LE MANI DELLA FINANZA SULLA TELECOM (a cura di G. La Grassa)

Avendo nei giorni scorsi dato informazioni su vicende legate alle lotte tra gruppi dominanti in Italia (ma con partecipazione di "altri"), e in particolare su quel "nervo centrale" rappresentato da Telecom, riteniamo utile riportare questo comunicato apparso sull’Ansa, da cui emerge che la nomina di coloro che erano avversati ad esempio da Cirino Pomicino (con pesanti allusioni) è avvenuta tra contrasti ben evidenti e con il voto di solo 2 dei 4 membri della giunta delle nomine. Il membro tedesco ha sostenuto che non ha nulla di personale verso i nominati, ma che il tutto è avvenuto "al di fuori delle regole del mercato"; questo è quanto (ideologicamente) si dice in casi come questi. Facciamo rilevare che il compromesso, nato dal faccia a faccia tra Bazoli (Intesa) e Geronzi (ex Capitalia, ora Mediobanca), avviene dopo che il secondo ha avuto "noie" da parte della magistratura. Nel 2005, Fazio fu "defenestrato" sempre in seguito a "guai giudiziari". Adesso, sembra che Geronzi sia stato "convinto" al compromesso (voluto a quanto pare anche da certi ambienti francesi, e osteggiato invece da altri ambienti tedeschi) sempre con le stesse modalità (nulla più che una supposizione, ma non proprio peregrina). Continua la stessa azione che vide le manovre del 1993? Quando finiranno? Con una coltre di piombo sulla "democrazia italiana"? Seguiamo i fatti; altro che le cretinate di cui ci riempiono la testa con gli incontri di Veltroni, Fini, Bossi, Berlusconi e con Prodi che "punta i piedi". Nelle notizie come queste si trova la ragione vera della tremenda involuzione in corso in questo paese.
TELECOM: DISSENSO RAMPL IN MEDIOBANCA, NO A METODO NOMINE
PRESIDENTE UNICREDIT SI ASTIENE; DIFFICILE COABITAZIONE BANCHE (ANSA) – MILANO, 26 NOV – È stato un percorso fino all’ultimo travagliato quello della scelta dei nuovi vertici di Telecom. Dopo un’attesa durata sette mesi e un accordo raggiunto solo alla fine della scorsa settimana anche il passaggio nel comitato nomine di Mediobanca non si è rivelato una pura formalità. A sorpresa, Dieter Rampl, rappresentate di Unicredit nell’organismo istituito all’interno del consiglio di sorveglianza di Piazzetta Cuccia, si è astenuto sulla designazione di Gabriele Galateri e di Franco Bernabè. Nulla di personale contro i due manager, chiamati rispettivamente a ricoprire gli incarichi di presidente e di amministratore delegato del gruppo telefonico. Il non voto del presidente del gruppo guidato da Alessandro Profumo, sarebbe stato motivato piuttosto – da quanto si è appreso – dal metodo usato per la scelta dei futuri vertici di Telecom. Al banchiere tedesco, abituato ad altri sistemi, più in linea col mercato, non sarebbero piaciute le modalità delle trattative condotte dai due soci di peso di Telco, Mediobanca e Intesa Sanpaolo, attraverso veti incrociati anche all’interno degli stessi istituti e sbloccate solo con un compromesso, dopo il faccia a faccia fra Cesare Geronzi e Giovanni Bazoli, presidenti dei consigli di sorveglianza, rispettivamente, di Piazzetta Cuccia e del gruppo nato sull’asse Milano-Torino. Rampl forse non pretendeva che la ricerca fosse affidata a qualche cacciatore di teste ma avrebbe gradito senza dubbio un approccio più trasparente e gradito al mercato. La sua astensione, legata a una problema di pura governance, si inserisce peraltro in un questione di fondo di più ampia portata: quella relativa alle difficoltà, in un modello dualistico, adottato sia in Mediobanca che in Intesa Sanpaolo, ad affrontare scelte come quelle delle nomine di un partecipata del peso di Telecom. Fatto sta che il dissenso del banchiere tedesco, unito all’opportunità per il presidente di Pirelli, Marco Tronchetti Provera, ex socio di riferimento di Telecom, di non esprimersi sui nuovi timonieri del gruppo, hanno fatto sì che il via libera pieno al nuovo assetto sia arrivato solo da due dei quattro componenti il comitato nomine: Geronzi e il finanziere francese Vincent Bollorè. (ANSA). MM 26-NOV-07 20:50 NNN
FINE DISPACCIO