONE DI VICENZA di L. Garofalo

Sono opportune, e necessarie, alcune riflessioni sullo straordinario evento della manifestazione di Vicenza, che ha mobilitato oltre 200 mila persone, anche alla luce di un altro avvenimento straordinario, ma non certo imprevedibile – o inevitabile -, vale a dire la rocambolesca e fantozziana caduta del governo sulla mozione dalemiana in materia di politica estera e le doverose dimissioni presentate al Quirinale dal ragionier Fracchia/Prodi.

Anzitutto, va fatta una considerazione positiva sull’esito della manifestazione.

La manifestazione di sabato 17 febbraio a Vicenza si è svolta senza il minimo incidente. L’unico  scontro registrato, è stato un litigio tra cani (esattamente un “feroce” mastino napoletano – sempre i soliti meridionali – e un piccolo, ma combattivo esemplare di razza bastarda – un extracomunitario), visto che in tanti, tra i manifestanti, sono stati accompagnati, non solo dalle rispettive famiglie, ma altresì dall’amico più fedele dell’uomo (che non è Emilio Fede).

Inoltre, qualcuno ha sparato un rumoroso petardo… Ma cosa si pretendeva, il clima era anche un po’ carnevalesco, per cui qualche botta e qualche scherzo, lazzi e frizzi, erano proprio adatti all’occasione! Eppure, le vere, tragiche buffonate e mascherate, sarebbero ancora dovute venire, ma altrove, in altre sedi e in altre circostanze, che non hanno nulla a che spartire con la piazza e con l’esperienza vicentina. Mi riferisco alla farsa e alla tragicommedia messa in scena al Senato il 21 febbraio, giorno delle Ceneri, data di inizio della Quaresima, che è tempo di digiuni e penitenze (per noi comuni mortali, non certo per loro, immortali, nel senso che non si staccheranno mai dallo scranno su cui hanno appoggiato i loro “sacri” deretani) fino alla Pasqua, secondo i precetti sanciti dalla chiesa cattolica apostolica romana.

Non si tratta di una coincidenza puramente casuale! L’idea che nella caduta del governo c’entri lo zampino-zampone dell’eminenza grigia Ruini e delle gerarchie vaticane, non è un’ipotesi tanto azzardata. Come si cercherà di evidenziare nel seguito del presente articolo.

Per il momento soffermiamoci ancora sul tema iniziale.

La vergognosa ed infame strategia della tensione, messa in opera nei giorni immediatamente precedenti la manifestazione vicentina, ha miseramente fallito. Ha fallito miseramente, in modo comico e grottesco, chi, sia negli organi di informazione, sia tra gli esponenti del ceto politico (in entrambi gli schieramenti, centro-destra e centro-sinistra), ha puntato a creare un clima di panico, di psicosi collettiva, di allarmismo eccessivo, per spaventare ed inquietare l’opinione pubblica, al fine di indebolire ed isolare il movimento. Un movimento che, invece, si è riunito e mobilitato in massa a Vicenza. Ha miseramente fallito chi ha agitato e sbandierato lo spettro delle presunte “nuove Brigate rosse”, giungendo persino ad insinuare ed avanzare assurde, farneticanti e deliranti connessioni tra la lotta armata (che in realtà nessuno degli arrestati aveva ancora messo in pratica) e il popolo di Vicenza, ossia il popolo della pace. Un movimento assai contaminato, variegato, eterogeneo, che ha coinciso con il popolo dell’intera sinistra, non soltanto di quella cosiddetta “radicale”, ovvero con una parte consistente della società italiana, rappresentata a Vicenza da un campione di oltre 200 mila persone in carne ed ossa. Un movimento che ha dato vita ad un’imponente manifestazione pacifista, assolutamente pacifica e non violenta, allegra e divertente, colorata e fantasiosa, impartendo una memorabile lezione di civiltà politica e di buon senso, di superiorità e di forza morale, mettendo a tacere quanti, anche tra le fila governative (si pensi all’ex Ministro degli Interni Giuliano Amato e all’ex vice-premier Rutelli), si erano improvvisati oracoli e cassandre, ovvero profeti di lutti e sciagure che non si sono avverati, non per puro caso o per fortuna, ma per l’eccezionale vigore morale e civile del movimento, per il senso di maturità e responsabilità effettivamente mostrato, per la tenacia e la spinta ideale che ha saputo esprimere e che hanno animato l’esperienza vicentina, che non è stata priva di conseguenze, anzi. Come abbiamo poi visto.

Infatti, il ragionier Fracchia/Fantozzi (alias Prodi) si è immediatamente affrettato ad applaudire ed elogiare (in pratica ad irridere ed ingannare, ancora una volta) i cittadini che hanno manifestato in massa, aggiungendo una chiosa, ossia che le manifestazioni non rappresentano la “forma suprema della partecipazione politica” e non sono “il sale della democrazia” (allora, ragioniere, ci dica quali e dove sono il “sale della democrazia” e “la suprema partecipazione politica”, forse nei banchi, e sotto-banchi, governativi e parlamentari?), concludendo che in ogni caso il governo non avrebbe affatto cambiato la decisione già presa (ma da chi?) in merito all’allargamento della base NATO di Vicenza. Bene, un caloroso applauso a mister Fracchia!

Già questa sprezzante prova di insulsa e sciocca arroganza, di assoluta incapacità, o assenza di volontà, di ascoltare ed apprezzare in concreto le istanze di pace (e non solo di pace, ma anche di giustizia, di equità sociale, di rispetto della sovranità nazionale, di osservanza dei principi costituzionali, eccetera) provenienti dal basso, dalla gente reale (in particolare dagli elettori del centro-sinistra, perché di questo si tratta), avrebbe meritato una lezioncina.

Ma costoro quando capiranno, quando impareranno a vivere, e a governare? Giammai!

Si sapeva, e si sa, che il movimento non si sarebbe certo arrestato dopo la manifestazione di Vicenza, anzi avrebbe proseguito, e proseguirà nelle mobilitazioni e nelle lotte, con la giusta e necessaria fermezza, continuando anzitutto a presidiare la zona del Dal Molin, al fine di creare un solido blocco di resistenza popolare e territoriale, come già accaduto in Val di Susa e altrove. Questo nessuno l’ha capito, o comunque l’ha ponderato, tra i boss dell’Unione che ambivano velleitariamente a governare alla stessa stregua del berlusconismo, senza però avere il Berlusca (vale a dire “l’uomo forte”, “l’uomo della provvidenza”, ovvero “l’unto del Signore”, e via discorrendo), ossia con metodi autoritari e antidemocratici, in forme plebiscitarie e populistiche, senza tuttavia la prepotenza e la spinta trascinatrice del populismo berlusconiano, insomma non solo nei contenuti, ma persino nei modi e nelle procedure formali del berlusconismo, pur avendo alla guida dell’esecutivo Fracchia, e non la Belva Umana.

Ma non dobbiamo dimenticare che costoro sono, come al solito, “forti con i deboli (noi miseri sudditi) e deboli con i forti”, vale a dire i poteri forti che da sempre condizionano in maniera pesante e determinante la vita politica e sociale in Italia. E non mi riferisco solo al Vaticano, alla Confindustria e alla NATO, bensì pure a quei poteri occulti quali mafia, massoneria (leggi P2), servizi segreti, più o meno deviati, nostrani ed esteri (leggi soprattutto CIA e Mossad). Poteri verso cui qualsiasi governo si è dimostrato sempre subalterno e succube.

Insomma, una piccola lezione se la sono proprio cercata!

E’ indubbio che il governo è caduto da solo e si è fatto male da solo. Mister “baffetto sparviero” poteva fare a meno di chiedere e di effettuare la verifica sulla “sua” politica estera, eppure l’ha fatto ugualmente, commettendo un grave, fatale errore/orrore di ingenuità, o di presunzione. Come mai? Il fatto è che una verifica parlamentare era davvero opportuna e doverosa, proprio alla luce di quanto era successo a Vicenza. Pur nella sua nota arroganza e furberia, il baffetto è stato politicamente corretto e scorretto nello stesso tempo.

Nel frattempo, infatti, c’è stata Vicenza, dove hanno sfilato, pacificamente (smentendo tutti gli artefici e i complici della suddetta strategia terroristica e allarmistica), oltre duecentomila persone del popolo della sinistra, non gente di Berlusconi (sebbene, per onestà, occorra ammettere che all’interno dei comitati cittadini contro il Dal Molin ci fosse anche qualche simpatizzante leghista o della destra locale), ma dell’intera sinistra, dalla CGIL a Rifondazione comunista, da Pax Christi all’area dei centri sociali e dell’antagonismo anarchico.

Dunque, l’esperienza di Vicenza ha innescato un meccanismo tale da indurre all’esplosione, comunque inevitabile, di quelle contraddizioni insite sin dall’inizio nella coalizione governativa, troppo eterogenea e troppo composita, in cui i vari boss – presunti leader e statisti – si sono rivelati assolutamente incapaci di conciliare e mediare tra le posizioni contrapposte.

Come dicevo all’inizio, nella rovinosa caduta del governo c’è con molta probabilità lo zampino dei poteri forti, in particolari del Vaticano e della Confindustria. Vediamo perché e come.

La rappresentanza parlamentare di alcune lobbies, quali quella delle gerarchie vaticane e confindustriali, è simbolicamente concentrata e segnalata in due illustri e potenti figure/figuri, e nei loro voti decisivi. Infatti, l’astensione del senatore Giulio Andreotti (uomo del Vaticano, abilissimo maestro nel far cadere tanti governi nella storia della Prima repubblica, ed ora anche della Seconda Repubblica) e l’astensione del senatore Pininfarina (uomo della Confindustria, un po’ più inesperto, ma non meno abile del primo) soltanto in apparenza sono da collegare direttamente alla votazione sulla mozione presentata da D’Alemabaffetto perfetto – in materia di politica estera, ma in effetti celano ben altri significati ed altre implicazioni politiche più occulte, di stampo quasi massonico-mafioso, riconducibili ad altre materie oggetto dell’attività di governo negli ultimi mesi, vale a dire il disegno di legge sui DI.CO. e la legge economico-finanziaria – di lacrime e sangue.

Ora ci attende una fase si inciuci e compromessi, di politica politicante, di trattative sotto banco, di opportunismi e trasformismi, che probabilmente condurrà ad allargare e rafforzare la base del consenso parlamentare al governo, puntando ovviamente al centro del centro-destra, per indebolire e marginalizzare ulteriormente l’ala della cosiddetta “sinistra radicale”.

E così avremo un Prodi bis-chero!

 

Lucio Garofalo